{"id":28336,"date":"2012-12-12T11:18:52","date_gmt":"2012-12-12T11:18:52","guid":{"rendered":""},"modified":"2012-12-14T07:55:29","modified_gmt":"2012-12-14T07:55:29","slug":"stabio-archeologia-dietro-il-confine","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.artevarese.com\/stabio-archeologia-dietro-il-confine\/","title":{"rendered":"Stabio: archeologia dietro il confine"},"content":{"rendered":"
Ritorniamo con l'immaginazione a oltre duemila anni fa, quando Italia e Svizzera come nazioni ancora non esistevano e la zona del Varesotto e dell'attuale Canton Ticino erano due realtà abbastanza omogenee, inquadrabili nell'orbita romana.<\/p>\n
In questo contesto si trova Stabio, città che ha tracce di una storia ben antica, che probabilmente deve la propria fortuna alle acque termali naturali che la caratterizzavano. Allo stato attuale delle ricerche sembra meno attestata l'età del ferro, nonostante il Canton Ticino in generale sia stato ben florido in quei secoli (VII-IV secolo a.C.).<\/p>\n
Per l'età romana sono soprattutto le sepolture a informare circa gli abitanti di Stabio. Si conservano addirittura dei nomi di persona, incisi sulle lapidi <\/p>\n
funerarie. Abbiamo così Alkouinos, Minuku e Uarsileos, probabilmente indigeni che con il tempo hanno assunto gli usi e i costumi romani, secondo il processo noto come romanizzazione e che ostentano su pietra il proprio status sociale. Nel giro di poco tempo Minuku diventerà Minucius, nome tipicamente latino e i suoi discendenti con una serie di matrimoni si legheranno alle principali famiglie di Como e Mediolanum.<\/p>\n
Le sepolture raccontano la medesima storia: nei corredi delle tombe di Stabio compaiono oggetti di lusso, come portaprofumi in ceramica e strigili in ferro, elementi della toilette personale, piatti e coppe di chiara importazione italica, per nuovi cibi e bevande. Ma anche monili in metallo, come spille, usate ad esempio dalle donne, che quindi assumono l'abbigliamento romano.<\/p>\n
Ma non sono solo le tombe a fornire notizie, bensì anche ciò che rimane di antiche dimore signorili. Da Stabio provengono infatti frammenti marmorei appartenenti ad una villa, così come oggetti di arredo, ad esempio un grande cratere-contenitore- in marmo, utilizzato durante il banchetto per mescolare il vino all'acqua, che forse decorava un giardino. Sempre pertinente alla villa, alla sua parte termale, una piscina di oltre 10 metri, internamente rivestita da marmi. Si può dedurre quindi l'esistenza a Stabio di una villa, come quelle diffuse anche nel territorio varesino. La villa di Stabio non è isolata, si inserisce in una rete che comprende edifici residenziali a Mendrisio, Morbio, Ligornetto.<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"
Epigrafe romana da Stabio Ritorniamo con l'immaginazione a oltre duemila anni fa, quando Italia e Svizzera come nazioni ancora non esistevano e la zona del Varesotto e dell'attuale Canton Ticino erano due realtà abbastanza omogenee, inquadrabili nell'orbita romana. In questo contesto si trova Stabio, città che ha tracce di una storia ben antica, che probabilmente […]<\/p>\n","protected":false},"author":1,"featured_media":28337,"comment_status":"closed","ping_status":"open","sticky":false,"template":"","format":"standard","meta":{"footnotes":""},"categories":[41,16],"tags":[],"yoast_head":"\n