{"id":30594,"date":"2013-12-18T06:35:06","date_gmt":"2013-12-18T06:35:06","guid":{"rendered":""},"modified":"2013-12-20T07:29:07","modified_gmt":"2013-12-20T07:29:07","slug":"la-parabola-creativa-di-kandinsky","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.artevarese.com\/la-parabola-creativa-di-kandinsky\/","title":{"rendered":"La parabola creativa di Kandinsky"},"content":{"rendered":"
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Viene spontaneo, affrontando Vassily Kandinsky, uno dei pionieri dell'arte astratta, immaginarselo come un personaggio estroso, imprevedibile, trasgressivo. Non fu proprio così, almeno nella vita quotidiana. Era un tipo fondamentalmente conservatore, di idee e di comportamento, oggi lo definiremmo un apolitico, superstizioso, un po' maschilista (due mogli, un amante), talvolta noioso, ossessionato dalla pulizia: nel suo atelier non ci doveva essere nemmeno una briciola di polvere. L'opposto di Picasso. Ciononostante, Kandinsky in arte fu un genio, un innovatore, che non dimenticò mai la matrice della tradizione popolare e del folclore russo e la fascinazione delle pareti delle case contadine (isbe) affrescate a colori vividi con decorazioni semplici ma rappresentative, tanto che entrandovi, così diceva, sembrava di "entrare" direttamente in un quadro.<\/p>\n

Perché piace la Mostra apertasi a Palazzo Reale di Milano su Kandinsky?<\/strong> Perché finalmente ci consente di apprezzare tutta la parabola creativa dell'artista. Un Kandinsky completo, e non dimezzato, come è successo in altre mostre precedenti che hanno messo in evidenza solo alcuni aspetti dell'opera dell'artista o solo i capolavori della maturità. Qui, grazie al contributo della collezione del Centre Pompidou, e alla curatrice Angela Lampe, si può assistere <\/p>\n

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all'intero percorso della sua attività che lo portò a girare l'Europa. La Mostra, infatti, si articola in quattro sezioni ispirate al criterio cronologico e ai diversi spostamenti dell'Artista. Ma prima di entrare nel vivo della rassegna degli oltre 80 capolavori di Kandinsky, nella sala d'ingresso si possono ammirare i pannelli murali realizzati nel 1922, andati distrutti ma ricostruiti nel 1976, che avevano decorato il salone ottagonale della Juryfreie Kunstausstellung di Berlino.<\/p>\n

A Monaco: 1896-1914.<\/strong> Nella cosiddetta Nova Atene, l'artista esordisce con piccoli paesaggi ancora tardo impressionisti che diventano in seguito fauve, con il ricorso al colore acceso e antinaturalistico, senza mai dimenticare il simbolismo russo. Qui Kandinsky scrive il suo saggio "Dello spirituale nell'arte", dove pone le basi del suo pensiero astrattista. Di questo periodo l'opera "Improvvisazione III", 1909, e "Quadro con macchia rossa", 1914.<\/p>\n

Di nuovo in Russia: 1914-1921.<\/strong> In questo periodo, viste anche le difficoltà economiche, lavora solo su carta. Numerosi sono i suoi acquerelli. Qui consolida i suoi principi astratti ma viene osteggiato dall'avanguardia per il suo espressionismo spirituale e se ne torna in Germania. Di questo periodo da ricordare "Su fondo chiaro", 1916.<\/p>\n

Gli anni del Bauhaus: 1921-1933<\/strong>. Insegna nella prestigiosa scuola di architettura e in questo ambito si concretizza il suo nuovo stile più geometrico. Egli abbina a certe forme geometriche il colore: ad esempio, triangolo <\/p>\n

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giallo, cerchio blu. Con l'avvento del Nazismo che chiude la scuola è costretto ad emigrare. E' un periodo difficile per lui. (Esclamò, lasciando Berlino: "Per me è come essere buttato fuori da un sogno!"). Di questo periodo "Piccoli mondi" e l'ultima opera eseguita in Germania dal titolo "Sviluppo in bruno" del 1933.<\/p>\n

Parigi: 1933-1944.<\/strong> L'ambiente parigino all'inizio non gli è favorevole, l'astrazione pura viene apprezzata poco. Kandinsky continua però la sua ricerca, subendo l'influsso di Jean Arp e Joan Mirò e scoprendo nuove forme biomorfe, amebe, creature degli abissi, embrioni, insetti. I colori in questa fase sono più tenui, prevalgono tonalità pastello, il gusto della creatività è decisamente più ludico. Pensiamo ad esempio ad "Azzurro cielo". L'opera "Accordo reciproco" del 1942, nella quale appaiono una stilizzata figura maschile e una femminile, verrà esposta sul suo letto di morte.<\/p>\n

Da ricordare che Kandinsky espose anche in Italia nel 1934 alla Galleria Il Milione e fu molto apprezzato. Non mancarono, per altro, le critiche come quelle di Gertrude Stein sulle sue tempere a fondo nero (ispirate a Rodchenko), giudicate opere ingenue, mentre si ricollegavano al movimento culturale mitteleuropeo e alle Secessioni, come segnale di rottura nei confronti delle accademie e di apertura all'arte popolare e incolta alla ricerca di una nuova verginità. Nel complesso, Kandinsky rappresenta una figura d'artista coerente, sensibile alle altre forme d'arte (ricordiamo il suo amore per la musica e per Wagner, in particolare), che crede nella spiritualità, non in senso religioso ma come elemento fondamentale per raggiungere emotivamente l'animo umano. Un artista che, pur essendo in grado di innovarsi costantemente, nel tempo è rimasto sempre fedele a se stesso e ai principi teorici e artistici che lo hanno animato fin dall'inizio della sua avventura.<\/p>\n

Kandinsky a Milano<\/strong>
Milano, Palazzo Reale
Dal 17 dicembre 2013 al 27 aprile 2014
Orari: lunedì dalle 14.30 alle 19.30
mart. merc. ven. dom. dalle 9.30 alle 19.30
gio. sab. dalle 9.30 alle 22.30
Informazioni: 02 54916<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"

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