{"id":30411,"date":"2013-11-21T09:23:29","date_gmt":"2013-11-21T09:23:29","guid":{"rendered":""},"modified":"2013-11-22T07:02:18","modified_gmt":"2013-11-22T07:02:18","slug":"pillole-di-archeologia-2","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.artevarese.com\/pillole-di-archeologia-2\/","title":{"rendered":"Pillole di archeologia\/ 2"},"content":{"rendered":"
Artevarese ha già avuto modo di presentare la storia degli scavi e di presentare un quadro storico che permetta di comprendere l'importanza strategica del luogo. Vediamo ora di conoscere più da vicino l'insediamento.<\/p>\n
Gli ambienti messi in evidenza, una dozzina, occupano una superficie di 1000 mq. Sono a pianta rettangolare, con muri costruiti in pietra calcarea locale, conservati solo in fondazione, forse in origine con alzato in legno, argilla. Il ritrovamento negli strati di crollo di tegole e coppi lascia ipotizzare che questi ambienti avessero una copertura.<\/p>\n
L'interno di queste strutture era molto spartano: pavimenti in terra battuta e un focolare acceso sul pavimento stesso; esistevano tuttavia finestre, come dimostrano i vetri ad esse relative ritrovati in fase di scavo. Fondamentale per la sopravvivenza del castrum<\/em> era l'acqua: per questo esisteva una cisterna per la raccolta dell'acqua piovana, rivestita internamente da cocciopesto.<\/p>\n Gli oggetti rinvenuti raccontano la quotidianità del castrum<\/em>. Legati all'alimentazione e al cibo erano i mortai in pietra o ceramica usati per sminuzzare soprattutto cereali; le olle, grandi contenitori da fuoco, adatti a cuocere minestre; tegami per alimenti solidi. Sulle tavole erano presenti brocche, in materiali quali legno, e bicchieri in vetro, soprattutto calici. L'illuminazione della stanze era affidata a lucerne, per lo più importate dall'Africa. Di un certo rilievo è una croce in bronzo, probabilmente da collegare ad un lampadario per uso liturgico. Dallo scavo sono emersi anche oggetti legati all'abbigliamento: fibbie in ferro, usate per chiudere o fermare mantelli, fra cui si segnala una fibbia a forma di pavone, di origine mediterranea; pettini in osso, legati sia alla sfera della quotidianità, che all'ambito funerario, in quanto augurio simbolico per una vita oltre la morte. Accanto a questi, spilloni in osso o bronzo, per le acconciature femminili e braccialetti in bronzo, perle di vetro di collane.<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":" Artevarese ha già avuto modo di presentare la storia degli scavi e di presentare un quadro storico che permetta di comprendere l'importanza strategica del luogo. Vediamo ora di conoscere più da vicino l'insediamento. Gli ambienti messi in evidenza, una dozzina, occupano una superficie di 1000 mq. Sono a pianta rettangolare, con muri costruiti in pietra […]<\/p>\n","protected":false},"author":1,"featured_media":0,"comment_status":"closed","ping_status":"open","sticky":false,"template":"","format":"standard","meta":{"footnotes":""},"categories":[36],"tags":[],"yoast_head":"\n
Particolarmente diffusa era la pietra ollare, usata per recipienti da fuoco, cavata nelle Alpi centrali e commerciata nella Pianura Padana. Era molto adatta all'uso in cucina, perché resisteva alle alte temperature, per cotture di lunga durata ed era facilmente lavorabile.
Spesso alle pareti interne del contenitore sono state trovate tracce di cibo bruciato, fondamentali per gli studi di laboratorio relativi all'alimentazione.<\/p>\n
Gli oggetti raccontano mestieri ed attività artigianali: falcetti, coltelli erano usati per attività quali tagli, perforazioni. Scorie e frammenti di piccoli crogiuoli testimoniano l'attività metallurgica. Invece le fusaiole, usate come contrappeso per il fuso, documentano attività domestiche quali la tessitura. Le armi invece, ritrovate in verità in scarsa quantità, sottolineano l'attività militare di presidio che impegnava il castrum<\/em>.<\/p>\n