{"id":40830,"date":"2017-10-20T15:58:12","date_gmt":"2017-10-20T13:58:12","guid":{"rendered":"http:\/\/varesearte.it\/?p=40830"},"modified":"2017-12-18T11:48:40","modified_gmt":"2017-12-18T10:48:40","slug":"il-battistero-di-domo-verra-restaurato","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.artevarese.com\/il-battistero-di-domo-verra-restaurato\/","title":{"rendered":"IL BATTISTERO DI DOMO VERRA’ RESTAURATO!"},"content":{"rendered":"
\u00c8 stata una serata, quella di sabato scorso, dedicata interamente alla presentazione del nuovo progetto di restauro del Battistero di San Giovanni a Domo Valtravaglia<\/strong>. Don Herv\u00e9 Simeoni, Maurizio Isabella e Federico Crimi <\/strong>hanno approfondito, durante la conferenza nel salone parrocchiale di Porto Valtravaglia (ex sala degli angeli di Via Roma), gli aspetti peculiari del Battistero, i rilievi finora effettuati e gli interventi conservativi futuri, in fase di esame da parte della Soprintendenza, che faranno del San Giovanni una splendida testimonianza di architettura tardo antica<\/strong>.<\/p>\n Qual \u00e8 la storia dell’antico Battistero di Domo?\u00a0<\/strong><\/p>\n Vi terremo informati!<\/strong><\/p>\n Giulia Lotti<\/p>\n<\/div>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":" \u00c8 stata una serata, quella di sabato scorso, dedicata interamente alla presentazione del nuovo progetto di restauro del Battistero di San Giovanni a Domo Valtravaglia. Don Herv\u00e9 Simeoni, Maurizio Isabella e Federico Crimi hanno approfondito, durante la conferenza nel salone parrocchiale di Porto Valtravaglia (ex sala degli angeli di Via Roma), gli aspetti peculiari del […]<\/p>\n","protected":false},"author":1,"featured_media":42125,"comment_status":"closed","ping_status":"closed","sticky":false,"template":"","format":"standard","meta":{"footnotes":""},"categories":[56,66,16,51],"tags":[308],"yoast_head":"\n
\nLa costruzione <\/strong>del Battistero risale, pi\u00f9 o meno, al 925<\/strong> e si \u00e8 anche certi del suo ruolo quale punto di riferimento dell’antica pieve di Travaglia. <\/strong>
\nSorto 250 anni prima della Canonica di Bedero (Valtravaglia) doveva avere necessariamente una chiesa di riferimento nelle immediate vicinanze – non vi era, infatti, chiesa che non avesse il suo battistero – forse nell’area dell’attuale chiesa parrocchiale di S. Maria Assunta davanti all’edificio in questione che oggi risulta inglobato tra il vecchio municipio dello scomparso comune di Musadino e la seicentesca casa parrocchiale.
\nCome ci insegna la storia medioevale solo le chiese capopieve potevano dotarsi di un battistero<\/strong>: quello di Domo, che conserva ancora oggi la sua funzione originaria, accolse per secoli le genti della Valtravaglia.La struttura del Battistero di San Giovanni.<\/strong>
\nL’edificio si eleva su una pianta ottogonale<\/strong> (di otto lati).
\nOgni faccia<\/strong> dell’ottagono – timidamente impostato – era arricchita<\/strong> da una coppia di archetti pensili sopra ai quali la forma ottagonale assumeva una sagoma approssimativamente circolare<\/strong>. \u00c8 proprio la serie di arcate decorative esterne<\/strong> a conferire al Battistero il valore di unicum<\/strong> nel suo genere; di indubbia eredit\u00e0 carolingia gli archetti si distinguono, qui, per la loro realizzazione in rilievo rispetto al piano della muratura <\/strong>e per la mancanza di una delle lesene di sostegno, escamotage architettonico<\/strong> che conferisce al ritmo compositivo una frequenza doppia. Un dettaglio che non deve passare in osservato! A Domo, infatti, si anticiper\u00e0 la teoria di archetti pensili che trover\u00e0 la sua massima fortuna nell’architettura romanica post anno Mille. <\/strong>Rimaneggiato (in modo non sempre rispettoso) nel corso dei secoli il Battistero presenta oggi alcuni problemi conservativi e strutturali ai quali occorre necessariamente porre rimedio. E proprio per questi motivi \u00e8 stato proposto (e presentato) un progetto di restauro integrale del monumento<\/strong> che prevede il rifacimento della copertura, compromessa da una serie di aggiunte e modifiche strutturali e da numerose infiltrazioni; la valorizzazione delle tre finestrelle originali conservate; la messa in evidenza dell’originale forma ottogonale occultata da un mero tentativo di rendere il prospetto tondeggiante; la riapertura della seconda porta, tamponata nei secoli.<\/p>\n