{"id":48436,"date":"2018-12-11T10:30:45","date_gmt":"2018-12-11T09:30:45","guid":{"rendered":"https:\/\/www.artevarese.com\/?p=48436"},"modified":"2019-10-02T12:21:11","modified_gmt":"2019-10-02T10:21:11","slug":"quando-plasmare-la-materia-diventa-catarsi-emotiva","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.artevarese.com\/quando-plasmare-la-materia-diventa-catarsi-emotiva\/","title":{"rendered":"Quando plasmare la materia diventa catarsi emotiva"},"content":{"rendered":"
Busto Arsizio – “E’ un momento magico quello in cui le mie mani diventano un tutt’uno con la materia tanto da perdere la cognizione del tempo. Diventa amore…”. Cos\u00ec Maria Luisa Bossi, scultrice, descrive quel passaggio, quella fase fondamentale che porta alla creazione di un’opera.” Potrei lavorare la creta per giornate intere dall’alba al tramonto senza accorgermi. E’ come se le mie mani pensassero e lavorassero senza una precisa progettualit\u00e0 ma quasi in modo istintivo. Spesso infatti parto con un’idea da realizzare e poi, cammin facendo cambia e alla fine diventa tutt’altro…”.<\/p>\n
Un passaggio, quello che dalla materia arriva alla forma che \u00a0accomuna gli scultori, un momento in cui sensi e memoria si liberano spontaneamente come \u00a0in una sorta di catarsi emotiva. Ognuno a modo proprio e a prescindere dal risultato, dalle forme finali dell’opera.<\/p>\n
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Maria Luisa Bossi \u00e8 sempre stata attratta dalla manipolazione ma si \u00e8 dedicata alla scultura, dice, “dal suo secondo mezzo secolo di vita”. Ha iniziato con l’argilla in tutte le varie opportunit\u00e0 di tecniche di lavorazione, dalla pi\u00f9 semplice alla combinazione con altre terre come il granito o la lava. ” Mi so<\/b>no messa in gioco cercando di pormi degli obiettivi e di raggiungerli – spiega. Prima dedicandomi a forme sferiche per passare poi ai tondi, e senza l’ausilio del tornio ho realizzato vasi, cercando di acquisire sempre pi\u00f9 abilit\u00e0. Prove su prove, come esperienze che mi hanno offerto l’opportunit\u00e0 di provare tutto quello che mi interessava, nell’ambito dei materiali e delle tecniche e quindi scegliere quello che pi\u00f9 si confaceva con le mie attitudini”.<\/p>\n
Infatti dopo diverso tempo dedicato alla ceramica raku \u00e8 passata all’uso degli ossidi, degli ingobbi e altri colori, sempre naturali, per le finiture delle opere. L’ultima serie creata \u00e8 stata realizzata con l’argilla. Si tratta di sculture in morbide forme che l’artista ha studiato e realizzato come lampade. “La luce per me ha un significato \u00a0importante, \u00e8 l’anima, la vita interiore ,sentimento, passione e sofferenza immancabili nelle mie sculture. E’ una necessit\u00e0 quella di far uscire la forza interiore e la mia energia. Un modo con il quale parlo attraverso le mie creazioni”.<\/p>\n
A proposito di luci, una caratteristica della scultrice \u00e8 quella dei tagli, \u00a0aperture che lacerano la materia attraverso le quali avviene il contatto tra il mondo esterno e quello interiore. Spaccature che raccontano di vissuti. Una sorta di confessione, tra l’artista e chi osserva, uno sfogo silente visibile soprattutto \u00a0nella serie dedicata alle “Corazze”. “Per affrontare tutto ci\u00f2 che la vita porta a vivere – spiega Bossi – le persone sono costrette a ripararsi con “armature”. Ho realizzato questi soggetti evidenziando tagli in diverse posizioni. Nel petto o nella \u00a0pancia per significare il dolore morale, nella schiena invece per raffigurare la sofferenza fisica.<\/p>\n
Un linguaggio privo di voci in cui la materia narra e la forma, manipolata, diventa parola… Ed ogni volta per l’artista \u00e8 come un rito nel tentativo di rendere immortali i propri sentimenti.<\/p>\n