{"id":45037,"date":"2018-05-18T12:33:17","date_gmt":"2018-05-18T10:33:17","guid":{"rendered":"https:\/\/www.artevarese.com\/?p=45037"},"modified":"2019-10-02T12:21:27","modified_gmt":"2019-10-02T10:21:27","slug":"franco-matticchio-un-maestro-della-matita","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.artevarese.com\/franco-matticchio-un-maestro-della-matita\/","title":{"rendered":"Franco Matticchio, un maestro della matita"},"content":{"rendered":"
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Nato a Varese nel 1957, Franco Matticchio ha esordito come illustratore sulle pagine del <\/strong>\u201cCorriere della Sera<\/strong>\u201d, per poi diventare nell\u201986 anche autore di fumetti<\/strong>, collaborando con numerose testate – tra cui \u201cLinus<\/strong>\u201d e il \u201cNew Yorker<\/strong>\u201d – e ottenendo numerosi riconoscimenti.\u00a0 E\u2019 bello scoprirlo nelle sue parole.<\/p>\n <\/p>\n <\/p>\n \u00abIl disegno \u00e8 una cosa che, per me, c\u2019\u00e8 da sempre<\/strong>. Ho iniziato a farlo nel \u201962. Disegno ogni cosa e mi piacciono gli animali: Mr.Jones di \u201cLinus\u201d era un gatto, per la sigla di Benigni ho pensato a un cane. Per\u00f2 i miei animali preferiti sono i coccodrilli<\/strong>… anche se mi sa che non piacciono quanto cani e gatti!\u00bb<\/p>\n <\/p>\n Matticchio \u00e8 molto modesto, perch\u00e9 arriva a dire: \u00abnon sono tanto capace di disegnare\u00bb!<\/strong> Ma il suo percorso artistico mostra qualcosa di molto diverso. Dopo prestigiose collaborazioni \u00abl\u2019incontro con Linus ha segnato una svolta. <\/strong>In quel periodo era una testata molto importante ed \u00e8 stato il mio tempo \u201ca fumetti\u201d, una decina d\u2019anni a partire dall\u201984, \u201985, con le avventure di Mr.Jones: il gatto con la benda, che viveva storie strampalate<\/strong>, \u201csenza senso\u201d. Gli succedevano tante cose diverse e lui non capiva mai bene come comportarsi…\u00bb.<\/p>\n \u201cLinus\u201d \u00e8 uno storico mensile italiano dedicato esclusivamente ai fumetti<\/strong>, nato nel 1962. Ha pubblicato, oltre alle strisce di Peanuts del grande Charles Schultz – che \u00e8 all\u2019origine del nome – anche gli eroi di carta di Hugo Pratt, Guido Crepax, Dino Battaglia, Enzo Lunari, Altan, Jacovitti, Andrea Pazienza e tante altre splendide immagini, serie e racconti. Una collaborazione significativa, quindi, quella di Matticchio.<\/p>\n Come nascono i suoi disegni, che muovono tra dolcezza, calore e ironia, con un pizzico di amarezza?<\/strong> <\/p>\n Mi ha appassionato la realizzazione de \u201cI miei amici animali\u201d, una scatola che contiene una serie di oggetti, di ricordi<\/strong>. L\u2019ho dipinto nell\u201981, quando avevo 24 anni. In quel contenitore ho messo cose che per me hanno un valore simbolico e richiamano l\u2019infanzia, come Topolino. Da piccolo ero fanatico di Topolino<\/strong>, continuavo a copiare le sue immagini. Fu intorno al ’68, quando ricopiai quasi iperrealisticamente la storia \u201cTopolino e il Pippotarzan\u201d, che mi resi conto che non sarei mai entrato nella scuderia della Disney. Ma ho voluto mettere anche Topolino nella mia scatola, oltre a diverse cose, tra cui un pezzo di carta che avevo raccolto per terra. Mi ha appassionato realizzare un gioco tecnico di proporzioni, tutto in scala 1 a 3<\/strong>: un centimetro diventava 3 centimetri. In quel periodo ero molto attento alla precisione. Oggi faccio cose diverse\u00bb.<\/p>\n Nel corso degli anni Matticchio ha fatto tante esperienze aggiudicandosi, tra l\u2019altro, il primo premio per l\u2019iniziativa delle Nazioni Unite \u201cCartoonist Against Drugs Abuse\u201d<\/strong> (1988) e il premio come miglior film pubblicitario al Festival Internazionale del Cinema d’Animazione di Annecy per disegni e story-board di un cartone animato per Legambiente<\/strong> (1993).<\/p>\n <\/p>\n Proprio nel 1994 ha realizzato la sequenza animata per i titoli di testa de “Il Mostro” di Roberto Benigni<\/strong>. Senza smentire la sua ritrosia Matticchio ricorda: \u00abquelli che lavoravano con Benigni si sono messi in contatto con uno studio di animazione e hanno scelto il mio lavoro, anche se non so bene come sia accaduto<\/strong>… Dovevamo dar vita a dei titoli di testa animati e noi l\u2019abbiamo fatto in 20 giorni, molto velocemente.
\n\u00abNascono spesso da soli. Le idee mi vengono nei momenti pi\u00f9 disparati<\/strong>: pu\u00f2 succedere proprio mentre sono al lavoro o mentre cammino, adesso – mentre parlo – e, a volte, anche di notte. Per un certo periodo ho dipinto dei quadri<\/strong>, sempre frutto di idee estemporanee, che io poi mettevo sulla tela.<\/p>\n
\nNaturalmente ho letto la sceneggiatura, quindi ho messo gi\u00f9 un po\u2019 di idee. Quella che mi piaceva di pi\u00f9 era un piccolo cane strano, un po’ zombie…mostruoso!\u00bb.<\/p>\n