{"id":32118,"date":"2014-12-18T06:19:18","date_gmt":"2014-12-18T06:19:18","guid":{"rendered":""},"modified":"2014-12-19T08:38:13","modified_gmt":"2014-12-19T08:38:13","slug":"a-daverio-con-sergio-vanni","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.artevarese.com\/a-daverio-con-sergio-vanni\/","title":{"rendered":"A Daverio con Sergio Vanni"},"content":{"rendered":"
Nella scorsa edizione vi avevamo già parlato dell'opera di Sergio Vanni, in corso a Daverio fino a gennaio. Ci siamo ritornati, accolti dalla raffinatezza di Monica Morotti, per un incontro proprio con l'artista. <\/p>\n
Davanti alle sue opere, immersi nell'eleganza fuori dal tempo della villa settecentesca, Vanni si racconta, dalle sue prime esperienze nella ricerca di giochi linguistici e poesia visiva, fino ad arrivare alle parodie sulle opere d'arte più famose, anticipandoci anche le sue prossime realizzazioni: "Mi servo dell'immagine per poi aggiungere un elemento linguistico che determina il gioco della parodia", parodia che nasce per smorzare il mondo dell'arte, ingessato e criptico, fine a se stesso. <\/p>\n
Un tentativo che lo dissacra "benevolmente", dando dell'arte una visione diversa da quella consueta, cancellando quella patina di seriosità che molto spesso si ritrova.<\/p>\n
Sulle pareti scorrono i capitoli della storia dell'arte, immagini, alcune famosissime, altre note a molti, qualcuna familiare magari per gli addetti ai lavori. Troviamo il taglio di Fontana come Il grido di Munch, L'ultima cena di Leonardo come il barattolo di zuppa Campbell di Warhol, e così via. <\/p>\n
Non c'è bisogno di una didascalia scientifica per capire, basta una scritta, in caratteri grandi o minuscoli, che ne ironizza il contenuto. <\/p>\n
"Manzoni, parlo di Piero naturalmente, ci ha lasciato una frase tanto bella quanto giusta nella sua essenzialità: Non c'è nulla da dire. C'è solo da essere, c'è solo da vivere. A Piero ho rubato tante immagini per le mie parodie, non me ne vorrà se gli rubo anche le parole, queste parole, che restituisco, è naturale, attraverso una parodia che chiude la mia breve nota: Non c'è nulla da dire. C'è solo da guardare, c'è solo da ridere".