{"id":44112,"date":"2018-04-11T13:30:36","date_gmt":"2018-04-11T11:30:36","guid":{"rendered":"https:\/\/www.artevarese.com\/?p=44112"},"modified":"2018-04-11T07:47:25","modified_gmt":"2018-04-11T05:47:25","slug":"vecchi-film-nuove-pellicole","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.artevarese.com\/vecchi-film-nuove-pellicole\/","title":{"rendered":"Vecchi film, nuove pellicole"},"content":{"rendered":"
Supporti storici, vari tipi di degrado, proposte d\u2019intervento, modalit\u00e0 di conservazione degli originali e nuove frontiere digitali.<\/p>\n
Ebbene s\u00ec, anche le pellicole cinematografiche possono essere riconosciute\u00a0come bene d\u2019interesse culturale<\/strong> e, in quanto tali, devono essere tutelate e valorizzate al pari di monumenti o opere d\u2019arte.<\/p>\n Nei giorni scorsi a Olgiate Olona<\/strong> si \u00e8 tenuto il\u00a0terzo incontro del ciclo di conferenze Restauri Rari<\/strong>\u00a0incentrato sul\u00a0restauro conservativo delle pellicole cinematografiche<\/strong>\u00a0con l\u2019esperta\u00a0Flavia Barretti<\/strong>. Molti gli argomenti toccati durante l\u2019incontro che ha visto la Sala conferenze di Villa Gonzaga gremita di curiosi e appassionati.<\/p>\n Ma, andiamo con ordine. Vista la quantit\u00e0 di film <\/em>che da allora sono stati prodotti, le problematiche cui furono sottoposti e le condizioni in cui (presumibilmente) furono conservati, non ci risulta poi cos\u00ec strano<\/em> che esista un ramo del restauro<\/strong> che si dedica esclusivamente alla conservazione delle pellicole cinematografiche<\/strong>. E, come tutte le attivit\u00e0 che di restauro si occupano, anche quello cinematografico \u00e8 volto al recupero di vecchie<\/em> pellicole (o film<\/em>) da parte di esperti del settore al fine di preservarne le immagini e i suoni in esse contenute<\/strong>.<\/p>\n Quali sono i tipi di deterioramento? La tecnica analogica<\/strong> (o fotochimica), principale metodo di restauro cinematografico in uso per diversi decenni del Novecento, \u00e8 stata integrata (e non sostituita), con l\u2019avvento del nuovo millennio, dalla tecnica digitale<\/strong> che ha permesso di ottenere grandi risultati, specialmente nell\u2019integrazione di parti danneggiate o del tutto perse.<\/p>\n
\nFu George Eastman il primo a produrre la pellicola in bianco e nero Kodak a base di celluloide nel 1885<\/strong> come supporto per il bromuro d\u2019argento, un materiale fotosensibile.
\nDi l\u00ec a poco per\u00f2, a causa dell\u2019alta infiammabilit\u00e0 del composto, fu introdotto prima il triacetato di cellulosa<\/strong>, supporto pi\u00f9 diffuso a livello mondiale e, successivamente, il poliestere<\/strong> pi\u00f9 flessibile e resistente, ma anche pi\u00f9 sottile.<\/p>\n
\n<\/strong>Come intervenire?
\n<\/strong>Il deterioramento della pellicola (o film<\/em>) pu\u00f2 essere di tipo meccanico<\/strong> \u2013 graffi, rotture o perforazioni \u2013 organico<\/strong> \u2013 muffe \u2013 oppure causato dalla cos\u00ec detta sindrome dell\u2019aceto<\/strong>, che interessa solo le pellicole a colori.
\nRiconosciuto il tipo e il grado di deterioramento di un film<\/em>, si pu\u00f2 procedere al suo restauro che (tralasciando la casistica infinita) consiste, essenzialmente, nel ripristino e nel rinforzo delle perforazioni e nella rigenerazione delle giunte.<\/p>\n