{"id":40716,"date":"2017-10-27T11:33:29","date_gmt":"2017-10-27T09:33:29","guid":{"rendered":"http:\/\/varesearte.it\/?p=40716"},"modified":"2017-11-29T11:36:07","modified_gmt":"2017-11-29T10:36:07","slug":"tra-svaghi-vizi-e-virtu","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.artevarese.com\/tra-svaghi-vizi-e-virtu\/","title":{"rendered":"TRA SVAGHI, VIZI E VIRTU\u2019\u2026"},"content":{"rendered":"
Gli\u00a0affreschi cortesi<\/strong>\u00a0del\u00a0Castello di Masnago<\/strong>, oggi Museo di Arte Moderna e Contemporanea della citt\u00e0 di Varese.<\/p>\n Tutto ebbe inizio nel lontano\u00a0Medioevo<\/strong>\u00a0quando una grande costruzione, inizialmente concepita come una fortificazione – come testimonia l’imponente torre quadrata di avvistamento, risalente al XII secolo – cresceva e si elevava sull’altura di Masnago. L’omonimo Castello allora costruito sub\u00ec, nel corso dei secoli, aggiunte e ampliamenti che ne modificarono gradualmente il suo aspetto originale rendendolo sempre pi\u00f9 simile a una grande villa.<\/p>\n Tipici passatempi di corte nella Sala degli Svaghi…<\/strong>\u00a0le cui pareti, affrescate senza soluzione di continuit\u00e0, con un effetto illusionistico che raggiunger\u00e0 il suo apice nella Sala dei Vizi e delle Virt\u00f9, raffigurano scene quali la\u00a0Caccia col falcone<\/strong>\u00a0con i suoi due personaggi a cavallo – la dama in abito rosso e l’uomo in una giubba orlata di ermellino sulla cui mano serra gli artigli un elegante falcone bianco – la\u00a0Gita in barca<\/strong>\u00a0della dama con le sue due ancelle, il\u00a0Gioco dei tarocchi<\/strong>\u00a0a bordo di una nave su cui sventola lo stemma Castiglioni, la\u00a0Colazione sull’erba<\/strong>\u00a0di un gruppo di gentiluomini e<\/p>\n l’immagine di una\u00a0dama intenta a suonare l’organetto<\/strong>, elegantemente adagiata sotto una decoratissima tenda sulla cui cima sventola, di nuovo, lo stemma della famiglia Castiglioni. C’\u00e8 chi ha voluto riconoscere nella dama con l’organetto\u00a0Maria Lampugnani<\/strong>, la sposa di Giovanni Castiglioni, nel cui Castello di famiglia a Legnano si trovano affreschi di carattere cortese databili intorno alla met\u00e0 del XV secolo… \u00e8 forse una coincidenza? Io non credo: nel\u00a0Quattrocento<\/strong>, infatti, Varese visse un’intensa\u00a0stagione decorativa<\/strong>\u00a0ove le famiglie pi\u00f9 importanti sentirono la necessit\u00e0 di dotare le pareti delle loro dimore di cicli affrescati, con esiti assolutamente interessanti.I dipinti<\/strong>, in linea con altri esempi coevi di pittura lombarda di gusto cortese – poco distante il ciclo della Sala nuziale di Casa Orrigoni ad Azzate – si distinguono per l’attenta resa del dettaglio<\/strong>\u00a0e per la\u00a0caratterizzazione fisionomica di alcuni volti<\/strong>, testimoniando e confermando cos\u00ec la fortuna delle tematiche aristocratiche e profane nella Lombardia della met\u00e0 del Quattrocento. Incontriamo, ad esempio, la\u00a0Castit\u00e0 tra Lussuria<\/strong>, in abito eccessivamente scollato,\u00a0e Vanit\u00e0<\/strong>, intenta a guardarsi allo specchio ; la\u00a0Liberalit\u00e0 tra Avarizia e Prodigalit\u00e0<\/strong>; la\u00a0Sollecitudine tra Pigrizia<\/strong>, con una scarpa e una calza nelle mani,\u00a0e Accidia<\/strong>, con le vesti stracciate e i capelli in disordine; la\u00a0Carit\u00e0 tra Invidia e Ipocrisia<\/strong>;<\/p>\n l’Umilt\u00e0<\/strong>, con l’agnello ai suoi piedi,\u00a0tra Superbia e Arroganza<\/strong>…<\/div>\n Gli\u00a0affreschi cortesi\u00a0del\u00a0Castello di Masnago, oggi Museo di Arte Moderna e Contemporanea della citt\u00e0 di Varese. Tutto ebbe inizio nel lontano\u00a0Medioevo\u00a0quando una grande costruzione, inizialmente concepita come una fortificazione – come testimonia l’imponente torre quadrata di avvistamento, risalente al XII secolo – cresceva e si elevava sull’altura di Masnago. L’omonimo Castello allora costruito sub\u00ec, nel corso […]<\/p>\n","protected":false},"author":1,"featured_media":40718,"comment_status":"closed","ping_status":"closed","sticky":false,"template":"","format":"standard","meta":{"footnotes":""},"categories":[56,66,51],"tags":[302,303],"yoast_head":"\n
\nI dipinti,<\/strong>\u00a0noti a tutto il “mondo dell’arte”,\u00a0scoperti nel 1937<\/strong>\u00a0e fatti restaurare dall’allora proprietario Angelo Mantegazza,\u00a0risalgono al Gotico Cortese o Internazionale<\/strong>, l’appendice ultima del grande periodo del Gotico diffusosi in tutte le corti d’Europa, che va dalla fine del Trecento alla met\u00e0 del Quattrocento.<\/p>\n
\nNella Sala dei Vizi e delle Virt\u00f9<\/strong>\u00a0al piano superiore\u00a0la soglia tra architettura reale e dipinta \u00e8 pressoch\u00e9 inesistente<\/strong>: l’espediente delle\u00a0porte dipinte<\/strong>\u00a0evita, infatti, l’interruzione della decorazione da parte delle reali aperture.
\nLe pareti della stanza sono organizzate ritmicamente in gruppi di tre figure femminili – una Virt\u00f9 e i due Vizi corrispondenti – incasellate entro partiture architettoniche di colonnine dipinte che, poste sotto le travature del soffitto, intendono porsi in rapporto con l’architettura reale della sala.
\nMa, quali sono le personificazioni di Vizi e Virt\u00f9 qui rappresentate?\u00a0<\/p>\n