{"id":32120,"date":"2014-12-18T06:51:01","date_gmt":"2014-12-18T06:51:01","guid":{"rendered":""},"modified":"2014-12-19T08:37:32","modified_gmt":"2014-12-19T08:37:32","slug":"raffaello-a-palazzo-marino","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.artevarese.com\/raffaello-a-palazzo-marino\/","title":{"rendered":"Raffaello a palazzo Marino"},"content":{"rendered":"
L'approfondimento, nel periodo natalizio, di un capolavoro dell\u02bcarte universale è diventato per i milanesi (e non solo) un appuntamento ormai tradizionale e irrinunciabile. <\/p>\n
Quest'anno la sala Alessi di Palazzo Marino accoglie un piccolo quadro di straordinaria raffinatezza: si tratta della Madonna col Bambino e san Giovannino, che il giovane Raffaello eseguì nel 1508 al termine del soggiorno fiorentino, meglio nota come Madonna Esterházy, in prestito dal Museo di Belle Arti di Budapest. <\/p>\n
Ad evidenziare come essa risenta della suggestione di Leonardo, all'opera di Raffaello sono accostati due dipinti di ambito leonardesco milanese: una copia della Vergine delle Rocce attribuita a Francesco Melzi e la Madonna della rosa dalla Casa Museo Poldi Pezzoli, dipinta da Giovanni Antonio Boltraffio.<\/p>\n
Nella storia dell\u02bcarte italiana, nel cuore del Rinascimento, c\u02bcè stato un momento davvero particolare: siamo a Roma nel 1508 e, a poche decine di metri di distanza, Raffaello e Michelangelo si avviano a dipingere i loro massimi, rispettivi capolavori, la Stanza della Segnatura negli appartamenti papali, e la volta della Cappella Sistina. <\/p>\n
È "l\u02bcalba del giorno più bello della pittura italiana", per rubare una bella espressione usata dal curatore, Stefano Zuffi. E questo giorno inizia proprio con la Madonna Esterházy. Il dipinto infatti, raffinatissimo e solare, raffigura la Madonna col Bambino e san Giovannino e segna esattamente la conclusione del fondamentale periodo trascorso da Raffaello a Firenze, con la decisione di trasferirsi a Roma. <\/p>\n
Come nella pagina di un personalissimo diario, Raffaello ci mostra questo decisivo passaggio direttamente nel dipinto stesso: la composizione infatti si ispira in modo esplicito a Leonardo, conosciuto e studiato attentamente da Raffaello durante gli anni passati a Firenze; ma sullo sfondo appaiono i ruderi del Foro Romano, a riprova di una conoscenza diretta e di una serena e convinta "immersione" nella classicità. <\/p>\n
Considerando che non se ne conosce un committente o una destinazione antica, tutto lascia pensare che Raffaello l\u02bcabbia sempre tenuta con sé, come la memoria tangibile. La tavola, infine, non è del tutto compiuta, mancando di alcuni ritocchi propri dell\u02bcultima stesura.<\/p>\n
La Madonna Esterházy viene messa a confronto in Sala Alessi con altri due dipinti milanesi, simili per soggetto e per epoca: la Vergine del Borghetto, senza dubbio la migliore copia antica della Vergine delle rocce di Leonardo rimasta a Milano, concessa dall\u02bcIstituto delle Suore Orsoline di via Lanzone e attribuita al prediletto allievo Francesco Melzi; e la Madonna della rosa di Giovanni Antonio Boltraffio, prestito del Museo Poldi Pezzoli: sarà così possibile osservare le evidenti affinità nelle espressioni dei volti e nelle pose dei personaggi, ma anche le profonde differenze nella concezione del paesaggio e delle luci, mettendo direttamente a confronto l\u02bcinterpretazione di Raffaello e quella dei seguaci milanesi di Leonardo. <\/p>\n
"L\u02bcarrivo a Milano di questo capolavoro -ha sottolineato il curatore Zuffi – in cui Raffaello elabora in modo geniale gli spunti ricavati da Leonardo, sollecita necessariamente una riflessione sulla diversa interpretazione degli stessi riferimenti in ambito lombardo".<\/p>\n
L'intento di unire queste due opere milanesi a un prestito così importante è di far comprendere la comune origine leonardesca della Madonna di Raffaello e quella di Boltraffio. Muovendosi tra Milano e Firenze, Leonardo ha avuto l'occasione di influenzare tanto la scuola lombarda quanto quella fiorentina, nella quale Raffaello tra il 1504 e il 1508 si trovava. <\/p>\n
Quindi attraverso l'importante copia della Vergine delle rocce, attraverso un dipinto come quello di Boltraffio, paragonabile anche come dimensione alla Madonna di Raffaello, i visitatori potranno vedere come la ricezione dei modelli leonardeschi si sia svolta da un lato nel contesto centro italiano da Raffaello, un marchigiano che studiava a Firenze e che stava per trasferirsi a Roma, quanto nel contesto milanese: affinità e differenze che i vistatori potranno cogliere a palazzo Marino. <\/p>\n
Info.<\/strong>
3 dicembre 2014 – 11 gennaio 2015
Ingresso libero
Orari di apertura al pubblico
Tutti i giorni dalle ore 9.30 alle 20.00
(ultimo ingresso alle ore 19.30)
giovedì dalle ore 9.30 alle 22.30
(ultimo ingresso alle ore 22.00)
Chiusure anticipate
24 e 31 dicembre 2014 > chiusura alle ore 18.00
Aperture straordinarie
25 dicembre 2014 > dalle ore 9.30 alle 20.00
1 gennaio 2015 > dalle ore 9.30 alle 20.00