{"id":43307,"date":"2018-02-20T12:00:44","date_gmt":"2018-02-20T11:00:44","guid":{"rendered":"https:\/\/www.artevarese.com\/?p=43307"},"modified":"2018-02-20T11:28:39","modified_gmt":"2018-02-20T10:28:39","slug":"chiamata-non-piu-mia","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.artevarese.com\/chiamata-non-piu-mia\/","title":{"rendered":"Una chiamata e… “Non sono pi\u00f9 mia”"},"content":{"rendered":"

Busto Arsizio – “Non sono pi\u00f9 mia” \u00e8 il romanzo che Tito Olivato\u00a0 ha dedicato a Beata Giuliana<\/strong>,\u00a0 la Santa cara ai bustocchi, l’umile ragazza nata nel 1427 alla Cascina dei Poveri, allora chiamata Vergara. Una vita scandita dalla sofferenza e dal dolore<\/strong> la sua, \u00a0ma sempre vissuta\u00a0 con Fede profonda e sincera. Indesiderata sin dalla nascita, come testimoniano le \u00a0crude parole del padre, uomo rozzo e violento: “sei femmina\u00a0 per me non esisti,\u00a0 \u00e8 come se non avessi nome…”.\u00a0 Infatti da tutte le ricerche svolte da Olivato non risulta il nome della ragazza fino ad una certa data quando \u00e8 ormai gi\u00e0 una donna. Anche la certezza delle origini, non trova una reale connotazione geografica cos\u00ec che ancora rimane il dubbio se\u00a0 sia Busto o Verghera a dare i natali alla giovane.<\/p>\n

Il\u00a0 romanzo \u00e0 saldamente basato sulla storia reale\u00a0 anche se non mancano passaggi di fantasia<\/strong>, pur sempre verosimili , \u00a0sfumature \u00a0di colore che arricchiscono il racconto. Tutti i capitoli\u00a0 sono introdotti da citazioni bibliche , frasi evangeliche o \u00a0salmi e si concludono sempre con un’immagine. Una sorta di incipit e explicit per dare al lettore una sintesi immediata di quello che andr\u00e0 a leggere e, con l’illustrazione l’autore intende \u00a0sottolineare il punto focale del racconto. Anche le note non svelano la classica bibliografia ma raccontano, in modo semplice ed essenziale, i passaggi principali\u00a0 che hanno segnato la vita di Giuliana.<\/p>\n

Un lavoro meticoloso<\/strong> quello dello scrittore che, per la parte storica, fa riferimento oltre ai testi di Parenti e Bondioli, al codice scritto \u00a0nel 1500 da Caterina Biumi consorella di Giuliana, dall’archivio di Stato di Milano e da quello delle Romite \u00a0dai quali emergono numerose informazioni. Di Giuliana, \u00a0ragazza semplice e \u00a0umile, \u00a0analfabeta che non potr\u00e0 mai per questo diventare suora, \u00a0colpisce\u00a0 la forte determinazione nella scelta pi\u00f9 importante della sua vita: Dio su tutto. \u00a0Anche quando, come racconter\u00e0 all’amica e compagna, Caterina Biumi, prender\u00e0 “18 sguanciate”, sberle che la madre le infligge dopo che la figlia le svela d’aver ricevuto la “chiamata”. “Non sono pi\u00f9 mia”<\/strong> dice\u00a0 (frase da cui prende appunto il titolo il libro) al padre scatenando in lui una furia tale da massacrarla di botte\u00a0 e, chiudendola in una stanza, le dice: “ora stai qui e uscirai solo se ti sarai arresa o fatta ammazzare”.<\/p>\n

Toccante poi il rapporto di Giuliana con il fratello<\/strong>, figura interessante e mai sinora ripresa, che rivela un’intensa dolcezza soprattutto nella condivisione emotiva e spirituale. Non si conosce il nome ma, come raccontato nel libro, \u00a0\u00e8 certo che \u00e8 lui, dopo gli episodi di violenza subiti da Giuliana, che \u00a0l’accompagner\u00e0 a \u00a0Sacromonte a pregare<\/strong>. Entrambi ignari del fatto che Giuliana non sarebbe pi\u00f9 tornata a casa. All’eremo infatti rimane per 40 anni condividendo\u00a0 lo spazio prima con Caterina da Pallanza, e poi la cella con Benedetta Biumi \u00a0alla quale confider\u00e0 il racconto della sua vita. Sar\u00e0 lei a darle un nome: Giuliana. Tante le curiosit\u00e0, le rivelazioni e le risposte\u00a0 che si susseguono nel volume… “Non sono pi\u00f9 mia” \u00e8 disponibile nelle librerie.<\/p>\n

E.Farioli<\/p>\n

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