{"id":36534,"date":"2013-01-31T16:09:36","date_gmt":"2013-01-31T16:09:36","guid":{"rendered":""},"modified":"2013-02-01T14:24:48","modified_gmt":"2013-02-01T14:24:48","slug":"a-saronno-va-in-scena-diderot","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.artevarese.com\/a-saronno-va-in-scena-diderot\/","title":{"rendered":"A Saronno va in scena Diderot"},"content":{"rendered":"
Le luci si accendono poco alla volta sul palcoscenico, come a svelare gradualmente la scena. E davanti a noi appare Diderot, seduto al consueto Café de la Régence<\/em>, luogo in cui si incontrano individui di ogni genere. Tra questi Jean-François Rameau, musico fallito e amorale, nipote del famoso musicista Jean-Philippe. Silvio Orlando<\/strong> è il protagonista de “Il Nipote di Rameau”<\/em>, di cui cura regia e adattamento. "Il nipote di Rameau" è la parabola grottesca di un musico fallito, cortigiano convinto, amorale per vocazione, avvolto in un lucido cupio dissolvi<\/em>. Nella sua imbarazzante assenza di prospettive edificanti, nella riduzione della vita a pura funzione fisiologica riesce in maniera paradossale a ribaltare la visione del bene e del male, del genio e della mediocrità, della natura umana e delle possibilità di redimerla.<\/p>\n <\/p>\n L’opera, tra i capolavori della satira illuminista del Settecento, mostra al pubblico due facce di una stessa epoca: la società illuminista da una parte, quella ipocrita e meschina dall’altra. Rameau ne rappresenta l’esatta sintesi: un uomo tra il sublime e il volgare, geniale e mediocre che, senza pudore e ipocrisia, sfida i solidi valori etici e morali incarnati qui da Diderot, confessando apertamente torbide certezze e pensieri comuni a tutta la società.<\/p>\n <\/p>\n Rameau si è offerto attraverso i secoli come un nitido archetipo di libero servo: dietro la sua perversità si scorgono le paure del filosofo del perdere se stesso e i propri riferimenti etici nell’affrontare quel turbolento e fervido scorcio di secolo. Un momento storico colmo di profonde mutazioni della società civile, di pericolose contorsioni intellettuali, di violenti impatti storici. Come il nostro.<\/p>\n <\/p>\n All’orizzonte i soliti dubbi: come scegliere, una volta posti davanti al bivio tra moralità, rettitudine o dissoluzione e arrivismo? Come si colloca in questo panorama il ruolo dell’intellettuale? Dove iniziano e finiscono la sua libertà e la sua incorruttibilità?<\/strong> Quanto c’è di amorale in una personalità geniale?<\/p>\n <\/p>\n Lo spettatore è portato a riflettere su quanto una storia del Settecento francese possa trovare riscontri nella società odierna, poiché la natura umana, virtuosa e al contempo imperfetta, non è poi così soggetta allo scorrere del tempo.<\/p>\n Rispolverando il repertorio della pantomima, della mimica facciale e dell’uso di pupazzi in scena<\/strong>, Orlando sapientemente incuriosisce la platea che ricompensa con lunghi applausi.<\/p>\n Dal 22 al 24 febbraio, il Teatro cittadino ospita "Il nipote di Rameau" di Denis Diderot, capolavoro satirico della seconda metà del Settecento e parabola grottesca di un musico fallito, avvolto in un lucido cupio dissolvi. <\/em>L’adattamento scenico è firmato da Edoardo Erba e Silvio Orlando.<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":" Le luci si accendono poco alla volta sul palcoscenico, come a svelare gradualmente la scena. E davanti a noi appare Diderot, seduto al consueto Café de la Régence, luogo in cui si incontrano individui di ogni genere. Tra questi Jean-François Rameau, musico fallito e amorale, nipote del famoso musicista Jean-Philippe. Silvio Orlando è il protagonista […]<\/p>\n","protected":false},"author":1,"featured_media":0,"comment_status":"closed","ping_status":"open","sticky":false,"template":"","format":"standard","meta":{"footnotes":""},"categories":[46,262],"tags":[],"yoast_head":"\n