{"id":32516,"date":"2015-04-20T10:08:45","date_gmt":"2015-04-20T10:08:45","guid":{"rendered":""},"modified":"2015-04-23T13:40:08","modified_gmt":"2015-04-23T13:40:08","slug":"missoni-piace-a-gallarate-e-non-solo","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.artevarese.com\/missoni-piace-a-gallarate-e-non-solo\/","title":{"rendered":"Missoni piace a Gallarate e non solo"},"content":{"rendered":"
Il dialogo con l'arte europea del Novecento. La creatività e l'imprenditorialità di una grande Maison italiana. La straordinaria cultura e la genialità dei due fondatori. <\/div>\n
Ruota attorno a questi temi l'evento che il MA*GA di Gallarate (VA) dedica, dal 19 aprile all'8 novembre 2015, a Ottavio e Rosita Missoni, proprio nella città che scelsero nel 1953 come sede della loro casa e del loro primo laboratorio di maglieria.<\/p>\n
Il percorso espositivo, caratterizzato dagli allestimenti che diventano essi stessi opere ambientali, è articolato secondo diversi registri narrativi che delineano le principali caratteristiche della genialità dei Missoni, fatta di colore, materia e forma. Al contempo emerge quanto la loro creatività sia legata a doppio filo con l'arte, rappresentando un caso pressoché unico nel panorama della moda internazionale.<\/div>\n
L'esposizione si apre con la suggestiva video-installazione di Ali Kazma Casa di moda, nata nel 2009 per mettere in luce l'esclusivo connubio tra l'aspetto artigianale che affonda nella tradizione e il design contemporaneo, l'approccio rispettoso del materiale e del lavoro della maison Missoni e la volontà dell'artista di osservare da dietro le quinte il mondo glamour della moda e, più ampiamente, dell'attività umana.<\/div>\n
Nella sezione Le Radici sono chiarite le origini della ricerca dei Missoni, le prime risorse e fonti d'ispirazione, nel campo delle arti visive e della moda. Il quadro di riferimento è quello della nascita delle avanguardie storiche in Europa, dall'astrattismo lirico di Sonia Delaunay, imprescindibile insieme a Kandinsky, al Futurismo di Balla e Severini e, come ricorda Luciano Caramel nel suo testo, "pregnante soprattutto il rimando a Klee, fondamentale per la comprensione della complessa cultura e pratica pittorica di Missoni. Intitolare al colore questa mostra dedicata ai celeberrimi Ottavio e Rosita Missoni e alla loro creativa e fertile Maison, universalmente nota nel mondo della moda, e non solo, non sorprenderà nessuno, dato che i Missoni col colore si identificano da decenni, come è ben noto a tutti i livelli generazionali, dagli adolescenti ai fruitori più longevi. Meno immediato e generale potrà essere il richiamo, primario, sempre nel titolo, all'arte, anche se, fortunatamente, è sempre meno diffusa la distinzione limitante tra arte come pittura, scultura, architettura, e anche musica, letteratura e poesia e arti applicate, o addirittura cosiddette "minori", retaggio di un'estetica filosofica paleoidealistica". <\/div>\n
Importante per la narrazione è anche l'affermazione, negli anni Trenta, di gruppi, riviste e ricerche volte alla definizione di una pittura e di una scultura geometrica, di carattere costruttivista e concretista. In questo contesto si afferma un linguaggio espressivo basato sulla ritmica composizione di forme e colori utilizzati in modo puro, che i Missoni traducono e rielaborano nei motivi centrali del proprio processo creativo. <\/div>\n
Questa sezione infatti, come ricorda Emma Zanella nel suo saggio in catalogo, insieme a i primi "astrattisti italiani Munari, Veronesi, Soldati, Rho, Fontana o Vedova, traccia i confini di specifici territori di ricerca sul colore, sulla forma, sulla linea, sul ritmo che hanno caratterizzato la non figurazione europea nella prima metà del XX secolo e che hanno costituito i presupposti culturali e progettuali del mondo creativo di Missoni".<\/div>\n
Ne è un esempio Sonia Delaunay, le cui opere rivelano particolari affinità con i Missoni per modalità di lavoro e per esiti formali, non solo perché anche Sonia, con il marito Robert, ha messo a disposizione la propria capacità inventiva per il mondo della moda, della produzione di tessuti e del disegno di costumi teatrali, quanto perché l'assonanza dei due mondi tocca le corde fondamentali della loro poetica, per metodo e per risultati. <\/div>\n
Altro esempio è Spitz-Rund (Aguzzo-rotondo) di Wassily Kandinsky, dipinto che raccoglie e sintetizza l'esperienza del maestro russo a contatto con la Bauhaus di Weimar e Dessau, evidente nella marcata geometrizzazione delle forme e nell'uso di colori dalle risonanze psichico ed emotive, mentre allo studio del colore in movimento si dedica Luigi Veronesi tra i precursori più acuti e sperimentatori dell'arte astratta nell'ambiente artistico milanese dagli Anni Trenta in avanti, del quale si presentano due film astratti di straordinaria attualità, Film 4 (1940), Film 6 (1941), in cui le linee e i colori si muovono in composizioni libere, dominate dal ritmo.<\/div>\n
La mostra prosegue con Il colore, la materia, la forma, una serie di installazioni immersive, progettate da Luca Missoni e Angelo Jelmini, caratterizzate da una profonda fusione tra la ricerca di materia e colore, proprie del fashion design e dimensione ambientale, mutuata dalle arti visive. Realizzare abiti per i Missoni significa, infatti, dare spazio al colore, alla materia e alla forma, immaginate e plasmate secondo una rigorosa e personale ricerca estetica. "I filati sono il medium per il colore che, lavorato a maglia, prende profondità e rilievo", scrive Luca Missoni nel testo in catalogo, e lo confermano queste grandi e scenografiche installazioni che avvicinano il visitatore all'elasticità della materia e alla ricerca delle tonalità del colore, mostrando l'eleganza e la morbidezza del filato e del tessuto a maglia, principale cifra stilistica della maison documentata anche dagli oltre cento abiti storici esposti. <\/div>\n
I dialoghi tra l'intensa attività creativa di Ottavio e Rosita Missoni e la cultura visiva italiana sono, tra gli anni Cinquanta e Ottanta, molto intensi. Un'ampia selezione di opere, provenienti anche dalla stessa collezione del MA*GA, documenta questa costante relazione: i riferimenti, le persistenze e le variazioni di motivi sono ricorrenti opera dopo opera. Troviamo così le tele di Ottavio Missoni confrontarsi con i grandi maestri dell'astrattismo italiano del secondo dopoguerra, dagli autori di Forma 1 come Dorazio e Accardi, al MAC di Munari e Dorfles, fino alle sperimentazioni optical e cinetiche di Dadamaino e Colombo che ci permettono di farci notare come, tra anni Settanta e Ottanta, l'uso di segno e colore si faccia più rarefatto e concettuale conferendo una chiave di lettura del tutto inedita ed autonoma ai molteplici studi e bozzetti realizzati dallo stesso Ottavio Missoni. <\/div>\n
Alle opere più significative di Ottavio Missoni è dunque dedicata l'ultima sala della mostra, presentando un'inedita installazione. Si tratta di una serie di grandi Arazzi realizzati in patchwork di tessuto a maglia, allestiti in uno spazio immaginato, ancora una volta da Luca Missoni e Angelo Jelmini, come scenografico e suggestivo. Questo per sottolineare l'importanza che gli arazzi hanno avuto per Ottavio Missoni il quale, a partire dagli anni Settanta li elegge come esclusiva tecnica di espressione artistica, capace di concentrare in modo peculiare gli interessi trasversali, sia nella moda che nell'arte, per materia e colore. "Del resto, se in un primo tempo qualcuno si interrogò dubbioso sulla possibile attribuzione delle opere tessili di Ottavio Missoni, appunto in quanto tali, all'arte […] – scrive ancora Luciano Caramel – ben presto l'equivoco fu contraddetto dai fatti".<\/div>\n
Info.<\/strong><\/div>\n
MISSONI, L'ARTE, IL COLORE<\/strong> Gallarate, Museo MA*GA (via De Magri 1) 19 aprile – 8 novembre 2015<\/div>\n