{"id":30790,"date":"2014-01-31T03:48:21","date_gmt":"2014-01-31T03:48:21","guid":{"rendered":""},"modified":"2014-01-31T08:19:26","modified_gmt":"2014-01-31T08:19:26","slug":"gli-identikit-di-annalisa-sonzogni","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.artevarese.com\/gli-identikit-di-annalisa-sonzogni\/","title":{"rendered":"Gli identikit di Annalisa Sonzogni"},"content":{"rendered":"
<\/p>\n Si può ritrarre il volto di un edificio? Si può fare l'identikit ad un'abitazione?<\/strong> Questa è la curiosa sfida lanciata da Annalisa Sonzogni<\/strong>, che ha voluto applicare la metodologia della ritrattistica descrittiva e ricostruttiva<\/strong>, tipica delle indagini investigative, a degli oggetti immobili ed inanimati.<\/p>\n L'obbiettivo è dunque quello di ricreare un ambiente attraverso le descrizioni dei testimoni che lo hanno abitato<\/strong>, che lo hanno vissuto e fatto proprio, attraverso un processo di rielaborazione tanto concettuale quanto artistica. È possibile visitare una di queste opere al Riss(e) – studio di Ermanno Cristini<\/strong>, dove è stata allestita la mostra dal titolo "Identikit I<\/strong>", la quale è la prima di una serie di installazioni site-specific realizzate dall'artista Annalisa Sonzogni, peraltro all'interno del progetto di dottorato<\/strong> che sta svolgendo presso la Kingston University di Londra<\/strong>. In questo caso, il progetto riguarda l'ex scuola Lilian <\/p>\n Baylis<\/strong>, costruita nel 1964<\/strong>, nel quartiere di Lambeth<\/strong>, sud di Londra<\/strong>. Un istituto dismesso dal 2005<\/strong> e in procinto di essere riconvertito in appartamenti privati. Durante l'inaugurazione Annalisa Sonzogni ha scattato delle fotografie<\/strong> (che chiama new composite) ai visitatori<\/strong> che, in questo modo, sono entrati a far parte dell'opera, componendo una nuova fotografia. In questo modo, l'artista si è soffermata ancora una volta sulle pratiche della rappresentazione, proponendo una personale riflessione circa l'immobilità delle cose e il rapporto interno-esterno. Annalisa Sonzogni lavora principalmente con la fotografia, il film e l'installazione<\/strong>. Nel 2008 conclude un Master in fotografia presso il Royal College of Art di Londra, attualmente conduce un dottorato di ricerca nella facoltà di Arte, Design e Architettura presso la Kingston University. Il suo lavoro è stato pubblicato ed esposto in Italia e all'estero, tra le recenti mostre ricordiamo: HABIT(AT), The Trampery London Fields, Londra, 2013; RECONFIGURATIONS, Kingston University, 2012; CREATE, OBSERVE, PERFORM, Alkovi Galleria, Helsinki, 2012; ROAMING-TRANSITION, a private matter, Praga 2010; PASSEGGERI, Ex Casa del Fascio, Como, 2010.<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":" Si può ritrarre il volto di un edificio? Si può fare l'identikit ad un'abitazione? Questa è la curiosa sfida lanciata da Annalisa Sonzogni, che ha voluto applicare la metodologia della ritrattistica descrittiva e ricostruttiva, tipica delle indagini investigative, a degli oggetti immobili ed inanimati. L'obbiettivo è dunque quello di ricreare un ambiente attraverso le descrizioni […]<\/p>\n","protected":false},"author":1,"featured_media":30791,"comment_status":"closed","ping_status":"open","sticky":false,"template":"","format":"standard","meta":{"footnotes":""},"categories":[230,51],"tags":[],"yoast_head":"\n
Il risultato ottenuto da Sonzogni è un'installazione<\/strong>, una ri-edificazione dell'ambiente originario, adiuvato anche dall'utilizzo di fotografie<\/strong>, che ripresenti gli stessi tratti essenziali e le stesse caratteristiche tipiche dell'ambientazione originaria.<\/p>\n
Anche il titolo è estremamente significativo: giocando sul duplice concetto di ‘identity' (identità) e ‘kit'(strumento)<\/strong>, il termine ‘Identikit'<\/strong> si riferisce al processo di ricostruzione dei tratti somatici di un individuo sconosciuto, a partire da indicazioni di testimoni oculari. Un processo di riconoscimento indiretto che l'artista applica, questa volta, ad un ambiente inanimato, seppur ricco di tratti personali e testimonianze.<\/p>\n
La Sonzogni ha fotografato l'edificio già in stato di abbandono<\/strong>, ma prima della sua conversione<\/strong>, quando ancora erano chiaramente visibili le tracce di quella che è stata una scuola per 40 anni.
Nel progetto site-specific, l'interno di un'aula scolastica viene ri-costruito<\/strong> nello spazio espositivo attraverso l'uso e la combinazione di una fotografia di un interno della scuola e alcuni dispositivi di arredo collocati nello spazio reale della galleria.<\/p>\n
L'intento è quello di costruire, mediante specifici layers compositivi, un identikit della scuola in grado di comunicare emozioni nascoste e svelare significati inediti.<\/p>\n