{"id":45855,"date":"2018-06-28T18:04:22","date_gmt":"2018-06-28T16:04:22","guid":{"rendered":"https:\/\/www.artevarese.com\/?p=45855"},"modified":"2018-06-29T07:03:00","modified_gmt":"2018-06-29T05:03:00","slug":"le-sculture-tormentate-di-franco-fossa","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.artevarese.com\/le-sculture-tormentate-di-franco-fossa\/","title":{"rendered":"Il tormento in scultura di Franco Fossa"},"content":{"rendered":"
Origgio –<\/b> E’ sull’uomo nella societ\u00e0 e nel tempo che si concentra l’opera dello sculture Franco Fossa in mostra, nella suggestiva cornice di Villa Borletti fino al \u00a030 giugno. Figure che l’artista ambienta in spazi anonimi, spesso stilizzate e sole, sospese in atmosfere dense di tensione. Solitudine e indifferenza infatti sono tematiche che Fossa ha sempre interpretato e rappresentato nella lunga carriera artistica.<\/span><\/p>\n La mostra di Origgio, intitolata <\/span>“Piani-Ambienti-Volti”<\/b> rappresenta una sorta di antologica dell’artista di Rho, morto nel 2010, che ha lavorato nell’ambito della scultura italiana del ‘900 portando innovazioni rispetto alla tradizione del tempo. I lavori esposti partono dagli anni ’50 fino ai ’90, ultimo periodo produttivo del maestro. <\/span><\/p>\n “Come tutti gli scultori lombardi del dopoguerra- spiega il curatore della mostra Antonio Maria Pecchini- \u00a0la partenza artistica \u00e8 legata alla rappresentazione degli animali, ispirata prima alla semplificazione cubista e successivamente di \u00a0spirito espressionista. La chiave di lettura sul tema della solitudine dell’uomo \u00e8 spesso rappresentata dallo stato d’animo di un animale inferocito di cui l’artista usa l’espressivit\u00e0 e l’aggressivit\u00e0 \u00a0per farne parallelo della condizione precaria dell’uomo”. La figura \u00e8 lavorata in modo irregolare e ruvido, nervoso, come dimostra la tensione dei muscoli e i solchi incisi nella materia, dal dolore e dalla paura. \u00a0Un uomo la cui anima trova rifugio in un corpo scarnito e sul quale anche lo stesso artista si accanisce.<\/span><\/p>\n In mostra anche la serie dei volti, che nell’esecuzione richiama l’opera di \u00a0Francis Bacon. Non si tratta di ritratti ma semplicemente di annotazioni, caratterizzazioni, come sottolinea il curatore. C’\u00e8 l’angoscia palpabile di un’esistenza dolorosa al punto da deformarne i tratti.<\/span><\/p>\n Gli ultimi lavori dello scultore \u00a0sono invece dedicati agli ambienti: costruzioni geometriche dove tra spazi vuoti e pieni si intravedono \u00a0personaggi miniaturizzati. <\/span><\/p>\n “E noi – spiega Pecchini – come dei Gulliver osserviamo questi omini muoversi nel loro spazio abitativo. La caratteristica progettuale di questi ambienti \u00e8 stata realizzata e pensata nei rapporti aurei in cui la figura \u00e8 ridotta \u00a0a un lumicino, \u00e8 essenziale, nel contesto in cui viene collocata. Un’innovazione rispetto alla cosiddetta scultura tradizionale. Questo aspetto rappresenta lo studio e l’interesse che l’artista ha dedicato alla persona”.<\/span><\/p>\n Chiudono la mostra \u00a0le opere dedicate ai labirinti, superfici piane, piatte dove questi personaggi in miniatura \u00a0vivono una profonda solitudine nel contesto spaziale in cui sono collocati. Camminano, vagano, in gruppo ma… prevalentemente e comunque sono soli. Pensano e riflettono \u00a0nell’indifferenza di una societ\u00e0 lontana o inesistente. Una condizione di inquietudine e di dolore irrimediabile perch\u00e9 connaturata nell’uomo che vive questa angoscia come un inverno gelido e perpetuo; ieri come oggi e come sempre sar\u00e0…<\/span><\/p>\n