{"id":30919,"date":"2014-02-28T07:41:44","date_gmt":"2014-02-28T07:41:44","guid":{"rendered":""},"modified":"2014-02-28T08:34:35","modified_gmt":"2014-02-28T08:34:35","slug":"due-mostre-per-carlo-parolo","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.artevarese.com\/due-mostre-per-carlo-parolo\/","title":{"rendered":"Due mostre per Carlo Parolo"},"content":{"rendered":"
Un artista capace di conciliare il gusto estetico<\/strong> della bellezza con la ricerca della verità morale<\/strong>: la figura di Carlo Parolo<\/strong> appare sfaccettata e poliedrica, capace di dedicarsi anche al teatro, oltre che alla pittura.<\/p>\n Così viene descritto da Laura Conconi<\/strong>, curatrice della mostra: «L'esperienza, l'uomo, l'esistere devono essere al centro del fare arte<\/strong>. Non la forma per la forma, fine a se stessa. Per questo si è avvicinato anche alla scenografia, focalizzandosi ancora di più sull'uomo e sulle sue varie caratteristiche, messe sul palco, in primo piano: e da ciò si capisce, ad esempio, perché il suo fare artistico avesse delle tinte e dei toni quasi moraleggianti<\/strong>. Molto significativa è anche una recensione che lui scrisse su di una mostra, nei quali usa termini dalla valenza morale, come "sincero" o "verità", per descrivere opere d'arte. Dunque, il fatto che un'opera fosse morale, fosse appunto "sincera" e "leale", ricorda il fatto che al centro vi è sempre l'uomo: in modo che in essa ognuno di noi, l'uomo in generale, potesse rispecchiarsi e ritrovarcisi. <\/p>\n Da ciò si capisce, inoltre, perché il tema della maschera compaia in maniera ricorrente nelle sue opere<\/strong>, e venga così spesso utilizzata: perché la maschera è sia la metafora, il simbolo dello spezzarsi dell'essere di fronte alla contemporaneità (e qui si nota il suo amore per Pirandello), e rappresenta sia la facciata di ipocrisia che sovente gli uomini portano e indossano per nascondersi.<\/p>\n Talvolta questa maschera diventa rappresentativa anche della maschera del clero, inteso come istituzione: appaiono in alcune sue opere dei personaggi un po' arcigni, e dai tratti caricaturali, che sono dei preti. La denuncia, non necessariamente polemica, tende piuttosto a mettere in risalto alcuni eccessi e difetti legati alla dimensione umana del clero come istituzione, nei confronti del quale viene contrapposta la figura del Cristo<\/strong>, come immagine positiva, di redenzione anche delle mancanze e dei limiti degli uomini. Di Cristo viene a enfatizzato l'aspetto della Croce e della sofferenza<\/strong>, nel quale si raccoglie in primo luogo la sofferenza in generale dell'umanità, ma poi anche la sofferenza personale di Parolo, nel suo vissuto autobiografico. sempre una ricerca di tipo formale: c'è molta materia, c'è molto colore, si sente molto l'influsso della storia dell'arte e dello stile accademico di Brera. Dall'altra parte, però, questa materia si addensa in occhi sporgenti, in bulbi oculari, che rappresentano l'occhio della coscienza<\/strong>: tra l'altro, l'addensarsi materico del colore dei pigmenti negli occhi è spesso frammischiato persino a polvere di ossa<\/strong>, grattuggiate e mescolate ai pigmenti stessi, per sottolineare la presenza fisica di elementi umani negli occhi dei suoi personaggi dipinti».<\/p>\n Oltre che a dedicarsi all'arte pittorica, Carlo Parolo si occupò anche di scenografia e teatro<\/strong>: un suo spettacolo teatrale verrà messo in scena il 17 maggio a Casorate<\/strong>, ad opera degli alunni del Liceo Artistico, guidati dal professor Minidio<\/strong>, che così descrive la piece dell'artista: «Un testo insolito, che si intitola "Amor di Patria"<\/strong>. Allora ho deciso di proporlo ai ragazzi, dicendogli che potevamo farne qualcosa di interessante. Ho cercato una chiave di lettura, perché ovviamente un testo così è difficile da interpretare. Osservando le parole, osservando il linguaggio, e osservando il contesto scenografico nel quale è collocato, ho colto una mia personale chiave di lettura del testo. Ossia, ho notato che spesso i personaggi parlano come personaggi d'opera, usando termini molto particolari: ad esempio, la madre ad un certo punto dice "sola, perduta, abbandonata", richiamando alcune parole di Puccini… E così via con altri esempi: da qui ho capito che il possibile taglio da dare al testo era quello di rintracciare tutti questi elementi e vedere così l'influsso operistico esercitato sul testo».<\/p>\n Carlo Parolo: l'uomo e l'artista Un artista capace di conciliare il gusto estetico della bellezza con la ricerca della verità morale: la figura di Carlo Parolo appare sfaccettata e poliedrica, capace di dedicarsi anche al teatro, oltre che alla pittura. Così viene descritto da Laura Conconi, curatrice della mostra: «L'esperienza, l'uomo, l'esistere devono essere al centro del fare arte. Non […]<\/p>\n","protected":false},"author":1,"featured_media":30920,"comment_status":"closed","ping_status":"open","sticky":false,"template":"","format":"standard","meta":{"footnotes":""},"categories":[51],"tags":[],"yoast_head":"\n
Questo aspetto della sofferenza personale<\/strong> emerge soprattutto nelle sue opere più astratte, quelle appartenenti alla categoria degli "Incubi"<\/strong>, nelle quali la componente aggiuntiva è l'indagine dell'inconscio. Da una parte c'è quindi <\/p>\n
<\/strong>Mostra monografica
Dal 22 febbraio al 15 marzo 2014
Inaugurazione mostra: sabato 22 febbraio 2014 alle 11.00
Varese, Liceo artistico statale "Angelo Frattini" e museo "Flaminio Bertoni", Via Valverde 2
Orari: Spazio Rossi, dal lunedì al venerdì dalle 9.00 alle 13.00 e dalle 13.45 alle 17.30
sabato: dalle 9.00 alle 13.10
domenica chiuso
Museo Bertoni, giovedì, sabato e domenica dalle 14.30 alle 18.30
Altri giorni su prenotazione telefonando al 0332820670
Ingresso gratuito
Info: artisticova@tin.it<\/u> <\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"