{"id":28340,"date":"2012-12-13T09:25:12","date_gmt":"2012-12-13T09:25:12","guid":{"rendered":""},"modified":"2012-12-17T05:32:37","modified_gmt":"2012-12-17T05:32:37","slug":"il-giardino-di-antonia-campi","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.artevarese.com\/il-giardino-di-antonia-campi\/","title":{"rendered":"Il \u201cgiardino\u201d di Antonia Campi"},"content":{"rendered":"
Molti la conoscono come "Neto", simpatico epiteto che accompagna da oltre sessant'anni la sua lunga e brillante carriera di scultrice e designer, ma all'anagrafe è Antonia Campi<\/strong> prima donna art director in Italia ad aver rivoluzionato l'estetica di utensili, oggetti e sanitari attraverso forme morbide e colori squillanti. Insignita nel 2011 del prestigioso premio Compasso d'Oro, il Museo Diocesano di Milano<\/strong> ne celebra fino al 6 gennaio l'intero percorso artistico e progettuale con una grande antologica curata da Anty Pansera, Mariateresa Chirico e Paolo Biscottini, in collaborazione con la Fondazione Gruppo Credito Valtellinese.<\/p>\n Dall'osservazione della natura e della figura umana, dalla sua ostinata curiosità intellettuale, nonché dall'innata vena creativa, ha preso "vita" un campionario di sculture irriverenti e insuperabili. Basti pensare al famoso servizio Gallina C 73<\/strong><\/em> (1950-1951)<\/strong> dove chiocce e pulcini "saltellano, sculettano e lanciano stridii" <\/p>\n assumendo le silhouette di delicate teiere e tazzine, o le simpaticissime Tazzine\/portauovo cretine <\/strong><\/em>(2012)<\/strong> ideate con Elica (Elisabetta Bovina e Carlo Pastore) sotto forma di buffi gnometti mascherati.<\/p>\n La sua forza innovativa le ha permesso di alternare a creazioni ardite, sculture più rassicuranti e sommesse, ma comunque legate alle suggestioni organiche e zoomorfe che la circondano, come il Candeliere C 176 (1953)<\/strong> che simula la forma di una delicata stella marina rientrando in quella felice serie di oggetti – Articoli Fantasia<\/em> – progettati per la Società Ceramica Italiana, dal 1923 diretta dal maestro Guido Andlovitz. Fu lui il primo a scorgere le sue grandi potenzialità, a capire che nelle mani della Campi l'impossibile diventa possibile e che l'oggetto più comune può trasformarsi in un pezzo unico e gioioso. LE CERAMICHE DI ANTONIA CAMPI
<\/p>\n
<\/strong>Geometrie impossibili
Fino al 6 gennaio 2013
Museo Diocesano, Corso di Porta Ticinese 95, Milano
Orari: martedì-domenica, dalle 10.00 alle 18.00
lunedì chiuso
Ingresso al Museo: intero 8 Euro; ridotto 5 Euro
Per info.: tel. 02.89420019