{"id":33843,"date":"2016-08-30T04:39:33","date_gmt":"2016-08-30T04:39:33","guid":{"rendered":""},"modified":"2016-09-01T10:49:28","modified_gmt":"2016-09-01T10:49:28","slug":"i-tesori-del-museo-baroffio","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.artevarese.com\/i-tesori-del-museo-baroffio\/","title":{"rendered":"I Tesori del Museo Baroffio"},"content":{"rendered":"
Molti, per fortuna, hanno avuto occasione di sperimentare l'incantevole bellezza del Sacro Monte di Varese<\/strong>, dove arte e natura si intrecciano armoniosamente in un contesto di singolare suggestione. Ma non tutti, purtroppo, conoscono ancora una particolare gemma di questo straordinario complesso: quel Museo Baroffio <\/strong>che, incastonato nel fianco stesso del santuario, al culmine del percorso sacromontano, offre al visitatore fin dal suo "ingresso" un ampio, indimenticabile panorama sulle Alpi, le Prealpi e i laghi lombardi. E al suo interno, importanti collezioni e piccoli, grandi capolavori<\/strong>. Tutti da scoprire.<\/div>\n
Il museo può essere considerato uno dei primi del suo genere in Lombardia<\/strong>, essendo stato aperto al pubblico già nell'estate del 1900, visitato in anteprima dall'allora arcivescovo di Milano, il cardinale Andrea Ferrari. <\/div>\n
La sede espositiva porta il nome del facoltoso benefattore, il barone Giuseppe Baroffio dall'Aglio<\/strong>, che alla sua morte, avvenuta nel 1929, lasciò al santuario l'intero suo patrimonio, apliando e arricchendo la collezione. <\/div>\n
Sotto l'egida di monsignor Pasquale Macchi<\/strong>, già segretario di papa Paolo VI, si avviò una zelante politica di restauri e di valorizzazione del patrimonio storico artistico del Sacro Monte. Nacque in questo contesto la sezione d'arte sacra contemporanea, con una sessantina di significative opere del Novecento legate al tema mariano. <\/div>\n
Ad accogliere i visitatori al loro ingresso è però la Madonna col Bambino<\/strong>, databile agli ultimi anni del XII secolo, una delle più importanti sculture romaniche del territorio varesino<\/strong>, attribuita a Domenico e Lanfranco da Ligurno, che probabilmente era inerita nella lunetta del portale dell'antico Santuario, per accogliere i pellegrini che salivano a Santa Maria del Monte, ieri come oggi. <\/div>\n
Percorrendo le eleganti sale si incontrano oggetti liturgici, reperti archeologici e oggetti preziosi donati al santuario dai fedeli<\/strong>. Fanno da corona i dipinti, gli argenti, i codici miniati e la serie di paramenti<\/strong>, tra i quali spicca il prezioso paliotto in broccato d'oro donato dal duca di milano Lodovico il Moro e dalla moglie Beatrice d'Este e il paliotto soprannominato "leonardesco" perché recante la riproduzione della Vergine delle Rocce, nella sua prima versione (quella ora al Louvre).<\/div>\n
Grande novità, inoltre, è l'esposizione del coccodrillo<\/strong> finalmente restaurato, sorprendente ex voto del XVIII secolo la cui romanzesca avventura viene raccontata durante le visite guidate alla collezione. Il curioso rettile è anche al centro delle attività e dei laboratori didattici rivolti ai visitatori più piccoli, dai 5 ai 10 anni, che si svolgono negli orari di apertura del museo. <\/div>\n
Dunque, buona visita al Museo Baroffio, gli ingredienti per trascorrere una giornata speciale ci sono tutti.<\/div>\n