{"id":33653,"date":"2016-05-22T08:41:20","date_gmt":"2016-05-22T08:41:20","guid":{"rendered":""},"modified":"2016-05-28T04:30:47","modified_gmt":"2016-05-28T04:30:47","slug":"museo-vela-crocevia-di-culture","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.artevarese.com\/museo-vela-crocevia-di-culture\/","title":{"rendered":"Museo Vela, crocevia di culture"},"content":{"rendered":"
È più che mai primavera al Museo Vela di Ligornetto<\/strong>. Primo museo del Canton Ticino, inaugurato nel 1898<\/strong>, la casa museo ha assunto il ruolo di ponte culturale tra Italia e Svizzera, patria d'elezione dello scultore del Risorgimento italiano Vincenzo Vela. <\/div>\n
Oltre all'imponente collezione di gessi<\/strong> originali delle opere del maestro, il museo conserva i lasciti del fratello Lorenzo e del figlio pittore Spartaco<\/strong>, una quadreria ottocentesca<\/strong> di pittura lombarda e una delle più antiche collezioni fotografiche<\/strong> private svizzere.<\/div>\n
Arte e storia dell'Ottocento italiano e svizzero si intrecciano in un unicum,<\/strong> attraverso i magnifici ritratti dei protagonisti del Risorgimento, mentre la presenza di alcuni elementi che ricordano il carattere privato della residenza e il parco panoramico, conferiscono a questo luogo il carattere di opera d'arte totale. Ristrutturato interamente dall'architetto Mario Botta, il museo è ubicato ai piedi del Monte San Giorgio (patrimonio Unesco per l'umanità).<\/p>\n<\/div>\n
In occasione dell'inaugurazione di AlpTransit, il Museo Vela dedica il numero 7 della collana di ricerca<\/strong> «Casa d'artisti. Quaderni del Museo Vincenzo Vela» al rilievo «Le vittime del lavoro»<\/strong>, capolavoro della maturità di Vela, ideato liberamente dall'artista per commemorare il primo traforo del Gottardo (1882) e rendere omaggio ai minatori morti durante la titanica impresa.<\/div>\n
"….Feci quest'opera senza averne avuta nè la commissione nè l'idea da nessuno,…." – così dichiarava Vincenzo Vela in una lettera del 1886, svelando l'origine tutta intima e autonoma dell'opera<\/strong>, capitolo stupefacente ancorché avanzato dell'attività dello scultore. Reduce dallo scacco patito nella vicenda del Mausoleo Brunswick, dimorante in quel Canton Ticino ove non poteva non giungergli la viva e non sempre trionfale eco dello scavo del tunnel ferroviario del Gottardo (1872-1882), l'autore ormai ultrasessantenne concepisce e realizza questo altorilievo impressionante<\/strong>, tra i primi monumenti eretti in Europa alla "classe operaia" e alla sacra laica dignità del lavoro.<\/div>\n
La scena rappresenta due minatori mentre portano fuori dalla galleria, sulla barella, un loro compagno moribondo<\/strong>, scortati da altri due lavoratori, muti testimoni della tragedia. Il modellato aspro e contrastato, al limite della deformazione espressionista, traduce il dramma che trascende l'attualità e la cronaca per la solenne misura formale dell'opera divenuta da subito veicolo potente delle istanze sociali e umanitarie dal Vela propugnate.<\/div>\n
Vista la pertinenza con questo importante avvenimento, il volume verrà presentato a Giornico<\/strong>, presso il Museo etnografico della Leventina, molto attento al tema del passaggio delle Alpi. <\/div>\n
L'appuntamento è per domenica 29 maggio<\/strong>, alla presenza degli autori dei saggi sull'opera, cui farà seguitp un momento di convivio, con un brunch con prodotti leventinesi, un accompagnamento musicale (Marco Santilli) e la presenza di un ex-lavoratore del cantiere Alptranist, che segnerà in modo importante il fine ultimo di quest'opera di Vincenzo Vela.<\/p>\n