{"id":48191,"date":"2018-11-26T18:40:47","date_gmt":"2018-11-26T17:40:47","guid":{"rendered":"https:\/\/www.artevarese.com\/?p=48191"},"modified":"2018-11-26T18:42:11","modified_gmt":"2018-11-26T17:42:11","slug":"bertolucci-e-il-sogno-carnale-del-cinema-dautore","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.artevarese.com\/bertolucci-e-il-sogno-carnale-del-cinema-dautore\/","title":{"rendered":"Bertolucci e il sogno carnale del cinema d’autore"},"content":{"rendered":"
di Matteo Inzaghi<\/strong><\/p>\n Qualcuno associa il nome di Bernardo Bertolucci alle atmosfere torbide e sovraccariche di Ultimo Tango a Parigi. Altri, alla miseria sociale immortalata ne La Commare Secca. Qualcuno pensa alla narrazione intensa di Novecento, o alle variopinte, colossali, virtuosistiche scene di massa de L\u2019Ultimo Imperatore. di Matteo Inzaghi Qualcuno associa il nome di Bernardo Bertolucci alle atmosfere torbide e sovraccariche di Ultimo Tango a Parigi. Altri, alla miseria sociale immortalata ne La Commare Secca. Qualcuno pensa alla narrazione intensa di Novecento, o alle variopinte, colossali, virtuosistiche scene di massa de L\u2019Ultimo Imperatore. E potremmo proseguire a lungo nella missione, impossibile, […]<\/p>\n","protected":false},"author":9,"featured_media":48192,"comment_status":"open","ping_status":"open","sticky":false,"template":"","format":"standard","meta":{"footnotes":""},"categories":[390],"tags":[784,785],"yoast_head":"\n
\nE potremmo proseguire a lungo nella missione, impossibile, di dare al grande regista, appena scomparso, una chiave di lettura immediatamente identificabile: un\u2019opera, uno stile, un linguaggio che possano definirlo e riassumerlo. Ma non \u00e8 possibile.
\n<\/span>Bertolucci non \u00e8 l\u2019autore di questo o quel film, n\u00e9 il riferimento di questa o quella corrente: \u00e8 l\u2019artefice di un\u2019opera omnia che ne individua l\u2019impronta solo se la si osserva interamente, dalla prima all\u2019ultima pellicola, compresi i lavori minori, meno riusciti, meno dibattuti.
\nCineasta refrattario alle collocazioni di genere, ha contaminato gli ultimi scampoli di (neo)realismo con delle inconfondibili pennellate degne di un surrealista. Pensate al folgorante finale de Il Conformista, dove la narrazione stessa del ventennio sembra risucchiata in quel gorgo involontariamente mendace che ha imprigionato il protagonista per gran parte della sua vita. Un sogno (un incubo? Un\u2019illusione?) che mette in dubbio l\u2019essenza stessa della pi\u00f9 collaudata storiografia nazionale.
\nTrasfigurazione eguale e contraria a quella dell\u2019ultimo imperatore cinese, costretto a prestare umile servizio in quello che un tempo era il suo regno, assoluto almeno quanto impalpabile.
\nCresciuto artisticamente all\u2019ombra di Pasolini, Bertolucci ne ha ereditato le pulsioni poetiche, reincarnandole in un erotismo atavico, spesso morboso, volutamente eccessivo, che sublima l\u2019esistenza nello spazio del coito. Il suo \u00e8 un Cinema politico, ribelle, ma caratterizzato da una potenza lirica che lo distingue nettamente dal cosiddetto impegno civile tanto in voga a cavallo del Sessantotto.
\n<\/span>Valgano, per tutte, due scene emblematiche, ancorate ad un\u2019idea struggente, a tratti disperata, della giovinezza. Da un lato, la ragazza americana che \u201cballa da sola\u201d, circondata da una Natura splendida e asettica e da adulti voraci, consumati, o indifferenti. Dall\u2019altro, la corsa a perdifiato di The Dreamers, immersi in una contestazione di cui respirano e trattengono unicamente il disincanto e il disorientamento.
\n<\/span>\u00c8 il desiderio, con tutte le sue declinazioni, la cifra che pi\u00f9 caratterizza il cinema di Bertolucci. Desiderio di piacere, desiderio di vendetta, desiderio di fuga. Aneliti rabbiosamente sfogati e poi subito pagati a caro prezzo, nel nome di un\u2019umanit\u00e0 che perde anche quando vince, che muore anche quando sopravvive e che resta anche quando parte.
\nA mancarci, del maestro appena scomparso, sar\u00e0, prima di tutto, la sua immensa passione nei confronti dell\u2019essere umano, in tutte le sue pi\u00f9 fragili declinazioni. Ma anche il coraggio di misurarsi con le cicatrici pi\u00f9 profonde della nostra Storia. Quelle che, nel cinema di altri, facevano da sfondo rassicurante e che, nel suo, diventavano segni di dolorosa (in)consapevolezza.<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"