{"id":43865,"date":"2018-03-28T13:30:34","date_gmt":"2018-03-28T11:30:34","guid":{"rendered":"https:\/\/www.artevarese.com\/?p=43865"},"modified":"2018-03-27T12:22:32","modified_gmt":"2018-03-27T10:22:32","slug":"come-cambia-il-paesaggio-in-pittura-tra-otto-e-novecento","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.artevarese.com\/come-cambia-il-paesaggio-in-pittura-tra-otto-e-novecento\/","title":{"rendered":"Come cambia il paesaggio in pittura tra Otto e Novecento"},"content":{"rendered":"
Scopo della Mostra \u201cArmonie verdi\u201d \u00e8 quello di capire il rapporto tra uomo e natura, attraverso l\u2019interpretazione dei paesaggi di pittori italiani, in un periodo particolare come quello che va dalla fine dell\u2019Ottocento alla prima met\u00e0 del Novecento<\/strong>. Le opere vengono dalla Fondazione Cariplo<\/strong>, dal Museo del Paesaggio<\/strong> e da collezioni private. La Mostra nasce dalla collaborazione con la Fondazione Cariplo e la Fondazione Comunitaria del VCO<\/strong> (Verbano Cusio Ossola) che ha per obiettivo quello di diffondere i principi della filantropia, divulgando il patrimonio artistico locale, soprattutto fra i pi\u00f9 giovani, dando risalto contemporaneamente alla filosofia del dono per migliorare la qualit\u00e0 della vita dei cittadini.<\/p>\n Tornando alla Mostra, \u00e8 curioso constatare \u2013 seguendo l\u2019interessante riflessione della storica dell\u2019arte Elena Pontiggia<\/strong>, che ha curato la mostra insieme a Lucia Molino<\/strong>, Responsabile della Collezione Cariplo \u2013 come nella pittura il paesaggio abbia risentito in modo molto evidente dello spirito del tempo.<\/p>\n <\/p>\n A fine Ottocento, il paesaggio attraverso gli occhi degli \u201cScapigliati\u201d \u00e8 visto come immerso in un\u2019atmosfera impalpabile, eterea, leggera, irradiata dalla luce. Sembra, davvero, che gli Scapigliati dipingessero con il fiato<\/em>. Prendiamo, ad esempio, l\u2019opera di Daniele Ranzoni<\/strong> \u201cStudio di paesaggio fluviale\u201d, con colori chiari e pennellate brevi che danno al dipinto una vibrante luminosit\u00e0 quasi impressionistica e la natura \u00e8 come un\u2019apparizione magica, ancora vagamente romantica; oppure \u201cLe gelide acque del lago di M\u00e4rjelen\u201d di Carlo Cressini<\/strong>, opera quasi monocroma, immersa in una luce diafana, con toni sommessi sulla scia del naturalismo lombardo.<\/p>\n Dalla fine dell\u2019Ottocento alla Prima Guerra Mondiale la pittura paesaggistica trova i suoi interpreti nell\u2019ambito lombardo, ad esempio, in Vittore Grubicy<\/strong>, con la sua tecnica particolare, che gli consentiva di intervenire su una prima stesura con una fitta rete di piccole pennellate di luce secondo i principi del Divisionismo, come nel \u201cCimitero di Ganna\u201d. Dipinto che realizz\u00f2 dopo aver seguito le esequie di Giuseppe Grandi<\/strong>, il famoso scultore – autore, tra l\u2019altro, del monumento alle Cinque Giornate di Milano, nella piazza omonima: ma nel dipinto, stranamente, non compaiono\u00a0 le tombe e l\u2019idea di morte resta praticamente sottotraccia. Sempre in questo filone, da ricordare Cesare Maggi, Carlo Fornara<\/strong>.<\/p>\n <\/p>\n La sezione ospita anche opere di Emilio Gola<\/strong> e Pietro Fragiacomo<\/strong>. Il lavoro di quest\u2019ultimo \u201cArmonie verdi\u201d d\u00e0 il titolo alla mostra. Si tratta di un\u2019opera pervasa da una certa malinconia, vista la prevalenza di toni di un verde spento, mentre la pennellata col suo contenuto materico vivo, si fa ugualmente luminosa e capace di riflettere i cipressi lungo il fiume.<\/p>\n Il paesaggio naturale non rientra certo nella filosofia dei Futuristi, che detestano la riproduzione di immagini della natura, privilegiando la civilt\u00e0 industriale, la citt\u00e0 in movimento. Boccioni <\/strong>era nettamente contrario a quelli che lui, sprezzantemente definiva \u201claghettisti e montagnisti<\/em>\u201d. E anche il movimento metafisico ignor\u00f2 la natura, come oggetto pittorico. Saranno il Ritorno all\u2019Ordine<\/strong> e il gruppo Novecento Italiano <\/strong>a riaffermare lo spirito vivo del paesaggio.<\/strong><\/p>\n <\/p>\n Il paesaggio, dopo la Grande Guerra, torna per\u00f2 a presentarsi in modo prevalentemente volumetrico, mostrando solidit\u00e0, consistenza, durata. Emblematico a questo riguardo il lavoro di Mario Sironi<\/strong> \u201cIl lago\u201d, dove l\u2019acqua pare pietra dura incastonata tra le montagne, immobile, senza tempo. Quest\u2019opera fa parte del deposito di privati destinato al Museo del Paesaggio, insieme a cinque lavori di Mario Tozzi<\/strong>.<\/p>\n <\/p>\n <\/p>\n Per finire, le opere di Arturo Tosi<\/strong>, dove sembra venga recuperata la tradizione lombarda dell\u2019Ottocento, come nell\u2019opera \u201cCipresso a Zoagli\u201d: l\u2019autore dipinge un albero che non \u00e8 certamente un cipresso. Non si tratta di un titolo dato a caso, l\u2019artista lo scrive nel retro della tela. Ma a lui, in quel momento, la rispondenza botanica non interessava, cercava il rapporto tra i volumi e lo slancio verso l\u2019alto della pianta rappresentata. Da segnalare anche \u00a0alcuni esempi di lavori naturalistici degli Anni Trenta, nei quali il paesaggio si fa nuovamente precario, incerto: si vedano le opere di De Pisis, Lilloni, Soffici<\/strong>.<\/p>\n E\u2019 vero, forse, in questa mostra non ci sono grandi nomi di artisti che possano fare da richiamo. Ma c\u2019\u00e8 una combinazione di proposte, di suggestioni particolari che il visitatore non si aspetta, a cominciare dalle opere di Sironi<\/strong> e Tosi<\/strong>, mai viste prima, che aiutano ad approfondire la storia di un luogo, a capire meglio come anche la natura possa cambiare, attraverso una rivisitazione creativa da parte degli artisti, sempre mutevole e condizionata, oltre che dalle poetiche individuali, dal sentimento e dal comune sentire di un\u2019epoca.<\/p>\n Museo del Paesaggio via Ruga 44 Verbania. Orari: mar.-ven. 10.00-18,00 sab.,dom., festivi: 10,00-19,00. Ingresso: intero 5,00 euro; ridotto 3,00 euro. Con l\u2019occasione, compreso nel prezzo di entrata, si potr\u00e0 visitare la splendida mostra di sculture del piano terra dedicata a Paolo Troubetzkoy.<\/strong><\/p>\n Silvana Editoriale <\/strong>ha raccolto in un volume che porta il titolo della mostra i 50 capolavori presenti, 128 pagine, 50 illustrazioni, edizione in brossura, 20 \u20ac.<\/p>\n Ugo Perugini<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":" Scopo della Mostra \u201cArmonie verdi\u201d \u00e8 quello di capire il rapporto tra uomo e natura, attraverso l\u2019interpretazione dei paesaggi di pittori italiani, in un periodo particolare come quello che va dalla fine dell\u2019Ottocento alla prima met\u00e0 del Novecento. 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\nSono 50 le opere in mostra, disposte secondo un percorso cronologico in tre tappe: Scapigliatura, divisionismo, naturalismo; Artisti del Novecento italiano; oltre il Novecento.<\/em><\/p>\n