{"id":35792,"date":"2011-07-28T18:28:27","date_gmt":"2011-07-28T18:28:27","guid":{"rendered":""},"modified":"2011-07-29T11:52:13","modified_gmt":"2011-07-29T11:52:13","slug":"una-zattera-per-il-teatro-di-varese","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.artevarese.com\/una-zattera-per-il-teatro-di-varese\/","title":{"rendered":"Una \u201czattera\u201d per il teatro di Varese"},"content":{"rendered":"
Una Zattera sempre in movimento<\/strong> – Rassegne, spettacoli, corsi, stage: non manca nulla al blasone del "Progetto Zattera" timonato – è il caso di dirlo – da Martin Stigol che, con Noemi Bassani e Lucia Capellari da alcuni anni è attivo sulla scena del teatro in provincia e fuori, concentrandosi soprattutto su piccole produzione di qualità dedicate ai più giovani. <\/p>\n Stigol era presente alle ultime riunioni organizzate per discutere del futuro del Teatro di Varese: l’abbiamo raggiunto telefonicamente per sentire dalla voce di chi di teatro vive e nel teatro opera quale può essere la giusta formula per adattarsi alle esigenze di chi fa cultura in città.<\/p>\n Una scena, quella varesina, ricca di piccole realtà culturali che chiedono uno spazio adatto alle loro necessità, che non necessariamente corrisponde a quello di una sala da novecento o mille posti.<\/p>\n <\/p>\n Due spazi<\/strong> – "Si potrebbe pensare a uno spazio doppio: una sala da mille posti e una più piccola da tre-quattrocento, dimensioni simili sono più facili da gestire e riempire per le piccole compagnie ed è anche una questione di qualità di visione dello spettacolo: nel caso delle piccole sale è certamente meglio." Esordisce così Martin Stigol, dicendo subito di proporre il suo punto di vista, comune però a molte altre realtà attoriali di Varese.<\/p>\n "Ovviamente se parliamo di grandi eventi, come l’ultimo spettacolo di Marco Paolini, i grandi numeri sono necessari".<\/p>\n <\/p>\n La gestione<\/strong> – "Sono dell’idea che una fondazione sul modello gallaratese non sia la cosa migliore," continua Stigol: "presenta qualche rischio. Per articolare la gestione di un teatro in una città serve una operazione mista tra privato e pubblico.<\/p>\n Alle riunioni si è parlato di un’associazione culturale ma la mia esperienza, e quella di tante altre compagnie, non mi permettono di essere sicuro anche di questo, perché ci è capitato pefino di non essere pagati da una di queste associazioni. E’ necessario che ci sia un controllo. La Fondazione, l’Associazione culturale, devono avere tra i requisiti minimi una stretta sorveglianza e controllo sul loro operato".<\/p>\n <\/p>\n L’equipaggiamento<\/strong> – "Per quanto riguarda quello che bisogna mettere dentro una volta creata la struttura sono dell’idea", continua Stigol "che questo teatro debba avere un minimo di personale fisso – anche dei tecnici degli impianti -, con la certezza per i lavoratori di non essere buttati fuori e di lavorare con continuità e serenità. <\/p>\n Io credo nessuna mensa, cimitero o società partecipata del comune di Varese abbia personale precario, che un giorno arriva e uno se ne va." E poi: "Anche sul lato della dotazione tecnica oggi al Teatro di Varese non funziona perfettamente: ogni volta che devi fare uno spettacolo devi portare tu qualcosa.<\/p>\n Un luogo della cultura deve essere attrezzato come un luogo per fare cultura. Questo permetterà al teatro di maturare e proiettarlo nel futuro".<\/p>\n <\/p>\n Spazio ai più piccoli<\/strong> – "Infine" conclude Stigol "le associazioni del territorio che in questi anni hanno dimostrato di essere mature, attive e competitive dovrebbero poter fruire con più facilità della struttura.<\/p>\n Avere la possibilità di usufruire in modo agevolato o con uno calendario alternativo nel corso della settimana, a fianco dei grandi eventi una specie di attenzione al "locale", dedicata a quanto di vivo e creativo c’è in città: è anche un modo di raccogliere fondi, attraverso un affitto" e di rendere più vivo, aggiungiamo noi, questo che dovrebbe essere il nuovo polo culturale della città.<\/p>\n Raccogliamo il punto di vista di una delle associazioni culturali che si occupano di teatro sul nuovo progetto di Piazza Repubblica: "Non è sufficiente parlare solo dell’involucro ma occorre affrontare le tematiche occupazionali ed artistiche".<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":" Una Zattera sempre in movimento – Rassegne, spettacoli, corsi, stage: non manca nulla al blasone del "Progetto Zattera" timonato – è il caso di dirlo – da Martin Stigol che, con Noemi Bassani e Lucia Capellari da alcuni anni è attivo sulla scena del teatro in provincia e fuori, concentrandosi soprattutto su piccole produzione di […]<\/p>\n","protected":false},"author":1,"featured_media":0,"comment_status":"closed","ping_status":"open","sticky":false,"template":"","format":"standard","meta":{"footnotes":""},"categories":[262,108,51],"tags":[],"yoast_head":"\n