{"id":32517,"date":"2015-04-20T10:16:02","date_gmt":"2015-04-20T10:16:02","guid":{"rendered":""},"modified":"2015-09-14T11:38:42","modified_gmt":"2015-09-14T11:38:42","slug":"quando-tutta-l-europa-faceva-la-corte-a-milano","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.artevarese.com\/quando-tutta-l-europa-faceva-la-corte-a-milano\/","title":{"rendered":"Quando tutta l’Europa faceva la Corte a Milano"},"content":{"rendered":"
La mostra "Arte Lombarda dai Visconti agli Sforza", allestita a Milano nella primavera del 1958, che suscitò grande successo di critica e richiamò un notevole numero di visitatori nelle sale di palazzo Reale, si era proposta di raccogliere "molte sparse testimonianze dell'arte lombarda dal Tre al Quattrocento", al fine di ricomporre<\/strong> i lineamenti di un'intera civiltà artistica<\/strong>, in tutta la complessa varietà dei suoi aspetti e delle sue articolazioni. "Non ultimo fra i risultati della Mostra – scrisse in quell'occasione Roberto Longhi, nella sua introduzione al catalogo – è, amo crederlo, quello di sciogliere la cultura lombarda dagli ultimi, ma ostinati residui del lungo complesso di inferiorità che l'ha ostinatamente tenuta in soggezione al confronto con le altre regioni d'Italia, dalla Toscana soprattutto".<\/div>\n
<\/p>\n
Fortemente promossa dall'Assessorato alla Cultura del Comune di Milano, coprodotta da Palazzo Reale e da Skira editore, curata dai professori Mauro Natale e Serena Romano, la mostra di oggi ripensa quel progetto nella chiave più pertinente e attuale: quella della centralità di Milano e della Lombardia<\/strong>, alle radici della cultura dell'Europa moderna. Prende in esame lo stesso periodo storico considerato dalla mostra del '58: tutta la signoria dei Visconti, poi degli Sforza, fino all'arrivo dei Francesi. Il percorso si svolge attraverso una serie di tappe, il cui ordine cronologico illustra la progressione degli eventi e la densità della produzione artistica, esplorandone la pittura, la scultura, l'oreficeria, il ricamo, i libri miniati e le vetrate.<\/div>\n
<\/p>\n
I due secoli circa di cui la mostra si occupa sono tra i più straordinari<\/strong> della storia milanese e lombarda, celebrati dalla storiografia e fissati nella memoria comune come una sorta di età dell'oro, il primo momento di compiuta realizzazione di una civiltà di corte dal respiro europeo. <\/div>\n
<\/p>\n
Percorriamo le sale della mostra in compagnia di uno dei curatori, il prof. Mauro Natale:<\/strong> "Ad accogliere i visitatori sono una serie di bellissimi e raffinati medaglioni provenienti da un palazzo che si trovava in via Bigli, attribuiti a Benedetto Briosco, e che fin da subito ci fanno entrare nel clima di corte e ci trasmettono l'importanza che aveva, per entrambe le famiglie, la successione dinastica. Una storia che affonda le sue origini in una cultura ancora pre gotica<\/strong>, rappresentata qui dal Maestro della Loggia degli Osii che aveva decorato la loggia del palazzo di giustizia, che esprime questa rudezza ed imponenza strepitosa, affiancata dalle attestazioni pittoriche dei primi influssi gotici nella cultura milanese, come i tondi provenienti dal monastero Matris Domini di Bergamo. <\/p>\n
E poi in questo clima irrompono i toscani<\/strong> e arriva Giovanni di Balduccio, questo scultore meraviglioso, che in mostra si può ammirare non solo nella tentata ricomposizione (con prestito dal Metropolitan di New York) del frontale di sarcofago di un monumento visconteo, collocato in origine all'interno della basilica di Sant'Eustorgio, ma per esempio anche nel San Pietro Martire del Museo Civico Medievale di Bologna. Affiancati dalle opere di Bonino da Campione, che rappresenta il momento più espressivo e nobile della scultura trecentesca lombarda.<\/div>\n
Da notare poi gli angeli del capitello del duomo di Milano accanto al transetto, dovuto ad uno scultore franco fiammingo, con forte influenze tedesche, in mostra per dimostrare l'internazionalità di Milano. <\/p>\n
Un presto eccezionale è costituito dall'Offiziolo Visconti <\/strong>proveniente dalla Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze, iniziato sotto i Visconti ma decorato in più riprese, uno dei grandi capolavori della miniatura gotica con interventi di Giovannino de Grassi e trent'anni dopo con Belbello da Pavia. <\/div>\n
<\/p>\n
La mostra è anche un'occasione per ammirare una rassegna stupenda di opere di Michelino da Besozzo<\/strong>, dall'unica opera firmata della Pinacoteca Nazionale di Siena, allo Sposalizio della Vergine del Metropolitan, fino alla bellissima Madonna del Roseto dal museo di Castelvecchio di Verona che ha avuto attribuzioni diverse: prima a Stefano da Verona e poi a Michelino e credo che quest'ultima sia l'attribuzione giusta.<\/div>\n
<\/p>\n
Si passa poi al Trittico di Bonifacio Bembo, il pittore di corte di Francesco Sforza, una ricomposizione importante, con l'Incoronazione di Cristo e Maria, la pala centrale, dal Museo Civico "Ala Ponzone" di Cremona, mentre l'Incontro alla Porta Dorata e L'adorazione dei magi da Denver art museum. <\/div>\n
<\/p>\n
Poi si assiste al passaggio dalle forme tardogotiche ad un linguaggio più propriamente rinascimentali<\/strong>, con Donato de Bardi, grande pittore inventore della modernità pittorica in lombardia, che nello stesso tempo conosce a fondo e importa il naturalismo di origine fiamminga; la ricomposizione di questa personalità importantissima è una grande scoperta di Federico Zeri, era un nobile, poi pittore, di origine pavese, ma il suo mestiere lo svolge in Liguria, a Genova, ed è li che viene visto da Foppa e ne rimane influenzato: abbiamo portato in mostra due dipinti del Foppa alle origini: San Bernardino, della Fondazione cassa di risparmio di Pisa e un dipinto restaurato per l'occasione, la Presentazione di Gesù al tempio, che porta la traccia del soggiorno genovese lungo e discontinuo di Foppa, rintracciabile nell'architettura a conci alternati chiari e scuri tipica dell'architettura pisana e genovese. <\/div>\n
<\/p>\n
Un'altra ricostruzione importante che si può vedere in mostra, esempio di quelle integrazioni di componenti fiamminghe e mediterranee, è il corpus del cosiddetto Maestro della Madonna Cagnola<\/strong>. Abbiamo riunito per la prima volta dopo anni tutti i pannelli di questo polittico smembrato: La Madonna della collezione Cagnola, i due santi laterali Giovan Battista e Ambrogio, le punte con i santi Cristoforo e Gerolamo, sant'Orsola e le compagne, un vero mosaico ricomposto, anche se ancora incompleto perchè mancano dei pezzi. Ed è un pittore che visibilmente si educa sulla cultura fiamminga perchè la Madonna Cagnola copia nella posa una grande invenzione di Roger van der Weyden dipinto con questa cura strepitosa, con effetti ottici illusionistici propri della cultura fiamminga e quindi la mostra propone con molta convinzione che questo pittore rimasto anonimo per molti anni sia Zanetto Bugatto<\/strong>, il pittore di corte di Francesco Sforza, mandato nel 1461 a Bruxelles per imparare la tecnica nella bottega di Roger van der Weyden, è un ipotesi che era già stata avanzata da Ferdinando Bologna e Federico Zeri, la cosa bellissima è che c'è questo filo fiamminghismo e nello stesso tempo questa depurazione, nettezza dei colori che è mediterranea, nel senso di questa diffusione di questa luce trasparenze con caratteristiche simili alla pittura provenzale di questi anni. <\/div>\n
<\/p>\n
Un'altra opera importante è la santa Dorotea di Butinone, in prestito dalla collezione dell' Isola Borromeo, che presenta particolari bellissimi, come gli emblemi Borromeo e il motto humilitas, in cui emerge questo modo di rinventare l'architettura classica vista attraverso la pittura di Andrea Mantegna, perchè Butinone ha questa formazione padovana veronese.<\/div>\n
<\/p>\n
Da non perdere infine un gioiello incredibile, il busto di Beatrice d'Este, quella che sarà la moglie di Ludovico, un prestito del Louvre, scolpita da Gian Cristoforo Romano, scultore meraviglioso, con questo ricamo e l'acconciatura, con questa base moderna, una chiusa direi molto nobile verso il linguaggio moderno dell'arte lombarda>. <\/div>\n
<\/p>\n
Info.<\/strong><\/div>\n
ARTE LOMBARDA DAI VISCONTI AGLI SFORZA<\/strong><\/div>\n
Milano al centro dell'Europa<\/div>\n
Fino al 28 giugno 2015<\/div>\n
Palazzo Reale, Piazza Duomo, 12 – Milano<\/div>\n
ORARI<\/div>\n
LUNEDI' 14.30 – 19.30<\/div>\n
MARTEDI', MERCOLEDI', VENERDI' E DOMENICA 9.30 – 19.30<\/div>\n
GIOVEDI' E SABATO 9.30 – 22.30<\/div>\n
La biglietteria chiude un'ora prima<\/div>\n
BIGLIETTI<\/div>\n
Intero: € 12,00<\/div>\n
Ridotto: € 10,00<\/div>\n
Ridotto club Skira: € 9,00<\/div>\n
Gruppi: € 10,00<\/div>\n
Scuole: € 6,00<\/div>\n
Famiglie: € 16,00 (1 adulto + 1 ragazzo di età inferiore a 14 anni)<\/div>\n
BIGLIETTI CONGIUNTI (con audioguida in omaggio)<\/div>\n
Biglietto congiunto con Mostra Leonardo OPEN: € 20,00<\/div>\n
(Visiti Leonardo il giorno dell'acquisto, e torni a vedere Visconti Sforza quando vuoi)<\/div>\n
Biglietto congiunto con Mostra Leonardo IN GIORNATA: € 18,00<\/div>\n
(Visiti prima Visconti Sforza e SALTI LA CODA per Leonardo)<\/div>\n