{"id":42255,"date":"2017-12-21T13:00:51","date_gmt":"2017-12-21T12:00:51","guid":{"rendered":"http:\/\/artevarese.com\/?p=42255"},"modified":"2017-12-21T10:01:42","modified_gmt":"2017-12-21T09:01:42","slug":"gospel-la-melodia-del-natale","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.artevarese.com\/gospel-la-melodia-del-natale\/","title":{"rendered":"GOSPEL: LA MELODIA DEL NATALE"},"content":{"rendered":"
La storia del Gospel parte da lontano, dallo spiritual<\/strong>. I primi africani arrivati nel Nuovo Mondo erano quasi tutti schiavi. Insieme frequentavano le chiese e le “case di lode” delle piantagioni, per cantare e ballare. Non potevano usare strumenti e, in coro, condividevano gioie, dolori e speranze. Nel 1865, quando venne abolita la schiavit\u00f9, gli afroamericani cominciarono a frequentare scuole e universit\u00e0; con il sostegno economico dei loro istituti, educatori e studenti intrapresero lunghi viaggi in America e in Europa cantando gli \u201cspirituals\u201d. La diffusione di questi inni non fu accolta da tutti con pari entusiasmo<\/strong>: se da una parte i cori venivano apprezzati dal pubblico e nascevano nuove chiese che prevedevano celebrazioni con grida, applausi e balli ritmici, dall\u2019altra non si volevano ricordare i duri giorni della schiavit\u00f9.<\/p>\n <\/p>\n Alcuni musicisti seppero per\u00f2 arrangiare gli spirituals in un modo nuovo, pi\u00f9 simile alla musica classica europea<\/strong>. Gli anni \u201920 del XX secolo furono caratterizzati da un movimento artistico e culturale relativo alla poesia e alla musica denominato \u201cHarlem Renaissance<\/strong>\u201d o \u201cRinascimento nero\u201d, codificato negli scritti del filosofo, educatore e mecenate statunitense Alain LeRoy Locke<\/strong>. Locke sostenne artisti, scrittori e musicisti afroamericani incoraggiandoli a guardare all’Africa come a una fonte d’ispirazione per le loro opere. In quella che Locke defin\u00ec \u201cl’evidenza di uno spirito di razza rinnovato\u201d, gli africani d’America capirono che le loro radici in Africa erano profonde. Questo miglior\u00f2 il modo di cantare e interpretare gli spirituals: se ne comprese il significato storico e nacquero delle canzoni cristiane ispirate al Vangelo e legate alla vita quotidiana<\/strong>.<\/p>\n Il Gospel, ovvero il Canto del Vangelo, \u00e8 qiundi il risultato dei cambiamenti sociologici avvenuti all’interno della comunit\u00e0 nera<\/strong>. Un dato importante fu poi la maggiore emigrazione da Sud delle persone di colore in cerca di migliori opportunit\u00e0 economiche e di libert\u00e0. Portarono con s\u00e9 anche le loro tradizioni religiose e questo favor\u00ec il pieno sviluppo della Musica Gospel. Il predicatore cantava e gli astanti partecipavano al canto con entusiasmo<\/strong>.<\/p>\n Si volevano esprimere con la musica i propri sentimenti pi\u00f9 profondi e il proprio coinvolgimento emotivo. Negli anni Trenta Thomas A. Dorsey di Chicago mise a punto lo \u2018stile gospel\u2019, fatto di grida di lode, di gioia e di grande fervore emotivo, che si univa allo stile popolare dell’epoca<\/strong>. Dorsey, chiamato il Padre della Musica Gospel Contemporanea, seppe fondere ritmo, armonia e abbellimenti melodici con i testi religiosi. Scrisse centinaia di canzoni gospel, che venivano riproposte quanto i pezzi nati dall\u2019improvvisazione dei fedeli nelle chiese.<\/p>\n Nei decenni successivi molti gruppi gospel iniziarono a esibirsi in America e in Europa<\/strong>. A fianco dei cori acquisirono notoriet\u00e0 i quartetti, che combinavano le performance di solisti virtuosi con le innovazioni ritmico armoniche<\/strong>. Alla fine degli anni \u201950 raggiunsero il successo anche interpreti femminili come la grande Mahalia Jackson, Bessie Griffin e Clara Ward<\/strong>.<\/p>\n Data giugno 1966 la prima esibizione di un coro gospel al Madison Square Garden di New York: fu un\u2019occasione storica che segn\u00f2 il debutto di Edwin Hawkins<\/strong> e del suo Northern California State Youth Choir:<\/strong> un coro di 50 voci! La loro interpretazione della celebre \u201cOh Happy Day\u201d venne trasmessa dalle radio e la fama del Choir raggiunse vertici inattesi. Lo stile di Hawkins conquist\u00f2 anche gli appassionati del rock’n’roll, del jazz, del folk e della musica gospel tradizionale. Era infatti una perfetta armonia tra le liriche religiose e i ritmi rock contemporanei, suonati da strumenti ritmici che non erano mai stati utilizzati nel gospel, come il basso e la batteria. <\/strong>Sulla scia di questo rinnovato interesse si formarono quindi dei cori che proponevano inni gospel tradizionali insieme con interpretazioni pi\u00f9 sincopate e innovative, arrangiate in modo elaborato. Da allora questi meravigliosi brani percorrono il mondo<\/strong>.<\/p>\n In Italia il gospel piace per la bellezza e la forza delle esibizioni. Privato delle connotazioni ideologiche \u00e8 divenuto oggetto di grandi festival e le sue avvolgenti armonie sono per noi legate alle festivit\u00e0 natalizie: \u00e8 bello ascoltare il gospel aspettando la vigilia.<\/strong> Per questo i teatri del nostro territorio ospitano ogni anno dei cori giunti direttamente dagli Stati Uniti.<\/p>\n <\/p>\n Al Teatro Galleria di Legnano <\/strong>l\u2019appuntamento con il gospel degli Harlem Voices, New York <\/strong>sar\u00e0 venerd\u00ec 22 dicembre<\/strong>. La band \u00e8 costituita da 7 elementi: 5 voci e una sezione ritmica tastiera\/basso e batteria. La formazione – che vanta un\u2019esperienza ventennale e ha accompagnato i tour di artisti come Mariah Carey, Shakira e gli U2 \u2013 unisce alle melodie del gospel anche pezzi r\u2019n\u2019b, soul e funky. A guidare il canto il pastore Eric B. Turner, da anni lead singer dei Temptations e dei Drifters e attore in diversi musical e celebri serie televisive come \u201cLaw&Order\u201d e \u201cCSI: NY\u201d.<\/p>\n <\/p>\n Al Teatro Openjobmetis di Varese <\/strong>il gospel sar\u00e0 invece in scena sabato 23 dicembre<\/strong>. Le 35 voci che formano il Benedict Gospel Choir from South Carolina<\/strong> \u2013 USA attingeranno ai generi pi\u00f9 diversi, mescolando gospel, spirituals, blues, reggae e musica africana tradizionale. Il coro si \u00e8 esibito in tutto il mondo, ha vinto sette volte il prestigioso concorso \u201cBlack Music Caucus Gospel Choir\u201d di New York e ha cantato con star internazionali, oltre a partecipare a eventi come il Concerto di Natale in Vaticano 2000, trasmesso in mondovisione.<\/p>\n E anche quest\u2019anno il gospel potr\u00e0 arrivarci dritto al cuore, comunicando un messaggio importante di tolleranza e umanit\u00e0.<\/strong><\/p>\n The Harlem Voices, 22 dicembre – ore 21, Teatro Galleria, Legnano<\/strong><\/p>\n Benedict Gospel Choir, 23 dicembre \u2013 ore 21, Teatro Openjobmetis, Varese<\/strong><\/p>\n Chiara Ambrosioni<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":" La storia del Gospel parte da lontano, dallo spiritual. I primi africani arrivati nel Nuovo Mondo erano quasi tutti schiavi. Insieme frequentavano le chiese e le “case di lode” delle piantagioni, per cantare e ballare. Non potevano usare strumenti e, in coro, condividevano gioie, dolori e speranze. 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