{"id":28256,"date":"2012-12-04T04:50:41","date_gmt":"2012-12-04T04:50:41","guid":{"rendered":""},"modified":"2019-10-28T11:38:21","modified_gmt":"2019-10-28T10:38:21","slug":"la-sciagurata-luce-di-rubens","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.artevarese.com\/la-sciagurata-luce-di-rubens\/","title":{"rendered":"La sciagurata luce di Rubens"},"content":{"rendered":"
di Sergio Pesce<\/strong><\/p>\n <\/p>\n Pieter Rubens arriv\u00f2 in Italia con lo stesso spirito degli altri pittori fiamminghi che lo avevano preceduto; <\/strong>quello di perfezionarsi attraverso la visione attenta delle opere dei maestri antichi e moderni. Ogni suo spostamento viene rimarcato da disegni che interpretano il suo giudizio critico sull’arte, fornendoci oggi quegli elementi utili a ricostruire il suo Pantheon d’artisti prediletti. Oltre al gi\u00e0 citato pittore cadorino, dal quale coglie: “la grande prontezza e la furia del pennello<\/em>” (Bellori) egli interpreta la grazia di Raffaello, la forza di Michelangelo e la scientificit\u00e0 di Leonardo. Dai documenti risulta come il pittore fiammingo sia stato anche un assiduo collezionista di reperti antichi, che egli<\/p>\n stesso considerava frammenti di un tempo passato utili alla sua immaginazione per proseguirne il percorso storico. Il richiamo puntuale ad un vasto repertorio di forme viste lungo i suoi viaggi si concretizza nel dipinto relativo alla Morte di Seneca<\/em> ove sembra si sia ispirato ad un busto africano rappresentante un pescatore per imprimere la staticit\u00e0 consona con il pensiero del filosofo nei confronti della morte. Alla destra dello stoico vediamo la figura del medico mentre gli trafigge la vena intento a seguire l’ordine imposto da Nerone circa la sorte di Seneca, accusato di complicit\u00e0 nella congiura di Pisone. ci deriva invece dal racconto di Tacito: <\/strong>“(…)<\/em>Seneca, quoniam senile corpus et parco victu tenuatum lenta effugia sanguini praebebat, crurum quoque et poplitum venas abrumpi<\/em>” <\/em>(Seneca, poich\u00e9 il suo corpo vecchio ed indebolito dal vitto frugale procurava una lenta fuoriuscita al sangue, si recise anche le vene delle gambe e delle ginocchia).<\/p>\n L’esempio di compostezza pittorica mediata dalla forte personalit\u00e0 ritratta nel dipinto appena visto, si trasmuta in sciagurata luce che manifesta un buio concettuale che fa perdere la delicatezza dei volti nella Caduta dei dannati. Questo livello di drammaticit\u00e0, sebbene mediato da un diverso utilizzo del colore e della luce, lo troviamo anche nella Donna dell’Apocalisse. <\/em>Ci\u00f2 che vediamo \u00e8 una trasposizione pittorica del racconto di Giovanni nel capitolo XII del libro biblico dell’Apocalisse. La donna mostra al mondo il Messia appena partorito, mentre dal basso un grande drago a pi\u00f9 teste cerca di divorarlo. Sar\u00e0 l’arcangelo Michele a difenderlo, uccidendo il mostro. Quello che Rubens mostra \u00e8 una solida composizione pittorica volta, ancora una volta, ad<\/p>\n accentuare i personaggi principali munendoli del giusto contrasto cromatico che li rende palpabili. Pi\u00f9 ci si allontana da loro pi\u00f9 l’atmosfera \u00e8 rarefatta, si direbbe appena abbozzata. I volti con le loro espressioni ricche di sentimento ci traducono l’istante drammatico. La donna che allude evidentemente a Maria si mostra forte nell’allontanare il Messia dal pericolo, come Michele dimostra la sua decisione nel sferrare il colpo mortale al demone.<\/p>\n L’artista si mosse sempre in un continuo intreccio di attivit\u00e0 artistica e missioni diplomatiche, alternando grandi pale di soggetto religioso, opere di soggetto mitologico e ritratti, dimostrando come il suo atteggiamento nei confronti del classicismo, inteso come principio retorico, si manifest\u00f2 sempre attraverso la mediazione della sua percezione soggettiva.<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":" Autoritratto con la moglie Isabella Brant (partic.) di Sergio Pesce Pieter Rubens arriv\u00f2 in Italia con lo stesso spirito degli altri pittori fiamminghi che lo avevano preceduto; quello di perfezionarsi attraverso la visione attenta delle opere dei maestri antichi e moderni. Nonostante questa sua intenzione, nelle sue opere non possiamo non evidenziare come esse […]<\/p>\n","protected":false},"author":1,"featured_media":28257,"comment_status":"closed","ping_status":"open","sticky":false,"template":"","format":"standard","meta":{"footnotes":""},"categories":[39,15],"tags":[],"yoast_head":"\n
\nNonostante questa sua intenzione, nelle sue opere non possiamo non evidenziare come esse dipendessero ancora da quella prima educazione ricevuta nella propria patria, nella quale traspare al contempo anche quell’insegnamento umanistico avvenuto ad Anversa attorno al 1589 e che lo fece convertire al Cattolicesimo. Nel 1598 un documento dimostra il suo inserimento, come maestro, nella gilda di San Luca. La sua fortuna nella penisola italica diviene palpabile quando, alla corte di Francesco Gonzaga, assunse il duplice ruolo di pittore ufficiale e quello di direttore della galleria ducale. Mansione che gli permise di visitare i pi\u00f9 grandi centri artistici italiani.
\nGi\u00e0 nel 1603 assieme ad altri diplomatici fu incaricato di raggiungere la corte degli Asburgo in Spagna, ove pot\u00e9 ammirare le opere tarde di Tiziano Vecellio, che egli stesso riprender\u00e0 nella sua poetica visiva.<\/p>\n
\nTra i suoi contemporanei non nasconde l’ammirazione per il talento di Caravaggio, Michelangelo Merisi. Acquist\u00f2 infatti per conto del duca di Mantova la sua Morte della Vergine<\/em> dopo che la stessa fu rifiutata dalla famiglia Lelmi per la sua cappella gentilizia all’interno della chiesa di Santa Maria della Scala a Roma. I motivi di tale rifiuto sembrano individuarsi nell’ipotesi che per raffigurare Maria, Caravaggio abbia tratto ispirazione da una prostituta annegata qualche giorno prima nel Tevere.<\/p>\n
\nQuesto rapporto non imbriglia l’artista in un modus operandi<\/em> legato alla sola citazione, che \u00e8 essa stessa dimostrazione di un tempo finito e per questo ricordato. Nella coscienza di Rubens l’antico diviene vivo mostrando un vasto repertorio di forme con sviluppi diversi.<\/strong> Nelle sue opere il passato porta in s\u00e9 il seme del futuro, donando nella realizzazione pittorica il presente. Fedele a questo suo concetto d’arte egli si lega in maniera passionale alla naturalezza del ritratto e al concetto tipico dell’allegoria.
\nGli stessi verranno anticipati da un primo stadio dell’operazione creativa, ove sperimenter\u00e0 gli effetti della composizione finale, ossia il bozzetto che diverr\u00e0 tipico dell’arte barocca. Un esempio di questo attento studio iniziale lo possiamo vedere nella Caccia al leone.
\n<\/em>Qui l’artista dimostra come si sia concentrato sul centro drammatico della scena.<\/p>\n
\nLa drammaticit\u00e0 della scena inespressa dal personaggio <\/strong><\/p>\n
\n<\/em>La contorsione plastica delle figure emerge come fattore dinamico della composizione. Le une nascondono le altre come in una danza scomposta che ha l’obiettivo di evidenziare la caduta attraverso un chiaroscuro che enfatizza la massa dei “maledetti” come raccontato dal Vangelo di Matteo.<\/p>\n