{"id":28583,"date":"2013-01-24T17:40:53","date_gmt":"2013-01-24T17:40:53","guid":{"rendered":""},"modified":"2013-01-24T19:25:03","modified_gmt":"2013-01-24T19:25:03","slug":"restauri-a-daverio","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.artevarese.com\/restauri-a-daverio\/","title":{"rendered":"Restauri a Daverio"},"content":{"rendered":"
È giunto a conclusione l'intervento di restauro dei dipinti a olio su tela "Miracolo della mula<\/em>" e "Madonna del Rosario e i SS. Giovanni Battista e Domenico Guzman<\/em>" diretto dalla dott.ssa Isabella Marelli della Soprintendenza di Milano e curato dal Laboratorio Restauro Lotti di Varese affiancato dalla restauratrice Raffaella Bennati, tornati prima di Natale nella loro sede.<\/p>\n "Le tele erano in condizioni pessime – afferma il restauratore – soprattutto la grande pala di tre metri di altezza con la scena teatrale e tenebrosa del Miracolo della mula ormai fragile". Il recupero di questi due dipinti disastratissimi, quotidianamente sotto gli occhi di tutti, appesi dietro gli scranni del presbiterio, ha permesso oltre che la loro trasmissione alle generazioni future la restituzione di una memoria storica privata dalla acquisita funzione decorativa. "Il Miracolo della mula", databile a cavallo fra XVII e XVIII secolo, è accostabile a una tela più tarda e modesta, conservata nella chiesa del convento di Sant'Antonio da Padova, Azzio, dipinta nel 1710 da frate Gerolamo Cottica da Premana.<\/strong> Resta da identificare l'opera che ha fatto da modello alle due tele, anche se l'idea che quella oggi conservata a Daverio, antecedente a quella di Azzio, possa aver costituito il modello per <\/p>\n l'opera del frate predicatore è certamente suggestiva.<\/p>\n Per quanto riguarda la settecentesca e un po' corsiva "Madonna del Rosario", dipinta da un ignoto pittore lombardo seguace di Stefano Maria Legnani, pare di poter identificare il modello del San Domenico nella "Madonna del Rosario con San Domenico e Santa Rosa" dipinta da Stefano Maria Legnani proveniente dalla chiesa di San Giovanni Battista a Caravaggio. Eseguita la nuova foderatura e il consolidamento della materia pittorica, il dipinto è stato montato su un nuovo telaio ligneo ad espansione completa, opportunamente dimensionato, in sostituzione del vecchio telaio ormai non più in grado di assicurare la corretta tensione del dipinto. La pulitura dallo sporco superficiale ha rivelato una tecnica pittorica e una esecuzione di buona qualità, apprezzabile nonostante le numerose lacune, con un <\/p>\n soddisfacente recupero della immagine complessiva.<\/p>\n In accordo con la Direzione Lavori, le stuccature a gesso e colla sono state limitate così come l'integrazione pittorica eseguita con basi a tempera successivamente portate a tono con colori a vernice trasparenti. La fase ultima di stesura di uno strato leggero di vernice protettiva non lucida ha cercato di adeguare il dipinto alla sua collocazione finale, anche se di difficile leggibilità dalla navata centrale.<\/p>\n "Madonna del Rosario e i SS. Giovanni Battista e Domenico Guzman" – Il dipinto raffigura La Madonna col Bambino in gloria, affiancata a destra (sinistra per chi guarda) dal Battista, che offre il Rosario a San Domenico inginocchiato dall'altra parte,<\/strong> che lo afferra con la mano sinistra mentre con la destra indica il "simbolo" della sua azione evangelizzatrice.<\/p>\n La tela presentava fenomeni di degrado legati all'invecchiamento dei materiali utilizzati nel corso di un antico restauro: vernice protettiva spessa e fortemente ingiallita, alterazione delle integrazioni cromatiche e dei rifacimenti pittorici a olio soprattutto in una vasta area in basso dove manca anche il supporto originale sostituito con un inserto. Il vecchio restauratore realizzò anche una foderatura e una violenta e decisa operazione di pulitura condotta con i materiali solventi allora a disposizione ma con esiti infelici e rendendo i pigmenti più fragili.<\/p>\n Terminata la prima fase di sommaria pulitura del colore e messa in sicurezza della parti in pericolo di caduta, il colore è stato protetto e quindi il quadro è stato smontato dal vecchio telaio non più idoneo alla conservazione. Eliminata la vecchia tela da rifodero e tutti i residui di adesivo dal retro con bisturi, operando su un materiale tessile talmente cristallizzato da richiedere particolare cura e tempo. Dopo il consolidamento del colore e degli strati preparatori è stata realizzata una nuova foderatura a colla pasta e un nuovo telaio ligneo a espansione parziale. Restauri ultimati a Daverio È giunto a conclusione l'intervento di restauro dei dipinti a olio su tela "Miracolo della mula" e "Madonna del Rosario e i SS. Giovanni Battista e Domenico Guzman" diretto dalla dott.ssa Isabella Marelli della Soprintendenza di Milano e curato dal Laboratorio Restauro Lotti di Varese affiancato dalla restauratrice Raffaella Bennati, tornati […]<\/p>\n","protected":false},"author":1,"featured_media":28584,"comment_status":"closed","ping_status":"open","sticky":false,"template":"","format":"standard","meta":{"footnotes":""},"categories":[15,48],"tags":[],"yoast_head":"\n
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Il provvidenziale restauro intrapreso grazie alla sensibilità di don Angelo Castiglioni con il sostegno del Consiglio Affari Economici Parrocchiale l'ha salvata da una irrimediabile, imminente fine. L'esito del restauro, riguardando l'opera prima del lungo intervento durato circa un anno, è evidente e assume un significato particolare per il soggetto raffigurato nell'Anno della Fede.<\/strong><\/p>\n
Per il momento, in attesa che dagli archivi emergano nuovi documenti, si possono trarre alcune conclusioni avvalendosi solo delle osservazioni fatte nel corso del restauro ma che costituiranno una traccia per nuove ricerche.<\/p>\n
Note sull'iconografia e sull'intervento di restauro – <\/strong>"Il Miracolo della mula dell'eretico Bonovillo" – Il miracolo eucaristico legato alla figura di Sant'Antonio da Padova si ricollega allo scontro con gli eretici che contestavano nei primi secoli dopo il mille la gerarchia ecclesiastica su una verità fondamentale della fede cattolica: la presenza reale del Signore nel Sacramento dell'Eucaristia. Secondo la tradizione, mentre Sant'Antonio si trovava a Rimini per predicare, un eretico di nome Bonovillo gli avrebbe proposto una sfida: "terròa digiuno una giumenta per tre giorni, poi la porterò in pubblico e le mostrerò del cibo. Tu le starai di fronte con quello che ritieni sia il corpo di Cristo: se la bestia trascurerà il cibo e si affretterà ad adorare il tuo Dio, mi convertirò". Il dipinto mostra il momento in cui la bestia, chinato il capo, si accosta genuflettendo davanti alla particola consacrata che Antonio da Padova gli mostra.
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Lo stato di conservazione del dipinto era pessimo: il danno principale era stato causato dal cedimento della tela sul telaio e da numerose lacerazioni e abrasioni del supporto con estese cadute di colore e degli strati preparatori. Inoltre la materia pittorica presentava un generale inaridimento dovuto all'invecchiamento dei materiali e coperta da sporco superficiale che ne impedivano una corretta lettura critica.<\/p>\n
Ultimata la pulitura e la stuccatura delle lacune con gesso e colla, è stata eseguita l'integrazione pittorica con basi intonate a tempera è finite con colori a vernice trasparenti.<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"