{"id":43552,"date":"2018-03-09T13:30:32","date_gmt":"2018-03-09T12:30:32","guid":{"rendered":"https:\/\/www.artevarese.com\/?p=43552"},"modified":"2018-03-09T11:44:26","modified_gmt":"2018-03-09T10:44:26","slug":"le-sinestesie-luca-gastaldo","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.artevarese.com\/le-sinestesie-luca-gastaldo\/","title":{"rendered":"Le \u201cSINESTESIE\u201d di Luca Gastaldo"},"content":{"rendered":"

Varese – Una sinestesia \u00e8 una contaminazione sensoriale<\/strong>. Avviene quando un\u2019immagine accende il ricordo di un profumo. O richiama un suono. Luca Gastaldo<\/strong> \u00e8 affascinato dall\u2019idea di poter risvegliare queste sensazioni con i suoi quadri, rendendo la sua arte \u2013 secondo le parole di Kandinskij \u2013\u201cuno spazio delle emozioni\u201d.
\nProseguendo quindi un percorso di ricerca che ha caratterizzato la pittura degli ultimi due secoli<\/strong>, negli spazi della galleria Punto sull\u2019Arte Gastaldo ha realizzato un\u2019installazione<\/strong> che \u00e8 viva: due pareti sono invase dal sovrapporsi delle sfumature del blu intenso del cielo – realizzato a partire dal bitume, poi mescolato con l\u2019olio e schiarito per sottrazione. A fare da cornice alla forza della Natura l\u2019Uomo con il profilo della sua quotidianit\u00e0: case, piccole luci.<\/p>\n

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\u201cMi affascina l’idea di poter suscitare con un’immagine anche delle sensazioni diverse<\/strong>. – afferma Gastaldo – Davanti al quadro c\u2019\u00e8 della terra: non \u00e8 decorativa, per me \u00e8 un continuum, \u00e8 strettamente legata all\u2019immagine. Nel giro di qualche settimana crescer\u00e0 dell\u2019erba<\/strong> e questo legame sar\u00e0 ancora pi\u00f9 evidente.<\/p>\n

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Ho gi\u00e0 realizzato accostamenti simili in passato: una volta del fieno<\/strong> collocato vicino all\u2019opera aveva una funzione decorativa, in una collettiva di qualche anno fa allo spazio Oberdan di Milano avevo messo vicino al quadro un diffusore con l\u2019aroma di erba tagliata<\/strong>. Oppure ho diviso una stanza grande in pi\u00f9 stanzette con dei panni stesi<\/strong>\u201d.<\/p>\n

Luca Gastaldo dipinge il cielo, un cielo che assume un valore attraverso lo sguardo dell\u2019uomo<\/strong>. \u201cHo provato a dipingere solo cielo, ma \u00e8 come se mancasse una parte. Devo fare anche solo una linea sottile, senza nessun riferimento reale, una striscia che mi dia un legame con l’uomo. Lo rappresento poco nella sua fisicit\u00e0, anche se spesso ci sono dei riferimenti alla vita. Chi guarda il quadro ne diventa parte<\/strong> \u2013 afferma l\u2019artista \u2013 Non ho bisogno di rappresentare l\u2019Uomo, c’\u00e8\u201d.<\/p>\n

Il percorso di Luca Gastaldo<\/strong> nasce dall\u2019amore per il disegno, per la pittura. Ha frequentato un Liceo Artistico sperimentale a Milano, dove ha appreso le competenze tecniche che l\u2019hanno guidato negli anni successivi. La scelta professionale si \u00e8 sviluppata poco a poco. \u201cEro interessato anche a Lettere e a Fisioterapia, – racconta – ma il mio professore di Disegno dal vero mi ha convinto a intraprendere il percorso artistico e iniziare l\u2019Accademia. Negli anni di studio ho anche avuto l\u2019appoggio della mia famiglia, mio pap\u00e0 aveva una ditta di impianti elettrici e mi ha dato uno spazio molto grande in cui ho potuto passar tanto tempo a dipingere. Nel 2005 \u00e8 mancato mio padre e ho dovuto prendere una decisione”.<\/p>\n

Ho scelto di dipingere<\/strong> e ho contattato una serie di gallerie in Lombardia per vedere se il mio lavoro potesse avere un riscontro anche di tipo economico. Nello stesso periodo ho fatto il mio primo paesaggio<\/strong>, che \u00e8 stato esposto alla Galleria Ghiggini a Varese, dove ho poi vinto anche un importante riconoscimento\u201d.<\/p>\n

Gastaldo ama<\/strong> Friedrich, Van Gogh,\u00a0 Hopper, Turner<\/strong>, alcune cose di De Chirico, Shiele<\/strong> per il segno. Ama la Musica, la Letteratura e il Cinema<\/strong>.
\nNelle sue opere, nei suoi cieli, c\u2019\u00e8 tutto questo.<\/p>\n

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I quadri prendono vita ascoltando dei suoni, ricordando delle immagini o delle parole. \u201cL\u2019istinto, l\u2019ispirazione, mi portano a dipingere con colori intensi. Cieli di tempesta, ventosi. Quando dipingo pi\u00f9 lentamente, in modo pi\u00f9 riflessivo, il quadro \u00e8 pi\u00f9 luminoso. La luce<\/strong> \u00e8 un aspetto fondamentale, d\u00e0 un senso al tutto, anche all\u2019oscurit\u00e0. \u2013 sottolinea – Luce e ombra si danno valore a vicenda<\/strong>. A volte faccio dei quadri molto chiari, nel corso degli anni ho capito che le tele che risultano pi\u00f9 luminose sono quelle che faccio pi\u00f9 lentamente. Quando faccio un quadro mio, in modo istintivo e con urgenza, i colori sono pi\u00f9 decisi\u201d.<\/p>\n

Come nasce un quadro<\/strong>? \u201cIn genere inizio dalla parte inferiore, che studio nei particolari disegnando gli alberi o la casa, mentre la parte superiore, il cielo, la faccio pi\u00f9 istintivamente. Quanto alla tecnica<\/strong>, ho fatto tutto il mio primo paesaggio con il bitume<\/strong>, che era molto scuro e che poi sono andato a sottrarre. Ho continuato a usarlo e permane in tutti i toni bruni che poi si uniscono con il blu diventando tonalit\u00e0 ambrate, di rame ossidato. Utilizzo poi il catrame<\/strong>, che a tratti tolgo con il diluente: \u00e8 un continuo mettere e togliere il colore.
\nSi formano cos\u00ec vari strati che creano delle tinte annacquate. Un po’ come fosse acquarello\u201d.<\/p>\n

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A volte l\u2019immagine viene realizzata in due, tre parti.<\/strong> \u201cLo faccio da sempre, mi piace l’idea di trittici come quelli delle pale d’altare. Da sempre uno dei miei artisti preferiti \u00e8 Friederich<\/strong> e uno dei miei quadri preferiti \u00e8 un suo trittico. Nei miei lavori c\u2019\u00e8 proprio un richiamo alle pale d\u2019altare, anche se le emozioni che cerco di esprimere sono pi\u00f9 spirituali che religiose<\/strong>\u201d.<\/p>\n

E, ancora, i titoli, che \u201cPer me sono la cosa pi\u00f9 lunga<\/strong>. Ci metto di pi\u00f9 a pensare al titolo che a fare l’opera. Una volta finito il quadro lo guardo, magari ascoltando la musica, e cerco di trovare quell’idea iniziale in due o tre parole che lo rappresenti. A volte sento che sono azzeccati al 100%, come il mio primo paesaggio: l’ho chiamato \u2018Notte guerriera\u2019 e raffigurava un bambino che, di notte, si tuffa da un pontile in un laghetto. \u201cLieto malessere prima di un temporale\u201d mostrava dei panni che sventolano mentre arrivano dei nuvoloni. Ho sempre bisogno di un p\u00f2 di tempo per trovare il titolo \u2018perfetto\u2019”.<\/p>\n

“Mentre dipingo e anche mentre aspetto che le mani di colore asciughino leggo, ascolto audiolibri e musica<\/strong>. A volte sono cos\u00ec concentrato nel mio lavoro che mi sfuggono delle frasi. Allora vado a riascoltarle e pu\u00f2 capitare che mi colpiscano delle parole, che io separo dal libro, decontestualizzo, attibuendogli un nuovo significato. Mi piace ascoltare e leggere autori italiani come Verga e Pavese, leggo anche le poesie di Pascoli\u201d.<\/p>\n

Tutti i quadri esposti a Punto sull\u2019Arte sono stati realizzati per la mostra e rispecchiano il sentire dell\u2019artista. Se l\u2019ampiezza degli spazi gli ha consentito di realizzare opere molto grandi<\/strong>, le pareti bianche hanno risvegliato il desiderio di dipingere opere molto piccole<\/strong>.
\n\u201cHo scelto di lavorare in modi diversi: realizzare un\u2019opera di grandi dimensioni \u00e8 molto gestuale, richiede grande libert\u00e0 di movimento, mentre i quadri\u00a0 piccoli sono di precisione. Ho voluto farne uno molto piccolo di prova. Temevo che le dimensioni riducessero la forza di quello che voglio dire, invece ho capito che sono ugualmente intensi.<\/p>\n

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Mi piace il risultato e penso sia un modo per avvicinarsi a chi guarda i miei lavori: li ho chiamati Serie Polaroid<\/strong>. La mia idea iniziale era quella di metterli in una scatola dove si potessero spostare e toccare o anche fare delle piccole composizioni.
\nE\u2019 molto diverso dai quadri di grandi dimensioni, che possono essere \u2018vissuti\u2019 sedendosi su una panca.<\/p>\n

SINESTESIE, Luca Gastaldo<\/strong>
\nfino al 7 aprile
\nPunto sull\u2019Arte, v.le Sant\u2019Antonio 59\/61
\nmar-sab 10\/13, 15\/19<\/p>\n

Chiara Ambrosioni<\/p>\n

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