{"id":31350,"date":"2014-06-06T08:04:13","date_gmt":"2014-06-06T08:04:13","guid":{"rendered":""},"modified":"2014-06-06T08:22:55","modified_gmt":"2014-06-06T08:22:55","slug":"quando-dal-nero-nascono-le-luci","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.artevarese.com\/quando-dal-nero-nascono-le-luci\/","title":{"rendered":"Quando dal nero nascono le luci"},"content":{"rendered":"
Nella mitologia giapponese, il fuoco è un simbolo di potenza<\/strong> e contemporaneamente di sapienza<\/strong>: la tradizione nipponica ci narra infatti di un personaggio chiamato Fudo Myoo<\/strong>, uno dei Grandi Re, che è appunto considerato il dio del fuoco e della saggezza<\/strong>, guardiano dei cieli e protettore degli astri. Il fuoco è dunque una presenza viva, sapiente<\/strong>, con una sua intelligenza ardente e creativa. Pertanto, non stupisce che egli giochi un ruolo determinante<\/strong> nella creazione delle opere d'arte realizzate con la speciale tecnica Raku<\/strong>: la sua presenza è così viva che, idealmente, lo si può quasi considerare come il quarto membro del gruppo composto da Maristella Perin, Cristina Rubinato e Giancarlo Magnoni. <\/strong> "Raku" significa "Gioire il giorno"<\/strong>, e in origine le opere in ceramica Raku erano principalmente dei servizi da tè<\/strong>: nella tradizione orientale, infatti, la pausa per il tè è<\/p>\n considerata un momento essenziale, di gioia e armonia, che merita di essere celebrata con un cerimoniale e con degli strumenti appropriati. <\/p>\n La tecnica prevede che, dopo una prima cottura iniziale, gli oggetti subiscano poi un secondo processo di cottura, all'aperto, in un apposito forno Raku<\/strong>: qui il materiale, la terra, gli smalti e i pigmenti, subiscono il potere del fuoco<\/strong>, che può essere solo in parte guidato dagli artisti, ma non imbrigliato e soggiogato del tutto. Accomunati dal Raku, ognuno di loro ha però la sua peculiarità stilisitica. L'arte di Cristina Rubinato<\/strong> si è evoluta nel tempo<\/strong>, approdando ora alla realizzazione di opere segnate da un profondo taglio<\/strong>: lunghi vasi semiconici, ma non cavi, bensì tagliati da una profonda fenditura, che simbolizza la libertà<\/strong>, infondendo un senso di emancipazione e rinascita. L'artista Giancarlo Magnoni è invece affascinato dalla possibilità<\/strong> di suscitare una mutevole e iridescente policromia <\/strong>sulla superficie smaltata, che non viene distribuita con il pennello, bensì colando direttamente i pigmenti. È dunque vero che dal nero della terra nascono infinite luminosità,<\/strong> come sottolinea il titolo stesso della loro mostra: "Raku. Quando dal nero nascono luci"<\/strong>, allestita nella Sala Civica del Comune di Cavaria e visitabile fino al 15 di giugno. <\/p>\n Sala Civica Comune di Cavaria<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":" Nella mitologia giapponese, il fuoco è un simbolo di potenza e contemporaneamente di sapienza: la tradizione nipponica ci narra infatti di un personaggio chiamato Fudo Myoo, uno dei Grandi Re, che è appunto considerato il dio del fuoco e della saggezza, guardiano dei cieli e protettore degli astri. Egli è raffigurato come un vecchio circondato […]<\/p>\n","protected":false},"author":1,"featured_media":31351,"comment_status":"closed","ping_status":"open","sticky":false,"template":"","format":"standard","meta":{"footnotes":""},"categories":[38],"tags":[],"yoast_head":"\n
Egli è raffigurato come un vecchio circondato dalle fiamme<\/strong>, con una spada nella mano destra, e con una corda per legare i demoni nella mano sinistra. <\/p>\n
<\/strong><\/div>\n
Un trio affiatato, unito dalla passione per un'arte antica: il Raku, appunto, nata nel Giappone del XVI secolo per realizzare delle particolari opere in ceramica. <\/strong><\/p>\n
In ciò si esprime l'imprevedibilità del risultato finale<\/strong>, con tutto il fascino dell'ignoto che ne deriva: le cromie e le sfumature sono dipinte dal calore della fiamma, dalla rugiada nell'aria, dalla porosità della terra. <\/p>\n
Le opere d'arte di Maristella Perin<\/strong> si costruiscono in forme semplificate d'impronta geometrica, tra cui dominano le figure regolari <\/strong>del cerchio e della sfera, del quadrato e del cubo, reiterate in dimensioni diverse e con scansioni regolari, ricercando così nella ripetizione e nelle proporzioni armoniche tutta la bellezza dell'ordine e della misura.<\/strong>
Così infatti si esprime: «Facendo questi vasi, queste ciotole, queste ceramiche, mi sento immersa dentro alla ricerca del colore, dei materiali, del fuoco: ma soprattutto, c'è una ricerca di condivisione, di pace con se stessi».<\/p>\n
Su alcuni suoi oggetti sono inoltre tracciati degli ideogrammi giapponesi<\/strong>, quasi allo scopo di voler conferire una sonorità propria a ciascun vaso.
E poi aggiunge: «Come colore principale io ho scelto l'argento, la cui intensità e la cui texture dipende dal numero di strati e dall'ampiezza delle pennellate con cui ho distribuito il pigmento».<\/p>\n
«A proposito della forma, io cercavo soprattutto la rotondità. Tuttavia, ciò che mi colpisce di più è il colore: mi piacciono in modo particolare i colori cangianti, con quei riflessi che vanno dal blu all'oro, dall'argento al verde, o il segno delle fiammate rosse che sembrano venir fuori. Da questo punto di vista, nessuna opera è mai uguale all'altra<\/strong>: anche a volerle ricreare simili, i fattori che entrano in gioco nel processo di cottura sono così tanti da rendere ogni pezzo unico e irripetibile».<\/p>\n
Collettiva di Maristella Perin, Cristina Rubinato e Giancarlo Magnoni
Dal 31 maggio al 15 giugno 2014<\/div>\n