{"id":32338,"date":"2015-03-09T12:54:16","date_gmt":"2015-03-09T12:54:16","guid":{"rendered":""},"modified":"2015-03-13T08:36:37","modified_gmt":"2015-03-13T08:36:37","slug":"i-re-del-fumetto-a-varese","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.artevarese.com\/i-re-del-fumetto-a-varese\/","title":{"rendered":"I re del fumetto a Varese"},"content":{"rendered":"
Quattro re del fumetto italiano protagonisti di Bonelliana, un evento organizzato per promuovere la conoscenza del fumetto italiano di qualità. <\/p>\n
Parliamo di Giuseppe Candita (Julia), Pasquale Del Vecchio (Tex), Davide Gianfelice (Orfani, Ringo) e Daniele Statella (Dampyr)<\/strong>, rappresentanti di una casa editrice che ha fatto scuola in Italia e all'estero, la Sergio Bonelli, quattro disegnatori che lavorano per testate molto differenti tra loro e che attirano per questo un pubblico di lettori eterogeneo. <\/p>\n La sfida<\/strong>, hanno spiegato i disegnatori, rimane quella di avvicinare il pubblico dei più giovani<\/strong> al mondo del fumetto. <\/p>\n "La sfida di oggi del fumetto è proprio quella di conquistare i giovani lettori – racconta Pasquale del Vecchio – e questo è un bel compito dato che la concorrenza è tantissima, c'è internet, youtube, gli smartphon… credo che il fumetto diventerà un tipo di letteratura "marginale", con un pubblico più esiguo ma certamente più convinto". <\/p>\n "La Bonelli in questo cerca, attraverso nuovi sistemi, di invogliare un nuovo pubblico – prosegue Davide Giafelice, con una serie di operazioni importanti, come portare il colore all'interno di un supporto che fino a qualche anno fa prevedeva solo il bianco e nero, l'utilizzo di copertine speciali, la pubblicità attravero i social". <\/p>\n Fumetto: arte o non-arte?<\/strong> "Forma d'arte è sempre nella misura in cui quanto è artista chi lo fa – precisa Del Vecchio – il fumetto è un mezzo di comunicazione, può diventare arte ma anche un ottimo prodotto da edicola, commerciale. L'obiettivo principale dev'essere quello di fare un ottimo prodotto" . <\/p>\n Un mondo, quello del fumetto, che non chiude le porte alle giovani matite.<\/strong> "Adesso c'è molta richiesta perchè il lavoro è diventato internazionale – racconta Giuseppe Candita- il problema di contro è che la qualità si è alzata, se prima potevi essere "bravino" per entrare in questo mondo, adesso devi avere determinate qualità, il mercato è diventato esigente. Non basta essere bravi a disegnare, dietro al fumetto c'è il racconto, una regia da gestire, la capacità di sintesi, essere capaci di scegliere la scena giusta per raccontare alla maniera migliore". <\/p>\n "Non c'è un titolo di studio per diventare disegnatore professionale- spiega Daniele Statella – ma lo si diventa attraverso costanza e determinazione, sudando ore al tavolo di lavoro, imparando dai grandi maestri. Il solo talento non basta, va coltivato con tanto lavoro".