{"id":29614,"date":"2013-07-08T08:18:07","date_gmt":"2013-07-08T08:18:07","guid":{"rendered":""},"modified":"2013-07-12T06:37:31","modified_gmt":"2013-07-12T06:37:31","slug":"pugili-dipinti-affrescati","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.artevarese.com\/pugili-dipinti-affrescati\/","title":{"rendered":"Pugili dipinti-affrescati"},"content":{"rendered":"
Sembra catrame colorato gettato direttamente sulla tela o una ruvida superficie di muro appena intonacato. Attorno alla lotta descritta ed immaginata da Giovanni Testori, si sentono le urla e le invettive da stadio, si vedono le schiene schiacciate contro le corde del ring, il sangue e i capelli fradici di sudore calare sulla fronte. È il 1958, quando Testori dà alle stampe il suo secondo libro: con "Il ponte della Ghisolfa" <\/em><\/strong>ha inizio l'epopea narrativa dello scrittore di Novate Milanese che, con i suoi racconti e drammi, dà voce all'umanità delle periferie milanesi e ai suoi abitanti.<\/p>\n Nei monumentali pugili esposti in Villa Mirabello a Varese, Testori trasferisce su tela tutti i momenti del combattimento, come in una sequenza cinematografica: dagli "Spogliatoi", in cui si respira tutta la tensione della preparazione alla gara, ai "Ritratti" dei pugili che si <\/p>\n presentano alla battaglia, fino al "ring" vero e proprio. I suoi amori ossimorici per il Manzoni de I promessi sposi<\/em> e per il Caravaggio, cela e palesa insieme una religiosità vissuta con tensione tragica, fatta di dubbi, di bestemmie e di pentimenti. <\/sup>Il suo sguardo sulla pittura di realtà, intesa nella sua epidermica evidenza, mostra tutta la miseria e lo splendore della vita.<\/p>\n La preferenza verso temi protesi all'esaltazione delle domande ultime – le Erodiadi o le teste del Battista del Cairo, le Crocifissioni di Gaudenzio e del Sacro Monte di Varallo, le figure di Tanzio al pari di quelle di Bacon o Giacometti – ne segnalano la personalità eccentrica, il coraggio dei risvolti più scabrosi, l'affermazione prepotente e tutta organica, e dunque corruttibile, della carne.
Testori – anche quando dipinge – parla degli ultimi, degli emarginati, dei sofferenti e lo fa con verità, senza abuso o strumentalizzazione. La sua capacità di stare dentro la contraddittorietà della vita, che tiene conto della carne, è un grido onesto e sincero. <\/strong><\/p>\n
Nelle tele, i corpi maschili anche se a riposo sembrano vivi, scattanti e appaiono come sculture di colore che oltrepassano la bidimensionalità della tela.<\/p>\n