Giorgio De Chirico, Due cavalli sulla spiaggia (1929), collezione G. Merlini<\/b><\/figcaption><\/figure>\nBusto Arsizio –<\/b>\u201cSono a Venezia. Vista a\u00a0Palazzo\u00a0<\/b>Fortuny<\/b> la collezione Merlini: sorprendente! Ne sapevi qualcosa?\u201d. \u00c8 il messaggio di un amico che, capitato in un torrido giorno d\u2019agosto nella citt\u00e0 dei Dogi, \u00e8 rimasto basito di fronte alla qualit\u00e0 e alla dovizia di questa raccolta e, ancor di pi\u00f9, del fatto che sia di un collezionista bustese. Certo che sapevo, anche perch\u00e9 sono andato a vederla, e so anche che la raccolta non rester\u00e0 a Busto perch\u00e9, come asserisce amaramente lo stesso dottor Merlini<\/b> in un\u2019intervista pubblicata sul catalogo, \u201cnon sono mai risultate presenti condizioni minime, sopr<\/b>attutto di nat<\/b>ura politi<\/b>ca, di inclusione nel tessuto sociale della citt\u00e0 di una realt\u00e0 di tale natura\u201d.<\/b> Parole gravi, che pesano come macigni su chi ha detto no o anche solo ni. Perch\u00e9 bisognava dire subito s\u00ec e poi, senza tanti bla-bla-bla<\/i>, mettersi d\u2019impegno e risolvere \u00a0i problemi, di ce<\/b>rto anche gravosi, in primis <\/i>quello della sede. Possibile che non ci si sia resi conto che una collezione di questa portata era un\u2019occasione imperdibile e irripetibile? Mica si parla di quadretti o di pittori della domenica. A Palazzo Fortuny sfilano infatti i nomi che fanno parte della storia della pittura e della scultura d\u2019Italia dagli Anni Venti del secolo scorso ad oggi e dei grandi proprio non manca nessuno, da<\/b> De Chirico a Morandi a Burri, da Wildt e Fontana a Melotti.<\/b> E di molti di questi artisti ci sono opere di grande significato o pi\u00f9 lavori per documentare tutte le fasi e l\u2019evolversi della loro ricerca: di Morlotti<\/b>, ad esempio, sono esposte ben dieci opere (ma in collezione sono di pi\u00f9) dal 1955 al 1988.<\/p>\n
\u201cE tre!\u201d<\/b> verrebbe a questo punto da dire con un bel magone. Infatti non \u00e8 la collezione di Giuseppe Merlini la prima a lasciare Busto. Almeno altre due, per quel che so, erano destinate dai loro proprietari a diventare patrimonio \u2013 e che patrimonio! \u2013 della citt\u00e0 cos\u00ec che oggi, se le loro idee si fossero avverate, essa potrebbe andar fiera di un museo da fare invidia a citt\u00e0 di ben altra storia e cultura.<\/p>\n