{"id":41328,"date":"2017-08-04T21:56:22","date_gmt":"2017-08-04T19:56:22","guid":{"rendered":"http:\/\/artevarese.com\/?p=41328"},"modified":"2017-11-30T22:00:45","modified_gmt":"2017-11-30T21:00:45","slug":"il-map-un-museo-nel-dimenticatoio","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.artevarese.com\/il-map-un-museo-nel-dimenticatoio\/","title":{"rendered":"IL MAP\u2026 UN MUSEO NEL DIMENTICATOIO"},"content":{"rendered":"
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Castiglione Olona<\/strong>, citt\u00e0 ideale<\/strong> voluta del Cardinal Branda Castiglioni<\/strong> che qui stabil\u00ec la sua dimora, cela tra vie e palazzi tesori di grande importanza artistico-culturale che, purtroppo, pochi conoscono e apprezzano.<\/span><\/td>\n<\/tr>\n<\/tbody>\n<\/table>\n
Uno di questi \u00e8, appunto, il Museo di Arte Plastica <\/strong>(il MAP<\/strong> per gli amici), un’istituzione piuttosto giovane, costituitasi nel giugno del 2004 e che deve le sue opere a un ammirevole \u2018esperimento’ tutto varesino. \nPOLIMERO ARTE <\/strong>\u00e8 il nome del progetto frutto della collaborazione tra Ludovico Castiglioni<\/strong> e il cugino Franco Mazzucchelli<\/strong>. Tra gli anni 1969 e 1973<\/strong> i due promossero<\/strong>, nella sede della Mazzucchelli Celluloide (la pi\u00f9 importante fabbrica d’Italia nella produzione e lavorazione di materiale plastico), un centro di ricerche estetiche e un laboratorio dotato di tecnologie e personale qualificato<\/strong>.\u00a0<\/span><\/p>\n
\nLa Mazzucchelli mise a disposizione i suoi macchinari e le sue materie prime a numerosi artisti <\/strong>– tra cui: Carla Accardi, Filippo Avalle, Enrico Baj, Giuliana Balice, Man Ray, Giacomo Balla e in seguito si aggiunsero Marcello Morandini, Vittore Frattini, Carlo Giuliano, Maria Teresa Illuminato<\/strong> e molti altri ancora – che riuscirono a plasmare opere uniche ed eccezionali.<\/div>\n
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Certo, tutto questo a noi sembra banale! La plastica \u00e8 entrata ormai a far parte della nostra quotidianit\u00e0, ma dobbiamo cercare di entrare nell’ottica di quel periodo storico<\/strong>, tra la fine degli anni ’60 e gli inizi degli anni ’70, quando la plastica<\/strong> era assolutamente un’invenzione rivoluzionaria<\/strong>, specialmente in campo artistico! Chi, allora, si sarebbe mai immaginato che un quadro potesse essere completamente di plastica, per di pi\u00f9 colorata?<\/div>\n
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\nMa, non \u00e8 solo questo a rendere unico nel suo genere il MAP<\/strong>.\u00c8 anche quel connubio tra antico e moderno <\/strong>a conferire al museo castiglionese l’eccezionale fascino di cui gode. Sito in un palazzo trecentesco dei Castiglioni da Monteruzzo<\/strong>, conserva al suo interno numerosi affreschi<\/strong> di notevole fattura (che meriterebbero uno studio pi\u00f9 approndito): dalla sala d’ingresso<\/strong>, con un ciclo che definirei quasi grottesco<\/strong>, alle decorazioni geometriche<\/strong> della grande stanza al pian terreno<\/strong>, agli affreschi di caccia del piano superiore<\/strong>, senza dimenticarsi delle finestre gotiche in cotto <\/strong>della facciata esterna, uno dei pochissimi esempi rimasti in terra varesina… Il museo \u00e8 tutto da scoprire!<\/p>\n
Una perla del nostro territorio che vale la pena visitare, almeno una volta nella vita.<\/p>\n