{"id":33466,"date":"2016-02-27T04:33:33","date_gmt":"2016-02-27T04:33:33","guid":{"rendered":""},"modified":"2016-03-03T11:39:30","modified_gmt":"2016-03-03T11:39:30","slug":"alfons-mucha-bellezza-in-fiore","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.artevarese.com\/alfons-mucha-bellezza-in-fiore\/","title":{"rendered":"Alfons Mucha, bellezza in fiore"},"content":{"rendered":"
Decorazioni floreali e figure brulicanti fluiscono nelle sale di Palazzo Reale, con la mostra Alfons Mucha e le atmosfere art noveau<\/em>. Pittore, decoratore, illustratore e scenografo<\/strong>, Alfons Mucha incarna l'essenza dello stile dalla linea sinuosa, "promotore" di un nuovo linguaggio comunicativo, di<\/div>\n
un'arte visiva innovativa e potente. Eppure, poster, decorazione d'interni e manifesti di grande popolarità celano un artista dalla storia poco nota.<\/strong><\/div>\n
Classe 1860, Alfons Mucha nasce in Moravia, nell'ex Impero austro-ungarico. Dopo l'esordio come decoratore autodidatta<\/strong>, la giovane promessa parte alla volta di Parigi<\/strong>, mèta di tutti gli artisti, dove dove rimarrà per diciassette anni. Gli studi accademici e il fervore dell'ambiente parigino sono un tassello fondamentale, ma è l'incontro con l'attrice Sarah Bernhardt<\/strong> a condurre Mucha al successo internazionale. Nel 1894<\/strong>, Mucha disegna il primo manifesto<\/strong> per "la divina" in occasione dello spettacolo Gismonda<\/em><\/strong> di Victorien Sardou. È l'inizio di una lunga collaborazione, che lo decreta come uno dei più ricercati autori di arte applicata, di manifesti pubblicitari e di illustrazioni. L'attrice sarà la sua musa\/modella dal 1894 al 1910. La immortala in "Médée", "La Dame aux Camélias", "Lorenzaccio", "La Tosca", "La Samaritaine", "Hamlet"…<\/div>\n
Mucha, richiestissimo, produce pannelli, manifesti, litografie, calendari, gioielli. Molti ritratti. In men che non si dica divenne uno degli artisti più apprezzati e imitati del suo tempo e cominciò a girare il mondo<\/strong> – da Parigi a Vienna, da Praga a New York.<\/div>\n
Ogni immagine nasce da un tratto nitido, volto a delimitare figure femminili attorniate da un animarsi di motivi floreali<\/strong>. Questo segno grafico influenza artisti coevi e pubblicità, fino ad entrare nella cultura popolare con la definizione di "stile Mucha".<\/div>\n
"Donne si propongono sotto vesti sontuose che richiamano uno stile neoclassico<\/strong>, racchiuse, donando una certa rilevanza alla figura stessa, in una cornice floreale, naturalismo sublime che ha segnato le pagine della letteratura artistica del disegno e dell'illustrazione pubblicitarie e artistiche. Il simbolismo si attesta in una sequenza di figure muliebri <\/strong>i cui contorni non sono marcatamente evidenziati, rendendo ancora più rilevante il senso di evanescenza e di bellezza aggraziata che promana dalla stessa immagine illustrata. Figure geometriche come in giochi complessi di vortici incomprensibili ma dall'impatto estetico dirompente<\/strong> si diffondono nello spazio dell'opera, aprendo una visione inattesa e inaspettata, densa e ricca di simboli e segni che derivano dalla cultura dei tempi, anche da quella massonica, e resi tali da definirne un contorno epico<\/strong>: come epica rimane la realizzazione di una serie di grandi dipinti che viene titolata Epopea Slava<\/strong>, ossia una lunga narrazione, quasi ritornassimo alla funzione didattica e didascalica di tanta arte dell'Alto Medioevo, della storia dei popoli slavi".<\/div>\n
A Palazzo Reale, centocinquanta manifesti<\/strong> firmati Alfons Mucha dialogano con i manufatti di altri creativi del tempo<\/strong>, per un viaggio in un'epoca dominata da una sana trasversalità fra le arti. Ceramiche, mobili, ferri battuti e vasi ricostruiscono l'atmosfera vibrante del Modernismo e testimoniano come il tratto rivoluzionario del maestro ceco abbia contaminato le arti applicate, fra comò impreziositi da motivi floreali, specchi animati da una fauna selvaggia e addirittura scatole di biscotti decorate con suadenti figure femminili.<\/div>\n
In tanta promiscuità creativa a trionfare è proprio Alfons Mucha, col suo stile versatile ma inconfondibile<\/strong>, in grado di farsi interprete di un ampio ventaglio di temi e iconografe. Sala dopo sala, le locandine teatrali di Sarah Bernhardt lasciano posto a calendari interpretati da ragazze in fiore, mentre l'esaltazione del mondo animale sfocia nella celebrazione di quello vegetale. Così, donne angelicate si trasformano in eleganti femme fatale, mentre pavoni, serpenti e libellule mutano in rose, gigli, iris e ninfee.<\/div>\n
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Alfons Mucha e le atmosfere art nouveau <\/strong><\/div>\n