{"id":31157,"date":"2014-04-25T03:27:35","date_gmt":"2014-04-25T03:27:35","guid":{"rendered":""},"modified":"2014-04-25T03:34:24","modified_gmt":"2014-04-25T03:34:24","slug":"arte-a-chiassoletteraria","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.artevarese.com\/arte-a-chiassoletteraria\/","title":{"rendered":"Arte a ChiassoLetteraria"},"content":{"rendered":"
Il fascino della storia, come quello del mare, risiede in ciò che si cancella: l'onda che sopraggiunge fa sparire dalla sabbia la traccia della precedente. <\/em>(Gustave Flaubert, "Attraverso i campi e lungo i greti", 1886)<\/p>\n Una storia è un filo invisibile tra passato e presente, un morso di vita che diventa riflesso, monito, memoria. Un luogo in cui perdersi e rifugiarsi, incrociarsi e riconoscersi. Un tempo da ricordare, una favola da tramandare. Oppure soltanto un alibi, una leggenda su cui poggiare il passo debole di una realtà in divenire. L'arte ne può essere la sintesi immediata: un'esperienza personale che diventa pubblica. Un'idea, tra occhi e testa, fissata e indelebile a testimoniare un momento. Le opere di Anna Masdea, ispirate al celebre libro Momo di Michael Ende, affrontano il tema del "tempo" e del suo utilizzo nella logica consumistica moderna. I protagonisti del romanzo (principalmente la bambina Momo e i "Signori grigi" suoi antagonisti) si affacciano su tavole di pino dalla venatura esplicita accompagnate dalle citazioni della fonte originaria in senso prettamente allegorico. Simonetta Ferrante racconta la sua storia in dipinti che originano dall'arte calligrafica per evolversi in più complessi collage di immagini, in cui la traccia scritta, la pennellata e la titolazione (spesso ispirata alla poesia e alla letteratura) partecipano alla creazione di un linguaggio astratto, quasi pentagrammato nel suo essere musicale, ricco, denso di contrasti di colore. Simonetta Ferrante<\/em><\/p>\n Elia Gobbi<\/em><\/p>\n Artista e pittore, vive e lavora a Milano. Anna Masdea<\/em><\/p>\n Mariann Roth<\/em><\/p>\n "Racconti per immagini"- Galleria Mosaico di Chiasso<\/strong> Il fascino della storia, come quello del mare, risiede in ciò che si cancella: l'onda che sopraggiunge fa sparire dalla sabbia la traccia della precedente. (Gustave Flaubert, "Attraverso i campi e lungo i greti", 1886) Una storia è un filo invisibile tra passato e presente, un morso di vita che diventa riflesso, monito, memoria. Un luogo […]<\/p>\n","protected":false},"author":1,"featured_media":31158,"comment_status":"closed","ping_status":"open","sticky":false,"template":"","format":"standard","meta":{"footnotes":""},"categories":[41,15],"tags":[],"yoast_head":"\n
Ogni storia è contemporaneamente punto d'approdo e di partenza. La sintesi di un'impronta, la proiezione nostalgica di qualcosa che non tornerà, l'ambizione ottimistica di una nuova apparenza. Un bagaglio, con cui crescere più ricchi. O un fardello, da cui liberarsi lungo una vita intera. <\/p>\n
Nella collettiva "Racconti per immagini" allestita alla Galleria Mosaico di Chiasso 5 artisti, diversissimi per età, stile e sperimentazioni, espongono le loro Storie: 5 modi di intendere la narrazione, 5 punti di vista sugli avvenimenti del proprio percorso esistenziale.
Timothy Hofmann presenta una serie di lavori elaborati sul contrasto tra bianco e nero. Visioni notturne, come un pianeta osservato dall'alto e delineato da piccoli segni grafici in cui leggere contorni geografici di una proiezione cosmica. Una messa a fuoco capovolta in cui la distanza scandisce la dimensione temporale.<\/p>\n
La visione di Elia Gobbi si sviluppa sia attorno all'iconografia del ritratto (una serie di teste in cui la parte metaforicamente appare a rappresentare il tutto) sia alla tematica del viaggio come prospettiva di fuga in paesaggi dove il silenzio rivela le origini dell'assenza. Una cadenza in cui l'accento ritmico è articolato dal vuoto, reso con grande perizia pittorica.<\/p>\n
Nei lavori di Mariann Roth l'uso della parola, netta e intellegibile, si piega alla costruzione di un geometrismo formato da tasselli cromatici simili alla tecnica del mosaico. Una forma che nasce dalle lettere e che attraverso esse si espande in un'architettura compositiva che travalica il dato decorativo per svilupparsi su più piani significanti.<\/p>\n
<\/em>Timothy Hofmann<\/em><\/p>\n
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Durata della mostra: 1 maggio- 14 giugno 2014
Orari: da martedì a sabato, ore 15-18.30
e su appuntamento al tel. +41(0) 79 446 83 09.
Domenica, lunedì e festivi chiuso.<\/div>\n<\/div>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"