{"id":47538,"date":"2018-10-27T11:30:05","date_gmt":"2018-10-27T09:30:05","guid":{"rendered":"https:\/\/www.artevarese.com\/?p=47538"},"modified":"2018-10-29T10:09:13","modified_gmt":"2018-10-29T09:09:13","slug":"paolo-vi-celebrato-al-sacro-monte","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.artevarese.com\/paolo-vi-celebrato-al-sacro-monte\/","title":{"rendered":"Paolo VI celebrato al Sacro Monte"},"content":{"rendered":"
Varese –<\/strong> Paolo VI \u00e8 in cima al Sacro Monte, pronto ad accoglierci, con le mani aperte e benedicenti, in un potente \u201cturbinare di bronzo\u201d, come scrive lo storico d\u2019arte Silvano Colombo<\/strong>.<\/p>\n Nei giorni della canonizzazione di Papa Montini un donatore anonimo ha chiesto un restauro del monumento realizzato da Floriano Bodini<\/strong> 35 anni fa<\/strong>, che sorge in cima alla strada delle cappelle \u201cchino verso il pellegrino che sale, quasi per incoraggiarlo e nello stesso tempo\u00a0 invitarlo a un\u2019altezza superiore, nell\u2019ampio vestito liturgico …. nello slancio ospitale della sua figura viva e palpitante nel bronzo\u201d(don Giorgio Basadonna<\/strong>).<\/p>\n Gli interventi di restauro, promossi dalla Parrocchia di Santa Maria del Monte e <\/strong>dalla Fondazione Paolo VI per il Sacro Monte di Varese<\/strong>, sono stati affidati alla Fonderia d\u2019Arte De Andreis<\/strong>, che si \u00e8 occupata del lavaggio e della pulitura delle superfici bronzee e, quindi, dell\u2019applicazione di una cera d\u2019api protettiva.<\/p>\n <\/p>\n \u00abLa statua \u00e8 stata realizzata da Floriano Bodini nel 1985. \u2013 spiega il responsabile dei lavori Francesco De Andreis<\/strong> – E\u2019 stata fusa a pezzi alla Fonderia Battaglia e poi trasportata sulla cima del Sacro Monte, montata e installata. Nel corso degli anni si \u00e8 accumulato uno strato residuo dovuto agli agenti atmosferici, che hanno scurito e intaccato il bronzo. Il mio \u00e8 un intervento di tipo conservativo, che doner\u00e0 nuovo splendore all\u2019opera\u00bb.<\/p>\n Un\u2019occasione per ripercorrere la strada di un incisivo lavoro commissionato a Floriano Bodini<\/strong> dall\u2019allora arciprete del santuario mons.Pasquale Macchi –<\/strong> gi\u00e0 segretario particolare di Papa Montini – che voleva cos\u00ec esprimere la propria gratitudine e il proprio omaggio al pontefice.<\/p>\n <\/p>\n Paolo VI era particolarmente devoto alla Madonna.<\/strong> Nel 1964, nei giorni del Concilio Vaticano II, nella sua enciclica \u201cLumen Gentium\u201d proclam\u00f2 Maria \u201cMadre della Chiesa\u201d. <\/strong>Proprio per questo suo amore e seguendo il consiglio del varesino monsignor Macchi, sal\u00ec ben tredici volte al Sacro Monte di Varese<\/strong>.<\/p>\n Monsignor Macchi affid\u00f2 l\u2019opera che raffigura Paolo VI a Floriano Bodini per la sua maestria<\/strong>, attestata dai tanti lavori realizzati come \u00a0scultore, incisore, medaglista e per la sua sensibilit\u00e0 e capacit\u00e0 di comunicare. Bodini aveva infatti insegnato al Liceo artistico Frattini di Varese, prima di spostarsi all\u2019Accademia di Brera, a quella di Carrara \u2013 di cui divenne Presidente nel 1991 \u2013 e di trasferirsi infine al Politecnico di Architettura di Darmstadt. A lui si rivolse perch\u00e9, come scrive Silvano Colombo ne \u201cIl monumento di Paolo VI di Floriano Bodini al Sacro Monte di Varese\u201d (Ed.Lativa), tra i due c\u2019era un importante sodalizio, un legame profondo con l\u2019uomo, oltrech\u00e9 con il pontefice<\/strong>. Un uomo che Bodini ammirava per la capacit\u00e0 di far sentire la Sua voce in quel faticoso momento storico e per essere arrivato a pregare in ginocchio le Brigate Rosse per la liberazione di Aldo Moro.<\/p>\n <\/p>\n Floriano Bodini rispettava profondamente Paolo VI, che lo emozionava e di cui ci ha lasciato una \u201cbiografia plastica\u201d nel monumento del Sacro Monte<\/strong>. Diceva lo scultore, \u201cse non c\u2019\u00e8 una storia nella scultura, non mi interessa\u201d: con Papa Montini Bodini ha trovato sia la storia sia il desiderio di mettersi nuovamente a confronto con le tradizioni del passato. Ha realizzato una figura piena di potenza, quasi in movimento, un Paolo VI che, come scrive Colombo, \u201cnon sta, \u00e8 in bilico; \u00e8 sentito, visto, dato come in equilibrio instabile, fisico e morale<\/strong>\u201d.<\/p>\n E\u2019 cos\u00ec che l’artista ce lo racconta, \u201ctracciando e percorrendo nel metallo ogni vena, ogni ruga; le ha segnate, le ha solcate, le ha moltiplicate\u201d. Paolo VI, canonizzato in questo 2018 da Papa Francesco<\/strong>, era un pontefice studioso, di grande competenza e preparazione. Ebbe un ruolo importantissimo in un periodo storico triste e complesso<\/strong>. Ordinato sacerdote nel 1920<\/strong>, intraprese gli studi diplomatici e questo lo costrinse a rinunciare a quell\u2019esperienza parrocchiale che tanto avrebbe voluto vivere. Nel 1937 inizi\u00f2 a lavorare nella Segreteria di Stato, a fianco del cardinale Eugenio Pacelli<\/strong> che nel \u201939, alla morte improvvisa di Pio XI e alle soglie della seconda guerra mondiale, venne eletto pontefice con il nome di Pio XII<\/strong>. Giovanni Montini visse questa terribile stagione dell\u2019umanit\u00e0 proprio in Vaticano<\/strong>. Fu lui stesso a scrivere le storiche parole, volte a scongiurare il conflitto mondiale: \u201cNulla \u00e8 perduto con la pace! Tutto pu\u00f2 esserlo con la guerra\u201d.<\/strong><\/p>\n <\/p>\n Nominato Arcivescovo di Milano nel 1954,<\/strong> si impegn\u00f2 ad ascoltare la societ\u00e0 in un momento storico di grandi cambiamenti: riusc\u00ec a risollevare le sorti della Chiesa lombarda e rese intenso il dialogo con il mondo del lavoro, sostenendo fortemente il progresso sociale<\/strong>.<\/p>\n Divenne Cardinale nel 1958 e Pontefice nel 1963, con il nome di Paolo VI. <\/strong>Grazie al suo impegno costante avvi\u00f2 una cristianizzazione delle fasce lavoratrici in anni segnati da pesanti tensioni fra le forze politiche<\/strong>. Volle portare a termine il Concilio Vaticano II, che seppe avvicinare la Chiesa alla quotidianit\u00e0 dell\u2019uomo, a partire dall\u2019uso dell\u2019italiano nelle celebrazioni eucaristiche<\/strong>. Resse il soglio pontificio nel periodo dei disordini sociali culminati nel \u201968. <\/p>\n Raccontando il Paolo VI del Sacro Monte Monsignor Erminio Villa<\/strong> afferma: \u00abE\u2019 una statua che incuriosisce e di cui si sono date molte diverse letture negli anni, anche frutto di pregiudizi e leggende popolari. Volentieri soddisfer\u00f2 la richiesta della Comunit\u00e0 indagando questo tema in una serie di incontri: il 18 novembre e il 2 dicembre prossimi avr\u00f2 modo di parlare della simbologia dell\u2019opera al Museo Civico Floriano Bodini<\/strong> di Gemonio<\/strong>. Il tema dell\u2019Arte<\/strong>, che Paolo VI ha molto apprezzato, per me diventer\u00e0 un canale per mettere in luce e sottolineare valori di interiorit\u00e0. Come\u00a0 gli Amori di Paolo VI<\/strong>: l\u2019Amore per Ges\u00f9 Cristo<\/strong>, di cui egli si sente rappresentante, l\u2019Amore alla Chiesa<\/strong>, rappresentato dalle sue grandi mani aperte che sembrano voler abbracciare il mondo, l\u2019Amore per l\u2019Uomo\u00a0 Moderno<\/strong>, sul quale si curva come un buon samaritano e con il quale cerca un dialogo fatto di ascolto e di confidenze e anche di\u00a0 ricerca sistematica\u00bb.<\/p>\n <\/p>\n \u00abMi sembra che, quanto pi\u00f9 si spiegano le cose, tanto pi\u00f9 la gente capisce la statura di questo grande Papa che ha sofferto molto<\/strong>. Incomprensioni, critiche, calunnie … Finalmente papa Francesco lo riabilita. <\/strong>\u2013 afferma monsignor Villa – I due hanno molte assonanze nel loro magistero. Come il tema della Gioia, il riferimento esplicito al Vangelo, l\u2019attenzione al mondo della Sofferenza<\/strong>. Paolo VI \u00e8 un papa che ha sofferto. E poi c’era una grande tenacia e determinazione, per cui anche quando \u00e8 rimasto solo\u00a0 si \u00e8 appoggiato a Ges\u00f9, chiamato \u201cl\u2019Unico necessario\u201d<\/strong>\u00bb.<\/strong><\/p>\n \u00abTutto il resto \u00e8 variabile, l\u2019unica cosa che ha stabilit\u00e0 \u00e8 la Fede<\/strong>.
\nLo scultore ha racchiuso nel volto, nelle mani e nella figura ieratica, la biografia di un grande uomo<\/strong>.<\/p>\n
\nFu il primo pontefice ad aprire ai temi del Terzo Mondo e della Pace e fu anche il primo Papa viaggiatore<\/strong>: visit\u00f2 i fedeli nei cinque continenti, a partire dal suo primo viaggio in Terrasanta del \u201964.<\/p>\n
\n<\/strong>Si spense nel 1978, pochi mesi dopo il ritrovamento del corpo di Aldo Moro<\/strong>, l’amico barbaramente ucciso dalle Brigate Rosse, per il quale aveva implorato piet\u00e0.
\nEra provato dalla malattia e ha lasciato un intenso testamento spirituale nel quale dona, ancora una volta, se stesso al Signore e termina con le parole \u201c… ai Cattolici fedeli e militanti, ai giovani, ai sofferenti, ai poveri, ai cercatori della verit\u00e0 e della giustizia, a tutti la benedizione del Papa, che muore<\/strong>\u201d.<\/p>\n
\nLa statua di Bodini incarna l\u2019uomo fragile \u2013 anziano, malato, segnato da tante cose nel corpo e nello spirito \u2013 ma intimamente forte, convinto, che vuole arrivare fino alla fine. C\u2019\u00e8 il pensiero alla Morte. Il Pontefice dice al Signore \u201cvoglio vederti\u201d, perch\u00e9 con la morte la Fede e la Speranza si realizzano nell\u2019incontro con Lui<\/strong>. E\u2019 una grande testimonianza: io vi ho voluto bene e, quando non ci sar\u00f2 pi\u00f9, vogliatevi bene tra di voi.
\nSe questa fosse la lezione che la Chiesa impara da questa canonizzazione, avremmo raggiunto un obiettivo prestigioso!<\/strong>\u00bb.<\/p>\n