{"id":44986,"date":"2018-05-13T11:17:04","date_gmt":"2018-05-13T09:17:04","guid":{"rendered":"https:\/\/www.artevarese.com\/?p=44986"},"modified":"2018-05-14T08:25:36","modified_gmt":"2018-05-14T06:25:36","slug":"vita-da-gallerista-a-tu-per-tu-con-diego-valpiana-nuova-galleria-morone","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.artevarese.com\/vita-da-gallerista-a-tu-per-tu-con-diego-valpiana-nuova-galleria-morone\/","title":{"rendered":"Vita da gallerista: a tu per tu con Diego Viapiana, Nuova Galleria Morone"},"content":{"rendered":"
Dalla stazione Duomo della metropolitana, per raggiungere Via Nerino 2, dove ha sede la Nuova Galleria Morone<\/strong>, per una intervista a Diego Viapiana<\/strong> titolare dello spazio, il percorso obbligato si snoda per via Torino con continui slalom tra persone che si arrestano inaspettatamente attratte dai prodotti esposti nelle vetrine; chi improvvisamente cambia direzione rischiando scontri frontali e chi a testa bassa, al pari di gnu in migrazione lenta, catalizza la sua attenzione sullo schermo del cellulare.<\/p>\n Svoltare in Via Maurilio rasserena e maggiormente quando si imbocca via Nerino.<\/p>\n Accolti con cordialit\u00e0 e conoscendo la nostra predilezione per le opere di Maria lai, Diego Viapiana ci riserva la gentilezza di farci accomodare di fronte a una sua tela, e l\u2019intervista ha inizio.<\/p>\n Lei ha conseguito una laurea 110 con lode in Conservazione di Beni Culturali, a questo punto \u00e8 interessante sapere quando \u00e8 iniziata la sua passione per l\u2019arte.<\/strong><\/p>\n \u201cEro in gita scolastica ad Assisi e mentre i miei compagni erano presi da altri interessi entrai in Basilica e rimasi incantato dagli affreschi di Giotto, da li ho iniziato a interessarmi di arte, ma mai pensando di arrivare a fare il gallerista. Alla fine degli anni \u201990 sono venuto a Milano con l\u2019intento di capire, in prima persona, i meccanismi insiti nell\u2019arte contemporanea, anche perch\u00e9 l\u2019ambiente universitario manifesta pecche riguardo alla contemporaneit\u00e0 dell\u2019arte\u201d.<\/p>\n E\u2019 poi approdato alla storica Galleria Morone fondata da Enzo Spadon, apprezzata per la coerenza espositiva.<\/strong><\/p>\n \u201cSi, aveva una linea precisa, dall\u2019informale, all\u2019astrazione lirica, in quel periodo ho potuto frequentare conoscere artisti di alta levatura, poi dopo tredici anni ho fatto il passo decisivo mettendomi in gioco in prima persona, modificando di poco il nome dello spazio che \u00e8 diventato Nuova Galleria Morone, dando cos\u00ec vita a una Galleria con differenti scelte espositive\u201d.<\/p>\n Come mai al di la dell\u2019aggettivo \u201cNuova\u201d non ha cambiato il nome della galleria?<\/strong><\/p>\n \u201cInnanzi tutto per riconoscenza nei confronti di chi, nel corso di tredici anni, mi aveva permesso di acquisire una notevole esperienza e inoltre avevo il timore che proponendomi con un nome nuovo avrei rischiato di perdere un certo numero di collezionisti, anche se poi, ne ho spiazzati molti con le mie scelte espositive\u201d.<\/p>\n Lei ha al suo fianco una valida collaboratrice, quanto \u00e8 importante poter contare sulla competenza altrui?<\/strong><\/p>\n \u201cI miei collaboratori sono al mio stesso livello, in mia assenza fanno le mie veci, mi riferisco soprattutto a Mara Pradella, \u00e8 fondamentale che si lavori tutti nella stessa direzione. Quasi quotidianamente si presentano artisti che ci propongono i loro lavori e la nostra peculiarit\u00e0, siamo tra i pochi, consiste nel dare a tutti una risposta\u201d.<\/p>\n Oltre alla Galleria lei ha avuto l\u2019intuizione di ideare la Project Room.<\/strong><\/p>\n \u201c Che adesso fanno in tanti \u201c afferma sorridendo \u201c E\u2019 uno spazio indipendente, nato sei anni fa e deve essere inteso come opportunit\u00e0 progettuale, non si deve pensare esclusivamente alla vendita anche se non \u00e8 escluso possa accadere, deve essere un\u2019esperienza tale da permettere all\u2019artista una pi\u00f9 completa comprensione del suo lavoro. Alcuni nella Project Room riescono a conferire al loro operato una potenza che non riuscirebbero a esprimere in Galleria\u201d.<\/p>\n Per i loro acquisti i collezionisti, in questi ultimi tempi, frequentano fiere, acquistano alle aste, visitano gli studi degli artisti in quanto sono raggiungibili attraverso i siti internet. Ha ancora senso essere gallerista?<\/strong><\/p>\n \u201cSecondo me si, innanzi tutto perch\u00e9 il collezionista attuale \u00e8 in gran misura un collezionismo speculativo, non acquistano per amore.\u00a0Uno stand in fiera non ha la stessa pregnanza di una galleria, vedere una mostra in Galleria \u00e8 importante per capire a pieno il lavoro di un artista e di conseguenza stabilire un rapporto di fiducia con il gallerista. Il mio compito fondamentale consiste nell\u2019educare il collezionista. Purtroppo in Italia si \u00e8 esagerato con le fiere, nonostante ci\u00f2, il vero collezionista frequenta le gallerie. I galleristi di levatura internazionale hanno fior di banche alle spalle e possono permettersi di decidere a tavolino le quotazioni di qualsivoglia opera d\u2019arte. Sono convinto che molti che acquistano adesso Fontana, non hanno compreso il significato del taglio, lo acquistano perch\u00e9 \u00e8 uno status symbol e perch\u00e9 \u00e8 un assegno circolare che aumenta di valore con il passare del tempo. Insomma si deve acquistare per amore perch\u00e9 con un\u2019opera d\u2019arte ci si convive\u201d.<\/p>\n Lei ha avuto l\u2019intelligenza e la sensibilit\u00e0 di presentare a Milano le opere di Maria Lai quando i pi\u00f9 si erano dimenticati del valore di questa grande artista.<\/strong><\/p>\n \u201cNe avevo sempre sentito parlare; \u00e8 stata una mostra vista a Palazzo Grassi a illuminarmi. Nel 2009 mi sono messo in contatto con lei e nel 2012 l\u2019ho ospitata. L\u2019ho sempre considerata una bravissima artista purtroppo molto sottovalutata era una persona eccezionale ed era anche molto generosa\u201d.<\/p>\n Come \u00e8 cambiato nel tempo il rapporto critico d\u2019arte gallerista?<\/strong><\/p>\n \u201cNon esiste pi\u00f9 la critica mirata, una volta sui quotidiani esisteva la terza pagina, era dedicata alla cultura, ora sempre pi\u00f9 gli articoli di arte sono il copia\u2013incolla dei comunicati stampa, chi li scrive non si sogna di andare a vedere le mostre. Il critico dovrebbe essere militante e confrontarsi sistematicamente con i galleristi. Potendomelo permettere, una mia idea sarebbe quella di affidare per un anno la programmazione della galleria a un critico, in questo modo si misurerebbe la consistenza progettuale e intellettuale del critico\u201d.<\/p>\n Per finire facciamo un gioco: le dico alcuni nomi di artisti e lei di ognun o traccia brevemente un profilo umano e artistico.<\/p>\n Elizabeth Aro<\/strong> \u201cE\u2019 una artista che dovrebbe avere il coraggio di investire di pi\u00f9 su se stessa e di conseguenza sul prodotto finale, molte volte si perde su alcuni aspetti che potrebbero essere migliorati\u201d.<\/p>\n Jos\u00e9 Barrias<\/strong> \u201cE\u2019 un grande personaggio, un uomo di cultura vastissima ed \u00e8 stato uno dei pochi ad ascoltarmi. Era venuto con una sua idea di mostra e io gliel\u2019ho stravolta poi alla luce dei fatti mi ha dato ragione\u201d.<\/p>\n Federica Marangoni<\/strong> \u201cBel personaggio, oltre ad essere artista \u00e8 anche designer, \u00e8 molto sicura di s\u00e9, posso dire che bisticciamo spesso, ci confrontiamo e ci scontriamo poi andiamo d\u2019amore e d\u2019accordo. Federica \u00e8 diretta, ha il pregio di dire le cose in faccia\u201d.<\/p>\n Altjon Valle<\/strong> \u201cLo conosco da quando era ragazzino. E\u2019 geniale, il fatto stesso che a 28 anni ha partecipato alla Biennale di Venezia nel Padiglione dell\u2019Albania la dice lunga. Ha l\u2019ablit\u00e0 di trovare i finanziamenti per i suoi progetti. Il suo lavoro \u00e8 eccezionale, credo che arriver\u00e0 lontano\u201d.<\/p>\n A questo punto mi dica un artista che non ho nominato e che le farebbe piacere ricordare<\/p>\n \u201cSono molto legato a Domenico Grenci<\/strong>, dal punto di vista umano \u00e8 il migliore di tutti. Non stressa, non ha pretese, lavora con impegno e quando ritiene di avere finito ci\u00f2 che sta facendo mi chiama per un confronto. Non ha timore di mettersi in discussione. Quest\u2019anno in Germania ha avuto un notevole successo, nonostante ci\u00f2 era dispiaciuto per gli artisti che non avevano venduto, questo la dice lunga sulla sua umanit\u00e0\u201d.<\/p>\n Al termine dell\u2019intervista ci concediamo un ultimo sguardo all\u2019opera di Maria Lai.<\/p>\n La cordialit\u00e0 dei saluti render\u00e0 pi\u00f9 lieve la percorrenza di Via Torino.<\/p>\n Mauro Bianchini<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":" Dalla stazione Duomo della metropolitana, per raggiungere Via Nerino 2, dove ha sede la Nuova Galleria Morone, per una intervista a Diego Viapiana titolare dello spazio, il percorso obbligato si snoda per via Torino con continui slalom tra persone che si arrestano inaspettatamente attratte dai prodotti esposti nelle vetrine; chi improvvisamente cambia direzione rischiando scontri […]<\/p>\n","protected":false},"author":7,"featured_media":44989,"comment_status":"open","ping_status":"open","sticky":false,"template":"","format":"standard","meta":{"footnotes":""},"categories":[56,230,45,424,15,17,231],"tags":[348,557,558,493],"yoast_head":"\n