{"id":33032,"date":"2015-09-19T07:36:01","date_gmt":"2015-09-19T07:36:01","guid":{"rendered":""},"modified":"2015-09-25T04:25:43","modified_gmt":"2015-09-25T04:25:43","slug":"nel-giardino-di-carlo-gi","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.artevarese.com\/nel-giardino-di-carlo-gi\/","title":{"rendered":"Nel giardino di Carlo Gi\u00f2"},"content":{"rendered":"
Un pennello sottile, paziente e riflessivo.<\/strong> Gli acquerelli di Carlo Giò esposti alla Galleria Ghiggini di Varese, sono delle emozioni fermate su carta cotonata. <\/div>\n
"E' un'arte gentile – racconta Carlo Giò <\/strong>– nel senso che non è violenta, non spara, non esplode. Magrelli diceva che non è come un fuoco di un vulcano ma come il mormorio di una sorgente". <\/div>\n
Stupore ed incanto, delicatezza e fascino d'altri tempi, Carlo Giò insegue le minute forme di petali, foglie, rametti, riflessi di vitrei recipinti cui da vita e luminosità, con l'accuratezza che richiede la copia dal vero. <\/div>\n
"I miei soggetti sono solo fiori<\/strong>, – prosegue – facevo anche paesaggi ma la galleria Ghiggini aveva già un paesaggista ad acquerello, e allora mi hanno pregato di fare solo i fiori".<\/div>\n
La leggerezza e la trasparenza delle velature sono esaltate dall'uso della carta, che assorbe e attenua il colore. Una tecnica che nei suoi tempi lenti e nei gesti misurati lascia spazio al pensiero di un precedere creativo fatto di silenzi e meditazioni. <\/div>\n