{"id":29281,"date":"2013-05-10T06:41:36","date_gmt":"2013-05-10T06:41:36","guid":{"rendered":""},"modified":"2013-05-10T10:28:57","modified_gmt":"2013-05-10T10:28:57","slug":"dalla-russia-con-provocazione","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.artevarese.com\/dalla-russia-con-provocazione\/","title":{"rendered":"Dalla Russia con provocazione"},"content":{"rendered":"
Due giovani artisti russi<\/strong>, Roman Mokrov<\/strong> (1986) da Mosca e Semen Motolyanets<\/strong> (1982) da San Pietroburgo, propongono una visione provocatoria della loro madrepatria<\/strong> (ma in generale della mentalità odierna), attraverso foto, immagini e istallazioni che enfatizzano alcuni aspetti della cultura e della tradizione del loro paese. In un contesto di globalizzazione in continua crescita, tutti i tentativi di sottolineare dall'esterno e di commercializzare una qualche irripetibilità locale sfocia in un luogo comune<\/strong>: dal più semplice, come l'insalata Nicoise preparata da McDonald, a forme più sofisticate, come il bestseller "Mangia, prega, ama". In Russia, per questioni storiche ed economiche, l'amore per superfici di vario genere, che siano morbide, di peluche, colorate, luminose, è sempre stato <\/p>\n particolarmente forte. Si può dire che la vivacità dei colori e la densità di questi schermi protettivi, di "superfici aggiunte<\/strong>", in Russia siano direttamente proporzionali all'aggressività e alla drammaticità potenziale di uno spazio sociale. In essi infatti arde ancora una timida speranza di contribuire allo sviluppo di un mondo aperto a una convivenza comune. Mostra collettiva di Roman Mokrov e Semen Motolyanets Due giovani artisti russi, Roman Mokrov (1986) da Mosca e Semen Motolyanets (1982) da San Pietroburgo, propongono una visione provocatoria della loro madrepatria (ma in generale della mentalità odierna), attraverso foto, immagini e istallazioni che enfatizzano alcuni aspetti della cultura e della tradizione del loro paese.In particolare, l'attenzione viene rivolta verso quelle forme di ipocrisia […]<\/p>\n","protected":false},"author":1,"featured_media":29282,"comment_status":"closed","ping_status":"open","sticky":false,"template":"","format":"standard","meta":{"footnotes":""},"categories":[52],"tags":[],"yoast_head":"\n
In particolare, l'attenzione viene rivolta verso quelle forme di ipocrisia che spesso dominano nel mondo contemporaneo, che pretenderebbero di omogeneizzare le masse con una sorta totalitarismo culturale in chiave relativistica<\/strong> che si profilerebbe quasi come un retaggio e un revival, ora declinata in senso sociologico, dell'esperienza sovietica.<\/p>\n
La cultura di massa<\/strong> insegna che nel mondo contemporaneo, come in un grande appartamento, ci sono zone dedicate alla meditazione, alle gioie gastronomiche, allo studio, alla socializzazione, ecc…, e vengono utilizzati gli emblemi delle culture nazionali come se fossero delle immaginette.<\/p>\n
I tappeti decorativi e dai colori sgargianti presenti nelle fotografie di Roman Mokrov<\/strong> sono gli immancabili attributi di una vita felice.
Semen Motolyanets<\/strong> crea fotografie e immagini pieghevoli, utilizzando le cerniere delle porte. Sono sculture-paravento che possono stare a parete o libere in mezzo a uno spazio. Si tratta di reminiscenze personali (come in "Mio fratello è maturato due volte"), stereotipi nazionali (come nel "Lago dei Cigni"), miti contemporanei, come photoshop. A volte i suoi oggetti assumono contemporaneamente una duplice funzione, sono paraventi e ombre-silhouette, per esempio la parola "scusate", una parola alquanto rara nel nostro spazio urbano, riceve come risposta la sua "eco" sotto forma di ombra. I paraventi di Motolyanets sono come coperchi di pozzi esistenziali, come il lavoro "Mosca ovattata", che copre quell'enorme, caotico e scomodo spazio che è la capitale russa. I tappeti e i paraventi in mostra sono dunque oggetti ambivalenti. Fanno da schermo ai pericoli esterni e nello stesso tempo creano unione tra coloro che vi hanno cercato rifugio. La fragilità e l'inadeguatezza funzionale che li caratterizza distinguono chiaramente e in modo positivo questi lavori dal tanto amato e compiaciuto design, vera roccaforte della solitudine contemporanea.<\/p>\n
La Galleria Nina Due<\/strong>, in collaborazione con la Fondazione per l'arte contemporanea Vladimir Smirnov and Konstantine Sorokin, inaugura la prima mostra italiana di questi due artisti, curata da Evgenija Kikodze, e che rimarrà visitabile fino al ventiquattro maggio.
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<\/strong>Dal 18 aprile al 24 maggio 2013
Milano, Galleria Nina Due, via Carlo Botta 8
Orari: dal mercoledì al venerdì dalle 16.00 alle 20.00
sabato dalle 15.00 alle 19.00
Ingresso gratuito
Info:
+39 02 87285916
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info@ninadue.it<\/u>
http:\/\/www.ninalumer.it\/<\/u><\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"