{"id":29790,"date":"2013-08-06T09:37:25","date_gmt":"2013-08-06T09:37:25","guid":{"rendered":""},"modified":"2013-08-09T04:17:43","modified_gmt":"2013-08-09T04:17:43","slug":"oltre-la-parola-di-mogol","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.artevarese.com\/oltre-la-parola-di-mogol\/","title":{"rendered":"Oltre la parola di Mogol"},"content":{"rendered":"
La misura della distanza è il fattore imprescindibile per relazionarsi con le opere di Alfredo Rapetti Mogol (Milano 1961) in mostra presso lo Spazio Oberdan con "Oltre la parola dipinta", a cura di Gianluca Ranzi.<\/p>\n
Attratti dal fluire armonico della scrittura, in percorrenza su monocromi bianchi, neri e lastre di cemento di grandi dimensioni, si scopre avvicinandosi un tutto indecifrabile, un susseguirsi di segni e strappi che da lontano paiono esprimere pensieri compiuti.<\/p>\n
Sono "Radiografie emotive<\/em><\/strong>" come spiegano più titoli; quei segni-scrittura divengono a tal punto cadenze dell'anima, soffi di vento, onde marine, tracce sonore, battiti del cuore tradotti, di volta in volta su tela o incisi su lastre di cemento oppure esplicitati con una regolare sequenza di strappi che, come note musicali, traducono la lievità di un'armonica percorrenza. A concentrare gli elementi fondanti dell'opera di Mogol sono la superficie, la scrittura, la materia, il colore. Poco oltre, un trittico composto da libri in successiva e sacrale percorrenza: lì tutto esiste e tutto si compie. <\/p>\n Quasi a segnare un distacco dai tracciati segnici precedenti, nell'ultima parte della mostra, l'artista e paroliere milanese opera con materiali quali coperte militari poste in serie e diligentemente piegate a formare rettangoli perfetti accanto ai quali compaiono identici contorni disegnati a matita su parete dall'emblematico titolo "Lettere dal fronte<\/em><\/strong>", sino ad arrivare ad una installazione di lastre rettangolari in legno, ferro e acrilico poste in sequenza a comporre un "Equilibrio sospeso<\/em><\/strong>" che porta, quale ideale congiunzione, alle tracce di scrittura, agli strappi, alle macchie d'azzurro a far sì che il cerchio si chiuda.<\/p>\n La misura della distanza è il fattore imprescindibile per relazionarsi con le opere di Alfredo Rapetti Mogol (Milano 1961) in mostra presso lo Spazio Oberdan con "Oltre la parola dipinta", a cura di Gianluca Ranzi. Attratti dal fluire armonico della scrittura, in percorrenza su monocromi bianchi, neri e lastre di cemento di grandi dimensioni, si […]<\/p>\n","protected":false},"author":1,"featured_media":29791,"comment_status":"closed","ping_status":"open","sticky":false,"template":"","format":"standard","meta":{"footnotes":""},"categories":[45],"tags":[],"yoast_head":"\n
Oltre alle monocromie, irregolari e lievi appaiono folate di azzurro a comporre la "Mappa del cielo<\/em><\/strong>".<\/p>\n
Alfredo Rapetti Mogol – "Oltre la parola dipinta"<\/strong>
Milano-Spazio Oberdan, Viale Vittorio Veneto 2
Fino al 15 settembre
Orari: dalle 10.00 alle 19.30 (martedì-giovedì fino alle 22.00)
Ingresso libero<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"