{"id":33578,"date":"2016-04-12T10:45:45","date_gmt":"2016-04-12T10:45:45","guid":{"rendered":""},"modified":"2016-09-23T04:18:07","modified_gmt":"2016-09-23T04:18:07","slug":"sui-ponteggi-a-sant-imerio-di-bosto","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.artevarese.com\/sui-ponteggi-a-sant-imerio-di-bosto\/","title":{"rendered":"Sui ponteggi a Sant’Imerio di Bosto"},"content":{"rendered":"
I dipinti erano pressochè illeggibili, con ampie zone coperte da uno scialbo di calce. Nelle vele della volta, divisa da costoloni, era il Cristo in mandorla e i Dottori della Chiesa<\/strong>. I costoloni presentano una decorazione a ventaglietti festonati abbastanza diffusa in area varesina nella seconda metà del Quattrocento sia in edifici ecclesiastici che privati. <\/p>\n
Sulla parete nord e sud si intravedono resti di una elaborata struttura architettonica <\/strong>seriale arricchita da cuspidi e fastigi in stile gotico, che racchidono un motivo a conchiglia centrale di sfondo. Il numero delle colonnine individua dodici nicchie entro le quali è possibile pensare che fossero raffigurati i dodici Apostoli<\/strong>. Sulla parete sud è visibile un frammento di Santo che regge un cartiglio con veste riccamente decorata a damasco con motivi floreali. <\/div>\n
Si lavora alacremente sui ponteggi issati nell'abside della chiesa di Sant'Imerio<\/strong>, anticamente dedicata a San Michele, fondata nell'XI secolo nella castellanza di Bosto. <\/div>\n
Lucio Mattaini<\/strong>, del Comitato Restauro S. Imerio, commenta con soddisfazione l'opera: "Dopo il restauro degli anni '70 volevamo concretizzare l'idea di riscoprire gli affreschi dell'abside<\/strong>. Quindi abbiamo incominciato in parrocchia a pensare come interagire e siamo riusciti a trovare una parte di sovvenzioni da parte delle banche e delle istituzioni, quindi a questo punto abbiamo colto l'occasione per partire coi lavori. Hanno contribuito Ubi Banca, Fondazione Comunitaria del Varesotto e BCC. Nonostante i tempi difficili sono riusciti a darci quasi completamente la cifra legata al restauro, e devo dire che il risultato sicuramente c'è perchè abbiamo scoperto molti particolari che si pensava scomparsi". <\/div>\n
Ad illustrarci le prime novità emerse la restauratrice MariaLuisa Lucini<\/strong>: "Le problematiche erano diverse, negli anni passati c'erano state infiltrazioni d'acqua<\/strong> che erano state risolte con il restauro architettonico compiuto dagli architetti Villa e Segre a cavallo anni '80, e che avevano danneggiato gli affreschi , soprattutto quelli sul lato sinistro. C'erano già stati precedenti interventi di restauro<\/strong> negli anni '30, in seguito al ritrovamento del sarcofago di sant'Imerio, ma già nelle antiche Visite Pastorali si parlava di affreschi molto rovinati. <\/div>\n
Quando siamo intervenuti abbiamo trovati gli affreschi coperti da strato di calce indurito <\/strong>e dei frammenti di affresco lasciati a vista ridipinti. Quindi abbiamo iniziato il discialbo e la pulitura<\/strong> per portare alla luce tutti i frammenti presenti sulla volta. Sono emersi dei lacerti, abbiamo recuperato le figure dei santi, il Cristo in mandorla con figure di angeli ai lati e sulle altre vele i Padri della Chiesa.<\/strong> Abbiamo trovato i segni delle giornate ben definiti e delle incisioni fatte sugli intonaci, per esempio sulle aureaole o i cartigli, e -una particolarità- anche degli incisioni fatte nell'intonaci a spolvero<\/strong>, ovvero invece di spolverare il disegno con il pigmento è stato poggiato il cartone ed inciso direttamente sull'intonaco, quindi si notato una serie di puntinature". <\/div>\n
I dati emersi durante il restauro saranno certamente utili per una valutazione stilistica e una precisare cronologica<\/strong>, ipotizzata al momento entro la seconda metà del Quattrocento, tra sesto o settimo decennio. <\/div>\n