{"id":44765,"date":"2018-05-04T18:06:00","date_gmt":"2018-05-04T16:06:00","guid":{"rendered":"https:\/\/www.artevarese.com\/?p=44765"},"modified":"2019-10-02T12:21:32","modified_gmt":"2019-10-02T10:21:32","slug":"una-stanza-magica-per-dipingere-il-closlieu","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.artevarese.com\/una-stanza-magica-per-dipingere-il-closlieu\/","title":{"rendered":"Una stanza\u00a0magica\u00a0per dipingere, il closlieu"},"content":{"rendered":"
Ci sono poche attivit\u00e0 che i bambini amano fare con tanto amore, dedizione e costanza quanto disegnare, dipingere, lasciare il proprio tratto nel mondo. Cinquant’anni fa, a Parigi, il pedagogista tedesco Arno Stern inizi\u00f2 a usare proprio la pittura come spazio di gioco libero, di espressione senza giudizi, di riequilibrio dell’animo umano.<\/strong> Un’attivit\u00e0 che non aveva l’ambizione di volersi chiamare arte, ma che consentiva a chi la praticava il riposo della mente e uno spazio di libera espressione.<\/p>\n A Comerio Chiara Gervasini<\/strong>, praticien e coordinatrice didattica, ha da alcuni mesi aperto uno spazio ispirato proprio al lavoro di Arno Stern: l’atelier di pittura “Mon closlieu”<\/strong>in cui accompagna adulti e bambini alla scoperta della \u201ctraccia\u201d secondo il metodo Stern, per rendere possibile a tutti il gioco semplice e benefico della pittura, l’emergere spontaneo del segno. Entrando nella sala del Centro Polivalente di Comerio, si vede ricreato il closlieu parigino<\/strong> (dal francese \u201cluogo chiuso\u201d, nel senso di protetto, raccolto) : un angolo rispettoso, uno spazio accogliente con al centro una tavolozza vibrante di colori. Lo stesso \u00e8 stato creato da Chiara Gervasini in una stanza della Scuola dell’Infanzia Dall’Aglio di Lissago, <\/strong>dove i bambini possono beneficiare di questo spazio protetto e libero da schemi per esprimere la propria creativit\u00e0 attraverso l’uso dei colori.<\/p>\n Il praticien fissa il foglio sul muro, si intinge un pennello nel colore\u2026 e il gioco comincia, senza imposizioni e senza indicazioni. Dipingere diventa seguire il piacere della traccia, in un gioco che si rinnova continuamente. Non ci sono giudizi n\u00e9 commenti sui dipinti, i lavori restano infatti nell’archivio del closlieu. Portarli a casa li esporrebbe al giudizio e snaturerebbe il senso dell’attivit\u00e0.<\/p>\n Il Praticien<\/strong> (termine francese che indica l\u2019educatore, nel senso originario della parola, colui che conduce), con pochi semplici gesti, si pone al servizio della crescita del bambino o dell’adulto che dipinge in un rapporto di sostegno e totale rispetto.<\/p>\n <\/p>\n Dipingere nel Closlieu \u00e8 un gioco libero, consente di esprimere senza giudizio le proprie capacit\u00e0 creatrici<\/strong>. Il semplice atto del tracciare \u00e8 un\u2019attivit\u00e0 che grazie al Closlieu e alle sue\u00a0regole, alla partecipazione del gruppo, al sostegno del Praticien, coinvolge l\u2019essere umano in tutte le sue dimensioni e va al di l\u00e0 dell\u2019atto grafico-pittorico.<\/p>\n Esistono closlieu in diverse citta\u2019 d\u2019Italia e in molti paesi d\u2019Europa e coinvolgono bambini, ragazzi e adulti, in gruppi formati da partecipanti di et\u00e0, sesso, cultura, formazione e provenienza diversa.<\/p>\n Arno Stern<\/strong>, educatore di origine tedesca emigrato in Francia ancora bambino, \u00e8 l\u2019ideatore di questo tipo di Atelier di Pittura. Entrato nel 1946 in un istituto per orfani di guerra decide di occuparsi dei bambini facendoli dipingere e capisce immediatamente il ruolo primordiale del gioco che lui provoca e per il quale inventa un allestimento originale. Da quasi 50 anni lavora nel suo Atelier di Parigi. Si dedica inoltre alla ricerca e alla formazione, e viene invitato a partecipare a conferenze e a tenere lezioni in tutto il mondo. Allarga il campo dei suoi studi soggiornando presso popolazioni risparmiate in Mauritania, Per\u00f9, Niger, Messico, Afghanistan, Etiopia, Guatemala, Nuova Guinea.<\/p>\n <\/p>\n Al centro della sua ricerca ci sono i concetti di Formulazione e di Semiologia dell’Espressione.\u00a0Da sempre l’umanit\u00e0 s’\u00e8 servita di segni tracciati per comunicare. Quando non \u00e8 pi\u00f9 destinata agli altri, questa la teoria di Arno Stern – quand’\u00e8 liberata dalla necessit\u00e0 d’esser compresa da un ricevente – la manifestazione pu\u00f2 diventare Espressione della memoria organica<\/em>.<\/p>\n Dal lavoro nel Closlieu non risultano opere che altri contemplino, opere fatte per essere supporto di un messaggio, ma una traccia sul foglio il cui emergere, da s\u00e9 solo, reca un piacere completo a colui che la lascia prodursi. Questa traccia sul foglio, nata da un impulso spontaneo salvaguardato oppure ritrovato, spiega Stern, non appartiene all’arte, ma alla Formulazione.<\/p>\n L’attivit\u00e0 nel Closlieu non \u00e8 una terapia, ma pu\u00f2 essere considerata preventiva di terapia<\/em> poich\u00e8 stimola nell’individuo capacit\u00e0 che contribuiscono all’espressione naturale del s\u00e8 e all’autorealizzazione.<\/p>\n Alessia Zaccari<\/p>\n