{"id":47055,"date":"2018-10-03T13:00:38","date_gmt":"2018-10-03T11:00:38","guid":{"rendered":"https:\/\/www.artevarese.com\/?p=47055"},"modified":"2018-10-03T11:59:12","modified_gmt":"2018-10-03T09:59:12","slug":"fauste-notizie-dalla-capitale","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.artevarese.com\/fauste-notizie-dalla-capitale\/","title":{"rendered":"Fauste notizie dalla Capitale"},"content":{"rendered":"
Busto Arsizio –<\/strong> Ogni volta che scendo a Roma mi sforzo di trovare il tempo di fare una passeggiata all\u2019Ara Pacis Augustae per osservare l\u2019opera di Fausto Delle Chiaie. \u00c8 l\u00ec che l\u2019artista ha il suo studio, un\u2019antica pietra addossata alla chiesa di San Rocco, che funge da panchina, pensatoio e da mini deposito. Lui di solito arriva in sede al pomeriggio verso le 14.30 con un trolley colorato (quello attuale \u00e8 rosso) che contiene i suoi lavori gi\u00e0 preparati o i materiali per costruirli: fogli, cartoni, tavolette di legno, pennarelli, biglietti scaduti, matite, monetine, sassi, pietre ed altri materiali, artisticamente poco nobili per gli altri, ma che per Fausto sono manna piovuta dal cielo, benzina per il motore della sua fertilit\u00e0. Appena dietro allo studiolo incomincia la perlustrazione e la caccia alla ricerca di spunti di lavoro: oggetti abbandonati dai turisti, scarti, rifiuti, foglie secche, toponi che lo vogliono salutare e che desiderano ardentemente entrare in una sua storia. A volte confesso che non riesco ad osservare di lontano senza intervenire di persona per salutare il protagonista della scena, e magari acquistare qualche pezzo. Il costo \u00e8 sempre quello, offerta libera, ossia: \u201cdamme quello che vuoi\u201d, \u201cma se te piace davero, io te lo regalo\u201d.<\/p>\n Come un mago ispirato, Fausto si raccoglie per pochi secondi in meditazione, poi parte a razzo e incomincia ad infilare episodi concatenati di una storia inventata l\u00ec per l\u00ec, anzi suggerita, imposta dalle cianfrusaglie trovate. Come sibilla o aruspice che osserva, mescola i segni e poi \u00a0divina, o indovina, l\u2019affabulatore teatrante incomincia a disegnare sogni nell\u2019aria. Gli episodi della serie sono di norma esposti sul basso muretto che sostiene i pannelli neri, nuovi di zecca, che raccontano la storia gloriosa del sito, richiamando gli ignari e forse dopo consapevoli visitatori di questa mostra a cielo apertissimo. \u00c8 uno spettacolo osservare a distanza l\u2019artista che colloca le sue opere, le modifica, le sposta, le ricolloca, sempre camminando da un punto all\u2019altro dell\u2019esposizione, secondo antichi quanto inconsapevoli passi rituali. Perch\u00e9 \u00e8 persino ovvio che in quell\u2019attivit\u00e0 esteriormente solo teatrale ci sia invece una millenaria tradizione suggerita anzi imposta dal luogo: siamo in un territorio sacro, consacrato agli dei a cui il sacerdote Faustus<\/i> offre benevolmente le sue offerte.<\/p>\n Rimango sempre affascinato dalla danza che inanella muovendosi da un capo all\u2019altro, e soprattutto resto incantato dalla voce<\/i> suadente di Fausto che mi spiega con profonda semplicit\u00e0 le sue opere, una per una, sempre per\u00f2 puntando ad una sorta di narrazione conclusa, ciclica, che mette sotto un\u2019etichetta generale, o, come amano dire i critici, all\u2019interno di un \u2018ciclo\u2019. Cos\u00ec fa con tutti, pazientemente, pronto a sfruttare a suo (e nostro) vantaggio i suggerimenti o le interpretazioni degli astanti che discutono con lui. E allora io penso ai fregi dell\u2019Ara Pacis che \u00e8 collocata a pochi metri da noi e alla sua struttura narrativa circolare, che in fondo traccia un hortus conclusus<\/i>. In effetti \u00e8 attraverso la scrittura<\/i> (grazie alle didascalie che Fausto dissemina sul suo percorso) e la voce <\/i>che l\u2019artista intesse storie sempre diverse e sempre uguali, quasi miti dominati dalla dea Metamorfosi o, se vogliamo, dalla sua ancella Metafora di cui Fausto \u00e8 devotissimo seguace e custode. Mi accorgo di usare un linguaggio per iniziati che non coglie appieno la personalit\u00e0 poliedrica di Fausto, che in realt\u00e0 \u00e8 camaleonte capace di mimetizzarsi a meraviglia a seconda del suo interlocutore, adottando diverse lingue, registri diversi, alto o basso per lui pari sono. L\u2019ultima volta faceva molto caldo e arrivava trafelato dalla stazione (due ore e trenta fra andata e ritorno); \u00a0\u00a0gli ho chiesto un po\u2019 del paese dove da tempo abita, Sgurgola, vicino ad Anagni, nella casa di famiglia. Mi sembrava un paese inventato al momento per farmi contento, con quel nome che mi ha ricordato Gargamella e il pianeta dei puffi. Poi ho controllato sull\u2019atlante, Sgurgola esiste davvero e forse, riflettendoci sopra, ci racconta non poco del carattere di Delle Chiaie (nato a Roma il 23 gennaio 1944). Pare infatti che Sgurgola sia stata fondata dal gladiatore Spartaco, capo degli schiavi in rivolta, il che la dice lunga sulla decisione di Delle Chiaie di accamparsi presso l\u2019Ara Pacis, ricordandosi della terza guerra servile. Come sempre accade, ci sono altre interpretazioni e quella che mi attrae \u00e8 l\u2019etimologia che ricorda la sentinella, la guardia (dal gotico skuks), perch\u00e9 in fondo Fausto \u00e8, a Roma, scolta del luogo sacro. Da Wikipedia apprendo che Papa Bonifacio VIII<\/a>\u00a0impose al medico e profeta valenzano\u00a0Arnaldo da Villanova<\/a>\u00a0di risiedere alla Sgurgola, dove egli compose una delle sue opere\u00a0apocalittiche<\/a>\u00a0pi\u00f9 importanti, il\u00a0De mysterio cymbalorum Ecclesiae<\/i>, in cui proclamava l\u2019imminenza della venuta dell’anticristo<\/a>\u00a0e della\u00a0fine del mondo<\/a>. Anche qui ci sarebbe da scrivere molte storie, e qualcuno prima o poi ci penser\u00e0.<\/p>\n Intanto \u00e8 giunto il momento di abbracciare Fausto e di salutarci. Ogni volta impiega un po\u2019 a riconoscermi, ma poi \u00e8 come se ci conoscessimo da una vita. Delle sue esperienze appena posso cerco di cogliere qualche episodio significativo. Cos\u00ec abbiamo parlato di pensioni, della sua (misera) e della mia che tarda ad arrivare. Quando a bruciapelo gli ho chiesto che lavori ha fatto prima del pensionamento, si \u00e8 messo a ridere con i suoi occhietti furbi. \u201cFausto, non dirmi che tu non hai mai fatto niente, vero?\u201d. \u201cBeh, non \u00e8 stato facile, ma ci sono riuscito\u201d, mi risponde toccandomi la spalla. \u201cHo fatto solo l\u2019artista e i cazzi miei\u201d. Mi verrebbe di mandarlo a quel paese, ma come si pu\u00f2 infierire su uno come lui? In fondo persone come Fausto andrebbero solo ringraziate. Insegnano il valore della libert\u00e0 personale e della creativit\u00e0 messa al servizio di tutti. Il che non ha prezzo.<\/p>\n Alberto Brambilla<\/p>\n <\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":" Busto Arsizio – Ogni volta che scendo a Roma mi sforzo di trovare il tempo di fare una passeggiata all\u2019Ara Pacis Augustae per osservare l\u2019opera di Fausto Delle Chiaie. \u00c8 l\u00ec che l\u2019artista ha il suo studio, un\u2019antica pietra addossata alla chiesa di San Rocco, che funge da panchina, pensatoio e da mini deposito. Lui […]<\/p>\n","protected":false},"author":8,"featured_media":47057,"comment_status":"open","ping_status":"open","sticky":false,"template":"","format":"standard","meta":{"footnotes":""},"categories":[56,65,767],"tags":[],"yoast_head":"\n