{"id":32387,"date":"2015-03-20T10:21:37","date_gmt":"2015-03-20T10:21:37","guid":{"rendered":""},"modified":"2015-03-26T11:23:37","modified_gmt":"2015-03-26T11:23:37","slug":"l-amore-sbagliato-a-voltorre","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.artevarese.com\/l-amore-sbagliato-a-voltorre\/","title":{"rendered":"L’amore sbagliato a Voltorre"},"content":{"rendered":"
Raccontano invece la negazione del vissuto traumatico le ceramiche di Alice Olimpia Attanasio<\/strong>. Sono candidi busti femminili di sapore neorinascimentale sui quali irrompe l'imprevisto sotto forma di un elemento disturbante, che può essere un uccellino annidato tra i capelli – chinato a bucare col becco la fronte – o un piccolo missile conficcato nel cranio. Anche i disegni, delicatissimi, si pongono in bilico tra canto lirico e oscura minaccia, creando un senso di spaesamento e di inquietudine.<\/p>\n Tre poetesse, Sylvia Plath, Anne Sexton e la giovane libanese Joumana Haddad, sono le donne che Giovanna Lacedra<\/strong> pone al centro del suo lavoro. I visi delle prime due autrici confessional, declinati in serie di acquerelli leggerissimi, raccontano da un lato la dissoluzione dell'io e dall'altro la strenua ricerca di sé. Dalle fendenti parole della Haddad, invece, l'artista recupera e reinterpreta l'orrore delle spose bambine. L'aspirante, una performance ispirata all'omonima poesia della Plath, aprirà la mostra il giorno dell'inaugurazione, mentre un video racconterà il dramma subdolo dell'abuso all'infanzia.<\/p>\n Alessandra Redaelli, Curatrice<\/p>\n Fino all'8 aprile<\/p>\n