{"id":43523,"date":"2018-03-07T13:30:10","date_gmt":"2018-03-07T12:30:10","guid":{"rendered":"https:\/\/www.artevarese.com\/?p=43523"},"modified":"2018-03-08T08:21:11","modified_gmt":"2018-03-08T07:21:11","slug":"anima-bellezza-velo-sottile","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.artevarese.com\/anima-bellezza-velo-sottile\/","title":{"rendered":"Anima e Bellezza: il velo sottile"},"content":{"rendered":"
Busto Arsizio – L’associazione Spazio Arte Carlo Farioli<\/strong> prende parte all’ edizione 2018 del Festival \u201cFilosofarti\u201d<\/strong> con la mostra \u201cAnima e Bellezza: il velo sottile<\/strong>\u201d. Una collettiva di sei artisti: Dora Ayala, Marco Bellomi, Claudia Canavesi, Alessandro Favini, Antonella Gerbi, Alex Sala <\/em>che hanno lavorato al tema di quest’anno della rassegna: “Paideia: Educare<\/strong>“.<\/em><\/p>\n L’analisi e l’interpretazione si \u00e8 concentrata sulla capacit\u00e0 dell’uomo di cogliere il “bello” e di elevarsi, “dal punto di vista psichico-spirituale, attraverso la sua contemplazione”. <\/strong>Quindi sul senso della bellezza e sul significato che assume oggi, partendo anche dal proprio vissuto. Ecco che ognuno, con le proprie opere e installazioni, invita e provoca riflessioni \u00a0sulla necessit\u00e0 di\u00a0 un’educazione nella societ\u00e0 contemporanea e nella quotidianit\u00e0 di ogni\u00a0 persona<\/strong>.<\/p>\n <\/p>\n “Si \u00e8 voluto immaginare un percorso dell\u2019anima alla ricerca del bello<\/strong>, nelle sue molteplici forme e manifestazioni – spiega Manuela Ciriacono<\/strong> curatrice del testo di presentazione della mostra. – \u00a0<\/strong>Se \u00e8 vero che siamo bombardati costantemente da una miriade di immagini e che viviamo in una societ\u00e0 ad alto tasso di estetizzazione, \u00e8 altrettanto vero che abbiamo disimparato a osservare e a guardare il mondo intorno a noi, ruotando sempre di pi\u00f9 l\u2019obiettivo fotografico verso noi stessi. La societ\u00e0 di massa ha contribuito a un dilagante abbruttimento e al conformismo dei gusti e degli stili. I ritmi frenetici della quotidianit\u00e0 hanno avuto esiti alienanti sulle nostre esistenze”.<\/p>\n L\u2019invito che questa mostra vuole proporre dunque \u00e8 quello di imparare a riconoscere il bello, individuarne le tracce che lascia di s\u00e9 in termini di suggestioni, esperienze e relazioni<\/strong>.<\/p>\n L’opera di Antonella Gerbi <\/strong>suggerisce che\u00a0 il bello spesso \u00e8 invisibile, \u00e8 qualcosa di impalpabile, cos\u00ec come lo sono i sentimenti pi\u00f9 autentici.\u00a0 Ma pu\u00f2 essere anche nascosto sotto il velo delle apparenze. Bellezza \u00e8 sinonimo di Verit\u00e0 anche per l\u2019artista Claudia Canavesi <\/strong>che presenta un libro d\u2019artista dedicato al ricordo di una persona. In maniera straordinaria riesce a sublimare il tema della morte attraverso la forza del Bello, che “guarisce le ferite dell\u2019anima, ci rende in grado di apprezzare la pienezza della vita, dei suoi cicli, del sorgere e del tramontare, del nascere e del morire e ci insegna a vivere nell’attimo presente”. L’installazione di Alex Sala<\/strong>, infine, \u00e8 un invito a guardarsi dentro e fuori.\u00a0 Lo specchio diventa\u00a0 voce e\u00a0 domanda chiamando l’osservatore a far parte dell’opera. Ecco dunque che la “bellezza” non \u00e8 pi\u00f9 solo un fatto estetico o esteriore. L’indagine\u00a0 penetra superando soglie nascoste e buie,\u00a0 scoprendo altri significati. “Forse la ‘bellezza’\u00a0 \u00e8 solo un mezzo, – dice l’artista – \u00a0\u00e8 consolazione, \u00e8 speranza. Cercarla oggi \u00e8 quasi un sacrificio, un investimento morale…..”.<\/p>\n La mostra, realizzata in collaborazione con gli artisti di \u201cLibero Transito<\/strong>\u201d e con il sostegno del progetto \u201cLa Bellezza Resta\u201d,\u00a0 rimarr\u00e0 in calendario sino all’11 marzo e sar\u00e0 visitabile da gioved\u00ec a sabato dalle 16.30 alle 19; domenica 10.30 – 12 e 16.30-19.<\/p>\n La Redazione<\/p>\n
\nProvocatoria la ricerca di Dora Ayala<\/strong> che\u00a0 sostituisce alla costruzione di un\u2019immagine il suo disfacimento. Le sue opere si porgono come \u201csindone\u201d di una presenza del bello che \u00e8 da ricercarsi aldil\u00e0 del suo valore estetico, tanto pi\u00f9 vera quanto invisibile.
\nA simboleggiare la decadenza dell\u2019umanit\u00e0, \u00a0Marco Bellomi<\/strong> con “Macerie dell’Anima”. Le spoglie di un tempio incendiato diventano simbolo di una societ\u00e0 che ha identificato il Bello nei termini di un oggetto da contemplare, che ha costruito idoli da venerare, ma che proprio per questo motivo ha reso incolmabile la distanza tra Individuo e Bellezza.<\/p>\n
\nUn viaggio nel tempo e nello spazio con l’opera di Alessandro Favini<\/strong> . Attraverso ampie campiture di colore l\u2019artista accompagna sulla soglia di una dimensione atemporale, dai colori freddi e profondi, attraversata\u00a0 da una sottile frequenza capace di far vibrare le corde dell’anima.<\/p>\n