{"id":31346,"date":"2014-06-06T07:32:09","date_gmt":"2014-06-06T07:32:09","guid":{"rendered":""},"modified":"2014-06-06T09:12:09","modified_gmt":"2014-06-06T09:12:09","slug":"ecco-gli-altri-sei-finalisti","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.artevarese.com\/ecco-gli-altri-sei-finalisti\/","title":{"rendered":"Ecco gli altri sei finalisti"},"content":{"rendered":"
Antonella Matricciani (Busto Arsizio 1981)<\/strong> Alessandro Mazzoni (Locarno 1987)<\/strong> Loreno Molaschi (Cuggiono 1980)<\/strong> Adua Martina Rosarno (Cinquefrondi 1990)<\/strong> Elisa Rossini (Busto Arsizio 1986)<\/strong> Alice Secci (Mestre 1987)<\/strong>
Il tema centrale della mia ricerca artistica è il ritratto del lavoratore. I progetti sono relativi all'identità e al luogo del lavoratore che dopo aver attraversato la produzione e poi la riproduzione, oggi si trova ad affrontare, invece, il grave problema della precarietà. Le opere si sviluppano attraverso forme geometriche realizzate con materiali quali ferro, pietra e legno. Da una raffigurazione disumanizzata del lavoratore si arriva a parti di macchinari delle officine ormai chiuse, come dei rocchetti. I fusi sono lavorati in modo che la linea non segua la proporzione dello strumento funzionale, bensì di un oggetto che non permette il suo utilizzo. Insieme ai rocchetti ci sono i telai. I telai fanno parte di quel luogo, di quelle fabbriche che vengono chiuse e abbandonate. Qui presento Bitelaio verticale, intenzionalmente non finito, e Telaio con Rocchetto dove l'armonia del filo viene spezzata dal gelido rocchetto che manda in confusione il sistema.<\/p>\n
La mia ricerca artistica, attraverso i mezzi della pittura, scrittura, fotografia, video e musica si concentra su di un mondo oltre i limiti del reale, immaginario, inconscio, con particolare attenzione agli aspetti suggestivi ed emotivi. Le mie opere sono spesso ispirate a leggende, fiabe e miti: racconti che parlano di ciò che non avvenne mai e che tuttavia è sempre accaduto ed accade ogni giorno. Essi sono infatti l'illustrazione in veste simbolica delle verità più profonde dell'uomo e del suo cammino nel mondo. Nella mia visione l'artista e colui che viaggia nel regno notturno di sogni e sensazioni personali e li traspone in forma tangibile. La mia indagine si focalizza sull'idea di un'arte ‘aperta'. In altre parole un'arte che non è completamente definita, ma che piuttosto vuole evocare un'atmosfera, un'impressione, un mistero. Quando all'interno dell'opera si percepisce quel "non so che" inesplicabile a parole, allora l'elemento magico o "fantastico", per citare Caillois, è apparso.<\/p>\n
Le due immagini presentate, #09.Il Lavoro e #10.Il Sogno, fanno parte del progetto "Vita delle Mani" attraverso il quale ripercorro concettualmente sentimenti, momenti e difficoltà di una vita mediante la sola presenza delle mani che sono il nostro primo strumento e le estremità che rendono possibile la nostra interazione col mondo. #09.Il Lavoro è un racconto metaforico, di come lo stesso ci leghi, imprigionandoci alla difficoltà del nostro vivere quotidiano. La corda si tende tra le mani forti e pronte a sostenere le difficoltà del quotidiano. #10.Il Sogno. E' la chiusura di questo racconto per immagini, rappresenta qualcosa d'altro rispetto alla vita. In questa immagine realizzata attraverso esposizioni multiple, ognuno può vederci qualcosa d'altro rispetto ad una mano, una sorta di astrazione della stessa, una speranza, una visione, un desiderio, la poesia, la forza onirica dei sogni.<\/p>\n
La sua Pittura si esprime prevalentemente per mezzo del colore acquerellato: il suo lavoro procede per velature, trasparenze, forti contrasti. Alla base di questa ricerca vi è una riflessione interiore, frammenti di pensiero se così si vuol pensare, della vita quotidiana vera o fantastica. Un mondo reale o illusorio, brulicante di forme e spazi da annotare, come cerca di fare nel suo percorso. Alla base del suo lavoro risiedono ricordi d'infanzia suoi, ma comuni anche all'ambiente che la circonda; ne è un esempio la traccia tessuta – sopra, sotto e dove più si può nelle pitture – e l'ossessivo girovagare nel paesaggio, suo ma non solo. Attualmente a questi studi si è aggiunto una pratica di origami che richiamano i fenomeni da ricercare nel suo percorso pittorico.<\/p>\n
La mia ricerca si basa sull'osservazione, sulla registrazione, sulla classificazione e catalogazione di tutto ciò che vedo. Dato un insieme ne trovo somiglianze e differenze, riducendo ogni cosa ai minimi termini. I soggetti da cui traggo spunto sono vegetali, quali frutti e fiori o comunque che riguardano la natura, ma anche situazioni che tengono presente gruppi di persone o temi che le rappresentano. La mia analisi richiede del tempo ed è espressa sempre in maniera diversa, in quanto è la ricerca stessa che mi suggerisce se utilizzare la carta piuttosto che il vetro o se è meglio il disegno rispetto alla fotografia o se si può esprimere attraverso il suono piuttosto che con delle immagini multimediali.<\/p>\n
Le mie opere parlano di quotidianità. Raccontano della "nostra quotidianità", della frenetica esistenza che tutti noi viviamo. Mi interessa scrutare l'accelerazione dei ritmi, la frenesia delle azioni e dei pensieri, un incessante frammentarsi dei tempi, che tutti noi subiamo, a volte con più consapevolezza a volte meno. Gli allestimenti, costituiti dalla selezionata combinazione di piccoli quadri, abbracciano più momenti di attualità, in cui tutti noi possiamo rifletterci. Le opere, quindi, sono da intendersi in una visione seriale, anche quando l'opera è costituita da un unico quadro, essa fa riferimento e s'accresce di significati se contestualizzata all'interno dell'intera produzione. E' uno sguardo ampio su come intendo la società odierna.