{"id":29643,"date":"2013-07-04T04:03:36","date_gmt":"2013-07-04T04:03:36","guid":{"rendered":""},"modified":"2013-07-05T04:21:54","modified_gmt":"2013-07-05T04:21:54","slug":"la-collezione-riemschneider","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.artevarese.com\/la-collezione-riemschneider\/","title":{"rendered":"La Collezione Riemschneider"},"content":{"rendered":"
Trentatré opere<\/strong> unite da un unico filo conduttore: l'idea di «movimento». Quello che attraversa la sinuosita\u0300 delle forme e la dinamicita\u0300 che caratterizza le azioni dei personaggi raffigurati, enfatizza la loro vitalita\u0300 rendendoli quasi delle forme danzanti. Sono infatti principalmente figure umane ed effigi del divino, animali ed esseri mitologici antropomorfi e zoomorfi, i soggetti prediletti dal chimico e collezionista tedesco Randolph Riemschneider<\/strong> che a partire dagli anni Cinquanta del Novecento ha messo insieme una notevole collezione di opere d'arte originarie dell'India, dell'Indonesia e del Giappone.<\/p>\n L'esposizione e\u0300 suddivisa in tre sezioni<\/strong>, ognuna delle quali dedicata a un'area culturale, a un genere e a un tema<\/strong>. Nella prima sezione sono esposte antiche opere lignee dell'India meridionale tradizionalmente utilizzate in distinti contesti cerimoniali, come la festa dei carri processionali, impiegati per trasportare le divinita\u0300 fuori dal tempio al fine di benedire i fedeli, o le performance teatrali di carattere rituale dove le maschere erano indossate da un danzatore in trance che fungeva da tramite tra gli de\u0300i e la comunita\u0300. La seconda sezione e\u0300 dedicata a un gruppo di opere indonesiane impiegate in rappresentazioni teatrali di carattere ludico e cerimoniale. Si tratta di marionette giavanesi in cuoio o in legno e <\/p>\n stoffa impiegate nel «teatro delle ombre», la piu\u0300 antica forma di teatro delle marionette indonesiane che risale a oltre un millennio fa. La terza e ultima sezione presenta infine una selezione di stampe xilografiche giapponesi e di dipinti indiani, principalmente di carattere erotico, che esprimono al meglio la tradizione dei rispettivi centri di produzione tra il XVIII e il XIX secolo. Figure sacre e umane che manifestano nel migliore dei modi le peculiarita\u0300 stilistiche e culturali delle popolazioni che le hanno prodotte.<\/p>\n A corredo un catalogo<\/strong> curato da Paolo Maiullari, ricercatore del Museo delle Culture di Lugano, con testi di Junita Arneld, Giulia R.M. Bellentani, Cristina Bignami, Marco Fagioli, Elena Mucciarelli ed Elena Preda.<\/p>\n Chimica di un amore. La Collezione Riemschneider Trentatré opere unite da un unico filo conduttore: l'idea di «movimento». Quello che attraversa la sinuosita\u0300 delle forme e la dinamicita\u0300 che caratterizza le azioni dei personaggi raffigurati, enfatizza la loro vitalita\u0300 rendendoli quasi delle forme danzanti. Sono infatti principalmente figure umane ed effigi del divino, animali ed esseri mitologici antropomorfi e zoomorfi, i soggetti […]<\/p>\n","protected":false},"author":1,"featured_media":29644,"comment_status":"closed","ping_status":"open","sticky":false,"template":"","format":"standard","meta":{"footnotes":""},"categories":[41],"tags":[],"yoast_head":"\n
<\/strong>Fino all'8 settembre 2013
Museo delle Culture, via Cortivo 26, Lugano
Orari: martedi\u0300-domenica dalle 10.00 alle 18.00
domenica 7 luglio, 4 agosto, 1 settembre entrata gratuita
Tel. +41.(0)58.866.6960
info.mcl@lugano.ch
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