{"id":43713,"date":"2018-03-21T13:25:05","date_gmt":"2018-03-21T12:25:05","guid":{"rendered":"https:\/\/www.artevarese.com\/?p=43713"},"modified":"2018-03-21T01:29:24","modified_gmt":"2018-03-21T00:29:24","slug":"litalia-e-il-paese-della-cuccagna","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.artevarese.com\/litalia-e-il-paese-della-cuccagna\/","title":{"rendered":"L\u2019Italia \u00e8 il Paese della Cuccagna?"},"content":{"rendered":"
Grazie a un\u2019iniziativa di Achille Bonito Oliva 45 artisti si sono impegnati a realizzare su questo tema le loro opere, esposte in tutta la Penisola. Presentato a Palazzo Reale il libro Skira che ne raccoglie i contributi.<\/em><\/strong><\/p>\n <\/p>\n <\/p>\n Chi non vorrebbe vivere nel Paese della Cuccagna?<\/strong> Dove non si lavora, cibo e vino abbondano per tutti e la felicit\u00e0 \u00e8 a portata di mano? Qualcuno, magari, gi\u00e0 ci vive, perch\u00e9 si trova dalla parte \u201cgiusta\u201d, quella dei ricchi e dei potenti. Ma la maggioranza delle persone, purtroppo, non pu\u00f2 fare altro che immaginarselo.<\/p>\n <\/p>\n E, magari, accontentarsi di una soluzione palliativa, cio\u00e8 l\u2019albero della cuccagna, un gioco popolare, ormai non pi\u00f9 di moda, dove in cima a un palo, vengono disposte cibarie che si possono raggiungere solo arrampicandovisi sopra. Cosa non facile perch\u00e9 il palo \u00e8 scivoloso, spalmato com\u2019\u00e8 di grasso per rendere ancora pi\u00f9 difficoltosa la salita.<\/p>\n L\u2019idea dell\u2019albero della cuccagna venne in mente, in occasione dell\u2019Expo 2015, ad Achille Bonito Oliva<\/strong>, dal momento che uno dei simboli della manifestazione era proprio \u201cl\u2019Albero della Vita\u201d e lo spirito caustico del critico d\u2019arte ne approfitt\u00f2 per proporne una metafora utile a far scaturire riflessioni sul tema dell\u2019alimentazione e della giustizia sociale.<\/p>\n Pens\u00f2, quindi, di scegliere, con l\u2019aiuto di istituzioni pubbliche e private, 45 artisti in tutta Italia<\/strong> , ai quali, tra il 2015 e il 2017,\u00a0 affidare il compito di realizzare opere legate a questo soggetto<\/strong>, creando cos\u00ec una mostra \u201cdiffusa\u201d su tutto il territorio nazionale. Ora tale progetto espositivo ha trovato la sua concretizzazione anche in un bel volume, edito da Skira,<\/strong> intitolato \u201cL\u2019albero della cuccagna. Nutrimenti dell\u2019arte<\/em><\/strong>\u201d, 256 pagg. brosura, 59 euro, che riunisce tutte le opere.<\/p>\n <\/p>\n Il mito dell\u2019albero della cuccagna affonda le sue radici (\u00e8 il caso di dirlo) nella tradizione arcaica popolare<\/strong>. Simbolo di gioia, prosperit\u00e0, ma anche della fatica che costa ottenerle. Poi, tale fantasia, che sottintende un sogno comunista malvisto dai pi\u00f9, diventa sgradita, la licenza un vizio, la povert\u00e0 una colpa e, al suo posto, viene istituzionalizzato l\u2019albero della cuccagna, come fiera, divertimento, soprattutto per i ricchi, che sadicamente assistono al misero spettacolo delle peripezie degli umili che si dannano per salire fino in cima al palo e appropriarsi delle leccornie che vi sono esposte.<\/p>\n La cuccagna, in tempi pi\u00f9 recenti, \u00e8 stata poi ripresa come icona, simbolo, soprattutto nella toponomastica meneghina (Cascina Cuccagna<\/em>) e nelle insegne commerciali di qualche \u201ctrani\u201d di periferia per convincere gli avventori a bere il loro pessimo vino.<\/p>\n Con l\u2019arte, l\u2019albero della cuccagna<\/strong>, che era diventato un palo, cio\u00e8 un albero morto, viene fatto rivivere attraverso la fantasia di 45 artisti<\/strong>, che anche il filosofo Giulio Giorello<\/strong> \u2013 presente all\u2019incontro \u2013 ha mostrato di apprezzare per l\u2019originalit\u00e0 delle idee realizzate, pur attraverso le diverse scelte stilistiche, da astratte a figurative, compiute da ognuno. Per ragioni di interesse personale (\u201cLa matematica della natura<\/em>\u201d \u00e8 uno dei suoi ultimi saggi) si \u00e8 in particolare soffermato sull\u2019opera di Mimmo Paladino<\/strong> che ha realizzato un albero con l\u2019assemblaggio di tre numeri: l\u2019uno, il due e il tre (nella copertina del volume). Con il carico di simboli che ognuno di essi veicola.<\/p>\n Dal canto suo, Achille Bonito Oliva<\/strong> ha sottolineato il merito di una iniziativa che, attraverso 45 opere, veri e propri \u201cmonologhi iconografici\u201d, ha portato l\u2019arte contemporanea anche in paesi e zone poco frequentate d\u2019Italia. Un Paese che egli, non senza il sarcasmo che contraddistingue il suo eloquio, ha voluto definire \u201cpi\u00f9 che uno Stato, uno stato d\u2019animo\u201d.<\/p>\n <\/p>\n Ha ricordato che l\u2019arte ha avuto diverse funzioni nel corso dei secoli da strumento apotropaico e magico, a rappresentazione allegorica, a illusione, ecc.. L\u2019albero della cuccagna \u00e8 quasi l\u2019emblema dell\u2019artista diseredato<\/strong> (nel senso pi\u00f9 nobile della parola) in equilibrio precario, costantemente impegnato a raggiungere la cima del palo per investire tutto se stesso nell\u2019atto creativo<\/strong>, facendolo anche in modo sgraziato, \u00a0scomposto (Van Gogh, Caravaggio), spesso sospinto da un senso di follia incoercibile, sempre alla ricerca di un plusvalore da investire nell\u2019opera che realizza. Un investimento senza ritorno perch\u00e9 l\u2019artista, secondo Bonito Oliva, \u00e8 \u201cun errore biologico\u201d rispetto alla sua opera, perch\u00e9 l\u2019artista muore e l\u2019opera resta.<\/p>\n Oltre al Comune di Milano<\/strong>, tra le associazioni culturali cui si deve l\u2019organizzazione tecnica della manifestazione, ricordiamo Spirale d\u2019idee<\/strong> e MetaMorfosi<\/strong>; alla pubblicazione del volume ha contribuito anche la Fondazione Carla Fendi.<\/strong><\/p>\n Ugo Perugini<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":" Grazie a un\u2019iniziativa di Achille Bonito Oliva 45 artisti si sono impegnati a realizzare su questo tema le loro opere, esposte in tutta la Penisola. Presentato a Palazzo Reale il libro Skira che ne raccoglie i contributi. Chi non vorrebbe vivere nel Paese della Cuccagna? 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\nIl prof. Guido Guerzoni<\/strong>, dell\u2019Universit\u00e0 Bocconi, autore di una brillante presentazione del volume, ha ricordato che \u00a0l\u2019idea fantastica del<\/strong> Paese di Bengodi<\/strong> (ricordato anche da Boccaccio), luogo immaginario di delizie, abbondanza, trasgressione (legato anche ai riti carnascialeschi) risale alla fine del Duecento<\/strong> e si protrae per almeno due secoli.<\/p>\n