{"id":28427,"date":"2013-01-03T08:46:37","date_gmt":"2013-01-03T08:46:37","guid":{"rendered":""},"modified":"2013-01-04T08:45:01","modified_gmt":"2013-01-04T08:45:01","slug":"l-apocalisse-di-jannis-kounellis","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.artevarese.com\/l-apocalisse-di-jannis-kounellis\/","title":{"rendered":"L’apocalisse di Jannis Kounellis"},"content":{"rendered":"
Nel contesto dell'evento multidisciplinare "Progetto Apocalisse<\/em>" che propone cinema, musica, conferenze, è compresa un'installazione di Jannis Kounellis, creata appositamente per la Galleria San Fedele, denominata "Senza titolo (Svelamento 2012)" a cura di Pietro Bellasi, Bruno Corà, Stefano Sbarbaro e Andrea Dall'Asta S.I.<\/p>\n Kounellis affronta il tema dell'apocalisse, sospendendo da terra, con una fune, un sacco di grandi dimensioni con all'interno una forma, le cui estremità premono contro le pareti. Uno schizzo preparatorio presente in Galleria rivela l'entità del contenuto: una croce.<\/p>\n <\/strong>Ogni negazione anima timore, immaginazione, desiderio di conoscenza. All'essere umano non è dato di razionalizzare il mistero del sacro, poiché solo per mezzo della fede ci si può avvicinare ad esso. "Prima di iniziare la posa delle sue opere lei percorre ripetutamente lo spazio vuoto entro il quale opererà, ciò significa che è sempre l'artista-demiurgo al centro di ogni creazione?"<\/strong> "Uno dei periodi più significativi del suo percorso creativo corrisponde alla creazione degli "Alfabeti", quasi a volere dar vita ad una nuova forma di linguaggio…"<\/strong> "Non a caso lei ama i poeti ermetici…"<\/strong> "Prendiamo in considerazione alcune sue opere: si pensi alle porte aperte che non permettono percorrenza perché l'ingresso è negato da un muro composto da sassi, o alla serie di sacchi appesi a ganci che non consentono la conoscenza del contenuto. Lei ritiene che il negare possa essere uno stimolo all'immaginazione?"<\/strong> "Alcune sue installazioni sono sospese nell'aria: il visitatore deve alzare lo sguardo. Si può affermare che tali opere, oltre ad altri significati rappresentano l'incombenza del fato?"<\/strong> Jannis Kounellis – Senza titolo (Svelamento 2012) Senza titolo (Svelamento 2012) Nel contesto dell'evento multidisciplinare "Progetto Apocalisse" che propone cinema, musica, conferenze, è compresa un'installazione di Jannis Kounellis, creata appositamente per la Galleria San Fedele, denominata "Senza titolo (Svelamento 2012)" a cura di Pietro Bellasi, Bruno Corà, Stefano Sbarbaro e Andrea Dall'Asta S.I. Kounellis affronta il tema dell'apocalisse, sospendendo da terra, con […]<\/p>\n","protected":false},"author":1,"featured_media":28428,"comment_status":"closed","ping_status":"open","sticky":false,"template":"","format":"standard","meta":{"footnotes":""},"categories":[42,230],"tags":[],"yoast_head":"\n
Il termine greco apocalisse, che in ambito giudeo-cristiano designa l'azione del togliere ciò che copre e nasconde, vede l'artista greco operare in antitesi con il significato etimologico di tale termine.<\/p>\n
La collocazione dell'opera di Kounellis, d'altra parte, invita alla percorrenza, alla tattilità deduttiva, è il con-tatto a permetterci di stabilire che quanto affermato nel disegno corrisponde alla forma presente nell'involucro.
Le tensioni create sulle pareti dalle estremità della croce creano uno spazio interno, dando forma al vuoto, all'inafferrabile.<\/p>\n
Ci è stato concesso, tuttavia, da Jannis Kounellis un breve incontro qualche ora prima dell'inaugurazione.<\/p>\n
"Lo spazio è idea di pittura, di scultura, va polarizzato, il quadrato di Malevic è dentro lo spazio, è polarizzante. Questo è un concetto che comprende tutta la pittura. In ogni caso questa (indicando l'opera presente in galleria) è fuori <\/em>da un quadro e comunque è in grado di polarizzare uno spazio enorme. Misurare fisicamente uno spazio è come essere a teatro: è l'uomo a determinare la misura dello spazio". <\/p>\n
"Quasi torniamo al discorso appena intrapreso: anche la scrittura era all'interno di uno spazio, erano lettere ritmiche, come una poesia ermetica…"<\/p>\n
"Si, Ungaretti in particolare. Con poche parole si stabilisce un ritmo, nelle mie mostre tornano e sorgono sempre gli stessi temi e "problemi": il ritmo e lo spazio".<\/p>\n
"Il problema è la lingua, non la descrizione: forse che in un quadro di Fontana è presente la descrizione? Però esiste anche il contenuto. Non c'è neppure una cultura tonale: nel dopoguerra non si è mai praticata. La borghesia che prima e durante la guerra ha sostenuto la cultura tonale, alla fine della guerra non c'era più, mentre c'è stata una grande realtà pittorica italiana che non è stata capita".
"A tale proposito lei ha fatto più volte riferimento alla Madonna di Tiziano…"<\/strong>
"Io la vedo dal punto di vista rivoluzionario, perché è molto diversa da una Madonna romanica o medievale o bizantina; c'è una grande diversità liberatoria, si sente la scoperta della pelle e poi è anche una bella donna".<\/p>\n
"A Città del Messico ho visto delle pitture murali. In una di queste c'era una figura che teneva una donna per i capelli, questo mi ha rimandato alla testa di San Giovanni in maniera categorica. Sento che questi miei lavori non sono poi molto distanti da quelle opere", sostiene sorridendo.<\/p>\n
Milano – Galleria San fedele, Via Hoepli 3 a-b
Fino al 18 gennaio 2013
Orario: da martedì a sabato, dalle 16.00 alle 19.00<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"