{"id":44558,"date":"2018-04-28T00:15:40","date_gmt":"2018-04-27T22:15:40","guid":{"rendered":"https:\/\/www.artevarese.com\/?p=44558"},"modified":"2018-04-28T00:34:04","modified_gmt":"2018-04-27T22:34:04","slug":"antonio-pedretti-e-i-paesaggi-da-sentire","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.artevarese.com\/antonio-pedretti-e-i-paesaggi-da-sentire\/","title":{"rendered":"Antonio Pedretti e i paesaggi da sentire"},"content":{"rendered":"
\u00abDipingo perch\u00e9 ho BISOGNO di farlo<\/strong>. Non \u00e8 un lavoro, non \u00e8 una passione: \u00e8 proprio un bisogno, che tuttora mi accompagna. Cerco di comunicare quello che sento, di condividere un\u2019emozione con chi guarda la mia tela. L\u2019opera \u201c\u00e8\u201d o \u201cnon \u00e8\u201d. O ha la tensione della verit\u00e0 o non ce l\u2019ha e chi la guarda riconosce l\u2019immagine non in temini iconografici, ma per il suo significato\u00bb. Si presenta cos\u00ec Antonio Pedretti<\/a>, un artista capace di creare emozioni<\/strong>.<\/p>\n <\/p>\n Si avvicina alla tela e, con un pezzo di cartone, \u201cbutta gi\u00f9 del colore\u201d. Spatolate di nero, bianco, azzurro, stese con qualsiasi oggetto abbia in mano e, \u201cper tre quarti del tempo, il quadro \u00e8 informale\u201d. Poi appare un’immagine che lui insegue, incidendo il colore. Lo sguardo \u00e8 concentrato, la mano scende a tracciare linee, decisa… E\u2019 affascinante vedere Pedretti al lavoro e il frutto della sua \u201cgestualit\u00e0\u201d \u00e8 ben riconoscibile.<\/p>\n Belle le parole con cui il critico Vittorio Sgarbi<\/a> segue la creazione dell\u2019artista: \u00abPedretti, con gli stessi attrezzi con cui aveva adempiuto alla gestazione primaria, provvede a striare la pasta cromatica rimasta pi\u00f9 in superficie, graffiandola e incidendola sullo spesso mediante una composita successione di \u201crasoiate\u201d<\/strong>, ancora da performer, da cui ottiene, graficamente, i caratteristici intrecci filamentosi \u201ca canneto\u201d<\/strong> che sono uno degli elementi visivi pi\u00f9 ricorrenti nella sua cifra<\/strong>. <\/p>\n
\nMa in maniera analoga, prescindendo dall’amato soggetto di palude, metaforico di un preciso stato esistenziale, da spleen in chiave prealpina, Pedretti \u00e9 in grado di tirare fuori dal cappello un cespuglio appena in fiore o distese innevate di \u201cbianco lombardo\u201d, come le chiama, giocando stavolta di fino, grazie a un brillante talento pittoricista<\/strong> (Antonio Pedretti. <\/em>La naturalit\u00e0 come processo mentale<\/em>)\u00bb.<\/p>\n