{"id":40902,"date":"2017-10-13T16:36:04","date_gmt":"2017-10-13T14:36:04","guid":{"rendered":"http:\/\/varesearte.it\/?p=40902"},"modified":"2017-11-29T16:37:33","modified_gmt":"2017-11-29T15:37:33","slug":"genovesino-tragico-macabro-comico-tutto-da-scoprire","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.artevarese.com\/genovesino-tragico-macabro-comico-tutto-da-scoprire\/","title":{"rendered":"GENOVESINO, TRAGICO, MACABRO, COMICO: TUTTO DA SCOPRIRE"},"content":{"rendered":"
\n\n
\n
Cremona non solo la citt\u00e0 della musica. Anche la citt\u00e0 della pittura. Ce lo conferma la bella mostra dedicata a Genovesino<\/strong>, intitolata “Natura e invenzione nella pittura del Seicento.”<\/strong> Genovesino, il cui vero nome \u00e8 Luigi Miradori (1605?-1656), nasce a Genova, ma emigra presto a Piacenza e arriva a Cremona dove trova successo e fama. E’ lui il protagonista di spicco nel panorama artistico seicentesco di quella terra che il critico Vittorio Sgarbi, presente all’inaugurazione, definisce Padan\u00eca, con l’accento sulla i.<\/span><\/p>\n
La mostra, che si tiene alla Pinacoteca del Museo Civico Ala Ponzone, presenta 50 opere, alcune restaurate per l’occasione, poche altre sulle quali occorre ancora intervenire, ed \u00e8 curata da Francesco Frangi, Valerio Guazzoni e Marco Tanzi che hanno fatto un lungo lavoro di ricerca, partendo dalle tesi di Mina Gregori. La studiosa, anch’essa presente all’apertura, fu collaboratrice di Roberto Longhi e ha il merito, insieme al suo maestro, di aver aperto la strada per la conoscenza di questo artista, fin troppo dimenticato e sottovalutato. \nGenovesino \u00e8 un personaggio curioso, va detto. Si lascia stimolare da diversi interessi pittorici sia tematici che stilistici. D’altra parte, si pu\u00f2 dire sia anche uno sperimentatore, mosso da suggestioni letterarie, religiose e anche musicali: d’altra parte, Cremona \u00e8 il luogo giusto e lui stesso fu anche un abile suonatore di “colascione”, un liuto a manico lungo. \nLa sua pittura, oltre che debitoria verso il luminismo caravaggesco (ben visibile nei neri degli sfondi), ha stilemi spagnoleggianti (una sua opera fu a lungo attribuita allo spagnolo de Zurbar\u00e0n), talora barocchi, senza contare certe maniere influenzate dai pittori bamboccianti romani. Dal punto di vista coloristico, possiamo soffermarci sul suo uso dei rossi (un rosso, in particolare, lo contraddistingue il cosiddetto “pons\u00f2” che \u00e8 quello degli abiti cardinalizi) o certe sue caratteristiche come le nuvole rosa, che appaiono in diverse sue opere. \nIl percorso della mostra cerca di seguire la cronologia degli avvenimenti attorno a questa figura. Tra le prime opere, troviamo la Suonatrice di liuto, che gli fu attribuita proprio da Mina Gregori, tanto che Longhi la volle esporre nella sua Mostra del 1951 dedicata a Caravaggio e ai caravaggeschi, a Palazzo Reale. \nNelle opere di argomento religioso, il Genovesino mostra le sue grandi doti come ad esempio nella Presentazione al Tempio e nelle due Storie di Sant’Orsola, restaurate di recente. Tra gli altri dipinti di questo genere, ricordiamo la Nascita della Vergine, l’Adorazione dei Magi, la Sacra Famiglia, Lot e le figlie e Ultima cena. \nFino al suo capolavoro Riposo nella fuga in Egitto, esposto all’Expo 2015, di cui Sgarbi tratteggia alcune immagini di grande efficacia, soffermandosi sul paesaggio che fa da sfondo all’opera: “Alle spalle del gruppo santo, in distanza, Genovesino racconta la causa della fuga: il terrore di Erode che ha ordinato la strage degli innocenti. Bambini e madri cadono nel vuoto, come dalle due torri a New York quell’11 settembre”. \nIl Genovesino, intimamente metafisico, appare qua e l\u00e0, ma specie nella serie delle Vanitas, opere nelle quali un putto dorme accanto o sopra dei teschi, e altri simboli del tempo che passa (la clessidra) per ricordare la caducit\u00e0 della vita: in uno di essi campeggi il monito: Morieris! \nDurante il percorso, si scopre un artista dotato di una grande abilit\u00e0 ritrattistica: tra i lavori ricordiamo un Ritratto Trivulzio e lo splendido Ritratto di un gentiluomo, vero capolavoro. Genovesino fu anche attento a scegliere soggetti insoliti, che testimoniano la sua cultura anche letteraria. Ad esempio, Zenobia, Regina di Palmira, con un cartiglio che richiama la sua conoscenza delle opere di Calderon della Barca (La Gran Cenobia). \nAltri due spunti per chi visiter\u00e0 la mostra: l’opera Moltiplicazioni dei pani e dei pesci che va vista con attenzione per i numerosi particolari che l’artista mette nel dipinto che hanno anche un risvolto picaresco e comico, come dice la stessa Mina Gregori. Oppure i Mangiatori di ricotta: quella bocca aperta, sgangherata, ripresa del modello di Vincenzo Campi, con intenti ancor pi\u00f9 caricaturali e grotteschi, resta impressa e suscita nell’osservatore una palpabile ripugnanza. \nTragico, metafisico, macabro, comico. Cos’\u00e8 Genovesino? Tutto questo. Al visitatore resta il gusto di scoprirlo e apprezzarne la grande abilit\u00e0 espressiva.<\/strong><\/p>\n
\nMuseo Civico Ala Ponzone<\/strong>, via Ugolani Dati, 2 ,Cremona. Biglietti: 10 euro (intero); 8 euro (ridotto) \nOfficina Libraria ha realizzato il libro che illustra la Mostra, intitolato “Genovesino. Natura e invenzione nella pittura del Seicento a Cremona, 216 pag.,29,00 euro.<\/div>\n
Cremona non solo la citt\u00e0 della musica. Anche la citt\u00e0 della pittura. Ce lo conferma la bella mostra dedicata a Genovesino, intitolata “Natura e invenzione nella pittura del Seicento.” Genovesino, il cui vero nome \u00e8 Luigi Miradori (1605?-1656), nasce a Genova, ma emigra presto a Piacenza e arriva a Cremona dove trova successo e fama. […]<\/p>\n","protected":false},"author":1,"featured_media":40904,"comment_status":"closed","ping_status":"closed","sticky":false,"template":"","format":"standard","meta":{"footnotes":""},"categories":[56,45,64,66,15],"tags":[],"yoast_head":"\n
GENOVESINO, TRAGICO, MACABRO, COMICO: TUTTO DA SCOPRIRE - ArteVarese.com<\/title>\n\n\n\n\n\n\n\n\n\n\n\n\n\t\n\t\n\t\n\n\n\n\t\n\t\n\t\n